Roma, 20 febbraio - Gianni Rocca, scomparso stanotte all'età di 78 anni dopo una lunga malattia, aveva mosso i primi passi da giornalista nella sua città, Torino.
Era stato all'Unità, a Paese sera come caposervizio agli esteri e poi al Giorno come caporedattore. Con Eugenio Scalfari fu tra i fondatori di Repubblica da cui uscì, dopo essere stato caporedattore, vicedirettore e condirettore, insieme al fondatore-direttore nel '96. Dopo, tornò a collaborare come editorialista all' Unità. Rocca era stato iscritto al Pci, ma era andato via dopo i fatti di Ungheria. Dai primi anni '60 si era dedicato solo al suo mestiere. Era anche e forse soprattutto uno storico, autore di biografie e saggi (particolarmente fortunati quello dedicato a Stalin, del 1988, e quello su Cadorna del 1985), e questa passione veniva trasmessa, ricordano i colleghi di Repubblica, a tutti i settori del giornale. Rocca amava la politica ma anche lo sport: era un cuore granata, tifoso del Toro dai tempi della sciagura di Superga. Repubblica lo ricorda come un costante punto di riferimento, sempre presente al giornale, magari, ricordano al giornale, con i piedi sul tavolo a guardare il Tour de France. O per i suoi interventi taglienti, affettuosi ma anche duri, nel corso della riunione del mattino. Rocca ha un figlio, Massimo, 50 anni, collega di Radio Capital. I funerali si svolgeranno mercoledì alle ore 12 al Tempietto Egizio del Verano, a Roma. (ANSA) IL CORDOGLIO DI CIAMPI PER LA SCOMPARSA DI GIANNI ROCCA ''Apprendo con tristezza la notizia della scomparsa di Gianni Rocca. Intellettuale e storico della Resistenza, ha legato il suo nome ad un giornalismo autorevole e rigoroso''. Lo scrive il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi in un messaggio inviato alla famiglia Rocca, esprimendo il suo ''commosso e partecipe cordoglio'' e ricordando il ''suo impegno lungo e appassionato''. ''Attraverso le pagine dell''Unità', 'Il Giorno', 'Paese Sera' e del quotidiano 'La Repubblica', di cui è stato cofondatore e vicedirettore, ha dato testimonianza -sottolinea ancora Ciampi- di grande professionalità, di coerenza con quei valori di pluralismo e indipendenza che sono elementi essenziali di libertà, di progresso e di democrazia''. (Adnkronos) MORTE ROCCA; VELTRONI, UN GRANDE ''Gianni Rocca è stato un grande giornalista, un attentissimo osservatore della società italiana e anche uno studioso degli anni difficili del suo passato''. Così il sindaco Veltroni ricorda Gianni Rocca scomparso oggi a 78 anni. ''Apparteneva a quella generazione di giornalisti e di intellettuali che ebbe lþintuizione e la capacità organizzativa di creare la Repubblica, un giornale che ha rinnovato nel profondo la realtà dell’informazione nel nostro Paese -aggiunge Veltroni- Alla sua famiglia, ai suoi amici e ai suoi colleghi giunga il cordoglio mio, dell’Amministrazione capitolina e di tutta la città''.(ANSA) MARRAZZO, ROCCA UOMO CAPACE DI INNOVAZIONE ''Gianni Rocca è stato uno dei fondatori di Repubblica. Con lui se ne va una delle figure più importanti del giornalismo italiano del dopoguerra''. E' quanto dichiara il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo. ''Un uomo capace di innovare il linguaggio e di creare un punto di vista diverso nel descrivere la realtà. Esprimo alla famiglia e ai colleghi di Repubblica la mia più viva partecipazione al cordoglio per la sua scomparsa'', conclude Marrazzo. (ANSA) Il Segretario generale della Fnsi Paolo Serventi Longhi ricorda Gianni Rocca con grande stima e affetto. Amico e maestro di giornalismo, sensibile interprete di tempi non facili. La professione giornalistica perde un grande ed insostituibile collega.