Da domani le parole prenderanno il sopravvento: centinaia di gruppi di lavoro, dedicati anche alla democrazia nell’informazione. Ma l’apertura del World Social Forum, stamattina, ha avuto poco a che fare con il classico dibattito. "Siamo partiti da Kibera - sottolinea Roberto Natale, che partecipa al World Social Forum in rappresentanza della Giunta Esecutiva della Fnsi - la baraccopoli piu` grande di Nairobi (ottocentomila persone ad abitarla, ma un altro milione abbondante di persone vive nelle stesse disastrose condizioni in altre zone della citta`) e tra le maggiori del mondo"
"In ventimila in corteo, in questo incontro mondiale che per la prima volta si tiene in Africa. A sfilare anche loro, abitanti e piccoli commercianti degli slums, che chiedono al governo di non essere ancora costretti nell’illegalita`. Si definiscono "homeless, but not hopeless": senza casa, ma non per questo privi di speranza. Ma sono soprattutto le donne a dare la loro impronta alla marcia. Tante donne: suore, bambine, animatrici di gruppi. Sui loro striscioni e sulle loro magliette gli slogan piu` belli, che mettono insieme diritti civili e questione sociale. "Le donne non sono una proprieta`; e` la terra la proprieta` che le donne devono possedere". Altre chiedono "partecipazione paritaria di uomini e donne nei processi di decisione". Le "donne per il cambiamento" vengono dallo Zambia: la loro maglietta ricorda che "un altro paese libero dalla poverta` e` possibile", e colpisce ancora di piu` perche` ad indossarla sono anche i loro uomini. Le ragazzine portano in strada, con aria serissima, richieste impegnative per i loro dieci-dodici anni: "assicurare il diritto all’educazione attraverso la giustizia in agricoltura", oppure "basta con i matrimoni forzati". E poi i cartelli piu` duri da leggere, se si fa caso alle piccole mani che li sorreggono: "stop alla mutilazione dei genitali femminili". Parla anche di loro la statua che e` stata messa nello spiazzo dell’Ururu Park: una donna incinta che si dimena, mentre grandi chiodi le trafiggono mani e piedi. Sfilano le richieste di un mondo diverso, e come per ironia i megaposter pubblicitari che campeggiano lungo il percorso sembrano rispondere che si`, questo mondo diverso e` a portata di mano: basta avere i soldi. "Voce per i senzavoce", chiedono le magliette di uno spezzone di corteo, mentre passano sotto un cartellone gigantesco che presenta l`ultima, vantaggiosissima offerta di un gestore telefonico. "Un mondo di scelte. Tu ne hai bisogno, noi ce l’abbiamo", promette da un cartellone gigantesco una catena di ipermercati. Chi sfila vorrebbe piuttosto un vaccino: "un mondo senza Aids e` possibile", dice lo slogan piu` gettonato del corteo. E` il dramma che continua a flagellare l’Africa, del quale parlano senza parole anche i piccolissimi orfani che alcune suore tengono in braccio. Da domani il discorso si fara` piu` "analitico", come si usa dire. Anche sulle responsabilita` dell’informazione e sulla possibilita` che essa sappia concorrere ad un cambiamento. Intanto c’e` da capire quanto e cosa passera`, dei volti e dei temi che il Forum mette al centro, nei grandi media italiani. Sperando di poter scongiurare un legittimo sospetto: che l’assenza di politici italiani di primissimo piano finisca per fare scivolare Nairobi quasi fuori dall’agenda".