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Osservatorio sui media 26 Giu 2013

"Senza voce, le crisi dimenticate dai media" Giovanni Rossi: un provincialismo da superare

Solo il 4% delle notizie dei telegiornali sono dedicate alle crisi umanitarie (guerre, pandemie, disastri naturali, ecc.) che caratterizzano il nostro mondo globalizzato. E' uno dei dati che emerge dalla ricerca commissionata da Medici Senza Frontiere (MSF Italia) all'Osservatorio di Pavia-Media Research. La presentazione del documento è stata patrocinata dalla Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi).

Solo il 4% delle notizie dei telegiornali sono dedicate alle crisi umanitarie (guerre, pandemie, disastri naturali, ecc.) che caratterizzano il nostro mondo globalizzato. E' uno dei dati che emerge dalla ricerca commissionata da Medici Senza Frontiere (MSF Italia) all'Osservatorio di Pavia-Media Research. La presentazione del documento è stata patrocinata dalla Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi).

Il dato emerso, riferito a tre canali della TV pubblica ed a 4 di quella privata, è il più basso dal 2006 e cioè da quando avviene il monitoraggio dei Tg. Un tendenza che contrasta palesemente con quanto risulta da un'altra ricerca, sempre commissionata da MSF, ma questa volta all'Eurisko, e dalla quale risulta che il 63% degli italiani desidera ricevere dai media più informazioni sulle emergenze umanitarie. Il monitoraggio è stato effettuato sui Tg perché ancora oggi il telegiornale è il principale mezzo utilizzato dagli italiani per informarsi: il 66% degli intervistati da Eurisko, dichiara di utilizzarlo come principale mezzo d'informazione. Proprio relativamente alle problematiche umanitarie il nostro sistema d'informazione televisivo si colloca come fanalino di coda a livello europeo.
Intervenendo alla presentazione, svoltasi nella sede dell'Associazione della stampa estera, a Roma, il Presidente della Fnsi, Giovanni Rossi, ha sostenuto che "il problema al quale ci troviamo di fronte è determinato da vari fattori". "Tra questi un problema generale culturale che riguarda tutto il Paese in rapporto ai modelli che hanno dominato negli ultimi anni e che non prevedono si facciano i conti con queste situazioni di crisi". "C'è, poi - ha proseguito Rossi - un problema di scelte editoriali che hanno fin qui puntato all'inseguimento dell'appiattimento culturale al contempo contribuendo a determinarlo. A ciò si aggiunge la sempre più ampia rinuncia dei vari mezzi di informazione ad avere proprie dirette fonti, come dimostra la rarefazione della figura dell'inviato. Infine, c'è un problema di sensibilizzazione e formazione dei giornalisti che concerne anche l'acquisizione di una capacità di attenzione maggiore a queste notizie".

CRISI DIMENTICATE

LETTERA APERTA DI MEDICI SENZA FRONTIERE AI DIRETTORI

Medici Senza Frontiere (MSF) dal 2005 cerca di far luce sulle crisi umanitarie nascoste agli occhi del pubblico, attraverso la campagna "Crisi dimenticate". Parte integrante dell’identità di MSF è testimoniare la situazione delle popolazioni in pericolo, con l’impegno di far sentire la loro voce. E’ proprio la “testimonianza” a completare l’azione medico‐umanitaria dell’organizzazione.
Quando una crisi umanitaria è dimenticata? Quando c’è un significativo squilibrio tra la sofferenza delle popolazioni e la copertura da parte dei media. In questi anni, abbiamo compilato un elenco di alcuni contesti per i quali la copertura (soprattutto televisiva) è stata assente, minima o superficiale, distante dai bisogni reali e dalle difficoltà che affrontano le persone che curiamo.
L’elenco di quest’anno è accompagnato da un augurio: che il prossimo anno questo stesso elenco sia vuoto. E voi, come principali responsabili delle decisioni all’interno dei media, avete un ruolo vitale per realizzare tale auspicio. Siamo inoltre convinti che la pressione dei media e dell'opinione pubblica su governi, autorità o attori umanitari e politici, anche in paesi remoti, possa spingere questi ultimi ad agire in favore delle persone in difficoltà.
La crisi finanziaria e socio‐politica o alcuni eventi “spettacolari” che riguardano l'Occidente dominano l’attenzione dei media. Eppure, dobbiamo renderci conto che le crisi in Darfur, Somalia, Afghanistan, Mali, anche se hanno luogo lontano dall’Italia, non sono “isolate”: basti pensare ai rifugiati che arrivano in condizioni terribili sulle nostre coste, in fuga dai conflitti, a migliaia di chilometri di distanza. Non è concepibile che il Darfur o Haiti siano menzionati solo se vengono visitati dai divi di Hollywood o che le sezioni di esteri dedichino un grande spazio alle storie delle corti reali europee.
Medici Senza Frontiere chiede a tutti i media italiani di sostenere gli sforzi per portare le crisi dimenticate all'attenzione dell’opinione pubblica, in modo da non lasciare nell’oblio le persone vittime di conflitti, catastrofi naturali e che soffrono a causa della malnutrizione o di altre malattie. E a non chiudere la porta a un mondo sempre più vicino a noi e sempre più importante da comprendere.

Medici Senza Frontiere
 Italia Tra i primi firmatari:
Ettore Mo , Valerio Pellizzari, Bernardo Valli, Fabrizio Gatti, Giovanni Porzio, Francesco Zizola, Antonio Di Bella, Massimo Cacciari, Federica Sciarelli, Elisabetta Rosaspina, Lucia Goracci, Ugo Tramballi, Filippo Solibello, Mariarosa Gianniti, Claudio Monici, Tiziana Ferrario, Stella Pende, Gabriella Simoni, Vittorio Parsi, Mario Morcellini, Pietro Suber, Mimosa Martini, Enzo Nucci, Nico Piro, Alessandro Robecchi, Daniela De Robert, Fausto Biloslavo, Gian Micalessin, Barbara Schiavulli, Christiana Ruggeri, Don Virginio Colmegna.

Medici Senza Frontiere

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