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Fnsi 12 Nov 2005

Serventi Longhi: "La categoria deve molto a Walter Tobagi"

«La nostra categoria, la categoria dei giornalisti, deve molto a Walter Tobagi e a tutti quei colleghi che si sono battuti per la libertà dell'informazione. Non fu mai un conformista, ma un giornalista vero». Con queste parole il segretario della Federazione Nazionale della Stampa Paolo Serventi Longhi, ha ricordato Walter Tobagi in occasione del convegno dedicato al cronista del 'Corriere della sera'.

«La nostra categoria, la categoria dei giornalisti, deve molto a Walter Tobagi e a tutti quei colleghi che si sono battuti per la libertà dell'informazione. Non fu mai un conformista, ma un giornalista vero». Con queste parole il segretario della Federazione Nazionale della Stampa Paolo Serventi Longhi, ha ricordato Walter Tobagi in occasione del convegno dedicato al cronista del 'Corriere della sera'.

Ricordi e riflessioni a 25 anni dalla morte, organizzato dal Comune di Spoleto e dal Corriere della Sera sotto l'Alto Patronato della Presidenza della Repubblica Italiana, ha voluto ricordare, in apertura del dibattito del pomeriggio, l'uomo e il giornalista. «Walter non fu mai conformista, fu un giornalista vero, capace di leggere e raccontare i fatti. Ancora oggi - ha sottolineato Paolo Serventi Longhi - abbiamo bisogno di investire molto nella qualità dell'informazione. Solo così facendo possiamo onorare il ricordo di un grande italiano, un grande giornalista, ucciso proprio perchè era così». Introdotto dall'Assessore alla Cultura del Comune di Spoleto Giorgio Flamini, il tema 'Le temperie degli anni Settanta, i movimenti, il terrorismò è stato affrontato da Giovanni Bianconi, inviato del «Corriere della Sera» e da Guido Crainz, docente di Storia contemporanea alla Facoltà di Scienze della comunicazione di Teramo. Coordinati da Antonio Ferrari, inviato speciale del «Corriere della Sera», che ha voluto ricordare il collega Tobagi, «con cui non ho potuto instaurare una profonda amicizia, pur vivendo con lui un rapporto di stima reciproca. Un uomo che non accettava il compromesso, ma dotato di una grande pazienza, capace di porsi sempre come mediatore anche nelle situazioni più difficili: un uomo di cui oggi, dove a rischio non è tanto la vita quanto il livello di coscienza etica, si sente molto la mancanza». I lavori del pomeriggio hanno focalizzato l'attenzione del pubblico presente al Teatro Caio Melisso sulle vicende degli anni Settanta, sul terrorismo delle Brigate Rosse, «sulla sua volontà - come ha più volte ricordato Giovanni Bianconi nel corso del suo intervento - di condurre la lotta armata al di là di quello che sarebbe riuscita ad ottenere colpendo, a cominciare dagli anni '80, gli 'uomini della mediazione', le intelligenze che mettevano a disposizione le loro competenze per far conoscere alla politica ciò che era veramente la società». «Lo stesso Tobagi - ha aggiunto Bianconi - era un uomo di mediazione, quella mediazione nemica della lotta armata che voleva portare tutto alle estreme conseguenze». Anche Guido Crainz, nel ripercorrere la storia del terrorismo e le vicende storiche che caratterizzarono gli anni Settanta, ha tenuto a sottolineare «l'importanza, oggi, di continuare a documentare, a raccontare i fatti, quei fatti che Walter amava capire: l'esempio più grande che ha lasciato a tutti noi». Al termine dell'incontro è stata inaugurata, nella Sala degli Armigeri dell'ex Museo Civico, la mostra documentaria Walter Tobagi. Un giornalista negli anni di piombo a cura dell'Istituto Carlo De Martino per la formazione giornalistica di Milano. «Questa mostra - ha dichiarato il presidente dell'Odg della Lombardia Franco Abruzzo - ricostruisce, passo dopo passo, la storia di quegli anni. Oggi vogliamo affidarla al Comune di Spoleto affinchè, nel metterla a disposizione dei giovani, possa spingerli a riflettere e a capire». (Adnkronos)

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