“Ugo Armati se n’è andato in silenzio, con discrezione lasciando sgomenti familiari, amici e colleghi che hanno avuto modo di incontrarlo e affezionarsi a lui nella sua lunga esperienza di pubblicista e dirigente di categoria. Fino a pochi mesi fa – prima di un malessere circolatorio che sembrava passeggero – portava i suoi 83 anni con una vitalità e un entusiasmo di un giovanotto, trasmettendo passione per l’impegno professionale e amore per le istituzioni della categoria dei giornalisti.
Tesoriere del Gruppo Uffici Stampa (Gus) della Fnsi, già tesoriere e presidente della commissione amministratrice dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti, rieletto consigliere alla fine della scorsa primavera era attualmente componente del Consiglio di Disciplina Nazionale. Ugo Armati era diventato una figura familiare e di equilibrio nel sistema degli organi di categoria a Roma come a livello nazionale. Gran tessitore di rapporti, uomo generoso e sempre disponibile a cercare di cucire strappi e comunque a tenere profondi rapporti umani che lo facevano andare d’accordo anche con persone di formazione diversa dalla sua, Ugo è stato un amico nostro – anche personale - e del Sindacato dei giornalisti: un costruttore di ponti, non di barriere, capace di aprire il dialogo con esperienze molto lontane come quelle con i colleghi cinesi. Sono piccoli semi per piantagioni che cominciano a dare qualche frutto e che il mondo in cambiamento farà fruttificare negli anni a venire. Altri possono avere avuto obiettivi diversi su questi progetti ma per lui, da sempre, anche nel lavoro (Enpi Commissariato Governativo Emigrazione) legato a Gino Falleri leader del pubblicismo romano e del Gus, l’attività inclusiva e solidale era una missione.
Nel ricordo della sua grande umanità disponibile verso gli altri, alla famiglia e ai colleghi del Gus e dell’Ordine il cordoglio profondo della Fnsi.”
LA SCOMPARSA DI UGO ARMATI
Ugo è morto. Non servirebbe dire chi, perché Ugo Armati era per tutti noi Ugo.
Un collega che amava la pace, che spendeva ogni sua capacità per chiedere a tutti, anche a tutti noi nell’Ordine, di andare d’accordo. Aveva un senso dell’amicizia davvero raro e viveva con una sofferenza indicibile anche la più semplice incomprensione con le persone per le quali aveva affetto.
Una vita, la sua, spesa all’interno della Pubblica amministrazione e delle istituzioni professionali, con una attenzione molto forte per i pubblicisti. Sapeva, lui attento osservatore, che le barriere, tra i giornalisti, sono una sconfitta per tutta la categoria.
Lo prendevamo un po’ in giro per l’attenzione che aveva per l’Estremo Oriente e per la Cina in particolare. Raccontava i suoi primi incontri con i colleghi cinesi: un mondo chiuso e pieno di sospetti. E invitava a riflettere, con orgoglio, su quanto quel mondo fosse cambiato, anche grazie a quei contatti con i giornalisti italiani.
Era davvero così, senza enfasi, ma con sano realismo.
Ad apprezzarlo di più, ennesima prova delle stranezze della vita, erano proprio i colleghi cinesi. Lo trattavano con una deferenza che gli creava imbarazzo.
Già Ugo era anche questo: non amava i riflettori, desiderava solo essere utile ai colleghi tutti, offrendo ogni sua energia al servizio delle istituzioni.
I funerali si svolgeranno domani, mercoledì 29 gennaio, alle ore 15,30 nella Chiesa di San Barnaba a Marino. Da http://www.odg.it/ del 28 gennaio 2014