“Le battute di Luigi Bisignani sugli “editori pistoleri” (in sintesi: “testate giornalistiche usate come pistole per regolare i loro interessi”) colpiscono l’immaginario e qualcosa di più, ma non risolvono affatto il tema dei conflitti di interesse e della credibilità dell’informazione, affidata ai giornalisti professionali.
Il dibattito dell’edizione odierna di ‘Radio Anch’io’ della Rai avrà avuto pure il suo fascino nell’attualità della presentazione allargata del nuovo romanzo dell’uomo d’affari Bisignani, ma lascia ancora indiscussa una ragione di fondo: lo statuto dell’autonomia dell’impresa editoriale, in una cornice di libertà dai conflitti di interesse, alcuni dei quali il libro – intitolato ‘Il Direttore’- vuole comunque mettere all’indice. Sono temi cari, invece, al Sindacato dei giornalisti da decenni ma ignorati dalle politiche dominanti di ogni stagione e anche dai romanzieri del potere. Sono temi che la Fnsi non cancellerà comunque dalla sua agenda e continuerà a riproporre insieme all’impegno forte per il rispetto del lavoro dei giornalisti onesti e credibili, dediti a fornire informazione professionale affidabile, a prescindere dagli interessi altri del proprio editore, nel rispetto dei canoni etici fondamentali e della libertà delle idee plurali. Per questa ragione i giornali continuano ad avere una funzione rilevante, nella loro pluralità appunto, per far conoscere le cose che contano per la vita delle persone e delle comunità e per alimentare il confronto delle idee nel dibattito pubblico. La discussione di oggi a ‘Radio Anch’io’ sia quindi uno stimolo per svolgere uno sguardo a 360° sul sistema dell’informazione, sui suoi peccati ma anche sulle sue virtù, sulle sue risorse, sulle sue energie professionali, sulle difficoltà grandi che incontra oggi il lavoro del giornalista. Alla vigilia della Festa del Lavoro e in prossimità della giornata mondiale per la Libertà di Stampa e la lotta contro le aggressioni e i condizionamenti impropri ai giornalisti, la Federazione nazionale della Stampa Italiana ripropone al centro i valori del sacrificio della stragrande maggioranza dei colleghi che lavorano con scrupolo e dedizione, spesso senza ottenere la giusta considerazione morale e materiale dovuta. E nelle aree di frontiera in tanti pagano prezzi enormi perché sia data voce a chi non ha voce. A loro la Fnsi e la Federazione Internazionale dei Giornalisti (Ifj) dedica il Primo maggio con un rinnovato impegno per il pluralismo dell’informazione, per la tutela dei diritti del lavoro, per la libertà e il rispetto della funzione dei Sindacati e delle forze sociali”.