«L'Ordine dei giornalisti di Sicilia, pur condividendo la legittima pretesa del professor Navarra di tutelare il proprio buon nome e la propria onorabilità, non può che stigmatizzare e condannare il tono di alcune affermazioni». L'Ordine regionale commenta così le dichiarazioni rese dal rettore dell'Università di Messina Pietro Navarra, in corsa alla Camera per il Pd, in relazione alla pubblicazione di notizie inerenti il passato della sua famiglia.
«In particolare – prosegue la nota dell'Odg Sicilia – riteniamo grave il passaggio nel quale il rettore avvisa le testate giornalistiche che decidessero di pubblicare asserzioni altrui sulle sue vicende familiari, avvertendo che presenterà 'querela contro chi rilascerà dichiarazioni di questo tipo e nei confronti delle testate che daranno spazio a simili considerazioni'. Dopo le querele temerarie eccoci davanti a un altro spettro, quelle delle querele preventive, ovvero la minaccia di azioni legali ancor prima che vengano riportati fatti».
Navarra aveva diramato una nota nella quale parlava di «dichiarazioni infamanti» nei suoi confronti, «con riferimento alla vicenda che vide coinvolto mio zio. Affermazioni ingiuriose, rilanciate da alcuni organi di stampa». Dichiarazioni rilasciate dall'ex presidente della Regione, Rosario Crocetta, il quale ha ricordato che Navarra è il nipote del medico Michele Navarra accusato di essere esponente della mafia ucciso a Corleone nel 1958.
«Si parla di persone morte prima della mia nascita e ogni collegamento non può che rappresentare una volgare strumentalizzazione. Non sono, però, disposto a tollerare ulteriori attacchi su tali temi. Con estrema chiarezza, pertanto, puntualizzo che presenterò querela contro chi rilascerà dichiarazioni di questo tipo e nei confronti delle testate che daranno spazio a simili considerazioni», è stato l'annuncio di Navarra.
«La libertà di stampa, esercitata nel rispetto delle regole e delle norme di legge – risponde l'Odg Sicilia – è inviolabile e non può essere limitata da esigenze personali. Come Ordine dei giornalisti di Sicilia, garantiamo e continueremo a garantire la tutela della rispettabilità altrui e a vigilare sulla veridicità delle notizie pubblicate, ma ribadiamo ancora una volta che nessuno può pensare di rompere il patto tra il giornalista e i lettori, che hanno il diritto di conoscere a fondo fatti, cose e persone».