Il Cdr di Repubblica ha raggiunto un accordo con l'azienda ed è stata scongiurata la chiusura della redazione di Parma del quotidiano la Repubblica, annunciata in precedenza per il primo aprile e contestata dal Comitato di redazione e dall’Associazione stampa dell’Emilia Romagna.
A comunicarlo è la stessa redazione sul sito parma.repubblica.it. «Al termine dell'incontro chiesto dal Comitato di redazione all'azienda – si legge – è stato sospeso il progetto di chiusura. L'azienda ha convenuto sull'importanza strategica di una presenza in una città e in una provincia di primo piano dal punto di vista economico e politico. Cdr e azienda hanno altresì convenuto che ogni altra iniziativa che dovesse riguardare la redazione di Repubblica Parma farà parte di un piano editoriale di più ampio respiro e che tenga conto dell'evoluzione del prodotto giornalistico e la salvaguardia dei posti di lavoro».
Una buona notizia che però non basta a tranquillizzare i giornalisti del quotidiano. L’assemblea di redazione di Repubblica, infatti, preso atto dell’intenzione dell’azienda di bloccare la chiusura del sito di Parma e di aprire un tavolo permanente sulle prospettive di sviluppo del digitale, ha dichiarato comunque irricevibile il metodo utilizzato dall’azienda di comunicare – in maniera peraltro tardiva – decisioni già prese.
«Deve essere chiaro – spiega una nota dell’assemblea – che per i giornalisti di Repubblica l’unica strada percorribile è quella del confronto costante sui progetti che prevedono sviluppo e promozione del nostro lavoro e non solo tagli di costi, confronto che dovrà vedere il lavoro congiunto dei Cdr di Repubblica ed Elemedia».
Per questo l’assemblea di Repubblica ha dato mandato al Cdr di aprire immediatamente un tavolo per la verifica degli impegni aziendali e ha affidato al Cdr un pacchetto di tre giorni di sciopero da utilizzare nel caso in cui l’azienda dovesse riproporre iniziative unilaterali.
Mentre la presidente dell'Aser, Serena Bersani, auspica che «lo stesso senso di responsabilità dimostrato dall’azienda nel rinunciare alla scelta di chiudere il sito di Parma il 31 marzo venga applicato anche nel ricercare, insieme al sindacato, un percorso che garantisca la regolarizzazione contrattuale dei giornalisti».