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Fnsi 07 Lug 2006

Scandalo Sismi, Serventi Longhi: "Su Farina esprimo disagio" Le intercettazioni tra Farina e Pompa. Il vicedirettore di 'Libero': "Confesso, ho aiutato il Sismi"

Sulla vicenda del vicedirettore di "Libero", Renato Farina, inquisito per favoreggiamento nell'inchiesta sul rapimento di Abu Omar, il segretario della Federazione della Stampa, Paolo Serventi Longhi, non nasconde "un pò di imbarazzo" e una sensazione "di disagio". E su 'Libero' Farina, accusato di favoreggiamento, ammette: "Confesso, ho aiutato il Sismi"

Sulla vicenda del vicedirettore di "Libero", Renato Farina, inquisito per favoreggiamento nell'inchiesta sul rapimento di Abu Omar, il segretario della Federazione della Stampa, Paolo Serventi Longhi, non nasconde "un pò di imbarazzo" e una sensazione "di disagio". E su 'Libero' Farina, accusato di favoreggiamento, ammette: "Confesso, ho aiutato il Sismi"

"Forse per la prima volta da quando sono segretario - dice all'Agi - un collega del quale non condivido molte delle opinioni, ma un collega importante e famoso, viene indagato con dettagli che sembrano sempre più precisi e addirittura con un nome di battaglia". Per Serventi Longhi "è evidente che la magistratura dovrà provare le sue accuse e dimostrare le responsabilità penali, ma noi ci siamo sempre preoccupati di sollecitare i giornalisti a rispettare la deontologia e quindi ad una rigorosa e assoluta autonomia dalle fonti. Non sono accettabili - insiste il segretario della Fnsi - commistioni di alcun genere con le fonti e su questo punto il comportamento di Farina, almeno secondo quello che sta emergendo, non appare del tutto trasparente". Quanto ai chiarimenti che il collega dovrà fornire sia alla magistratura sia all'ordine professionale, Serventi Longhi si augura che "siano soddisfacenti". Al momento, aggiunge, "non posso che esprimere preoccupazione e imbarazzo". E motiva: "l'altro giorno, quando la magistratura ha ordinato le perquisizioni e i sequestri ai colleghi Farina e Antonelli, abbiamo manifestato il nostro disagio per questi atti. Oggi questo disagio assume tutt'altra veste". (AGI) Il procuratore aggiunto Armando Spataro, come ha riportato il gip Enrico Manzi nella sua ordinanza, "ha evidenziato alcune inquietanti circostanze che configurano la specifica esigenza cautelare di tutela della genuinità della prova". Tra queste una serie di telefonate tra Pio Pompa, funzionario del Sismi indagato per favoreggiamento e intercettazioni abusive e il vice direttore di Libero Renato Farina indagato per favoreggiamento, in cui "traspare il tentativo di acquisire illecitamente atti di indagine, se non addirittura di seguire, anche fisicamente, le mosse" degli inquirenti milanesi "per prevenirne le scelte investigative". Come quella dello scorso 19 maggio in cui Farina dice a Pompa: "ecco, poi un'altra cosa, oggi è partito per il week-end Spataro e torna domenica sera ... ed è partito con il computer,... tu dirai noi cerchiamo di avere un pò di interrogatori, un pò di carte capito?". E due giorni dopo il giornalista parlando al telefono con il funzionario che ha vissuto per anni nell'appartamento del Sismi di via Nazionale a Roma dove la Digos ha trovato un'archivio 'parallelo', dice: "allora .. poi sento il mio amico e ti faccio sapere (p.i.) lui mi ha detto che appena ci fossero state novità mi avrebbe chiamato, ecco non mi ha ancora chiamato, lo chiamo io dopo cena". Pompa: "no perchè ieri sera mi avevi detto che ci parlavi, no". Farina: "c'ho parlato ieri sera e m'ha detto esattamente questo: che non ci sono novità perchè nel weekend si è fermato tutto... il Pm è via in vacanza e gli uffici sono chiusi... e da quell'altro non ha saputo nulla, capito?". Pompa: "ho capito". Farina: "va bè, allora ti faccio sapere al più presto, appena ho sentito lui se ci sono novità o anche se non ci sono". Farina: "senti ma .. di quei tre non si sa più niente allora?". Pompa: "è esattamente quello di cui ti sto parlando, lui mi ha detto che a lui risulta che agiscano ancora nei termini che si era detto, cioè". Pompa: "cioè domani". Farina: "tra stanotte e l'alba, però ti ripeto c'è l'aria del fatto che c'è di mezzo la politica, capito?" Pompa: "va bè, va bè". Farina: "ti faccio sapere, ti tengo comunque al corrente". E sempre lo stesso giorno, ma più tardi, Farina richiama Pompa: Farina: "Eccomi sono io, Renato". Pompa: "Ciao Renè". Farina: "eccomi allora.. la cosa ritarda perchè vogliono avere di più.. vogliono lavorarla meglio anche se è confermata; stasera alle ore 19.00 Spataro era in Questura, è andato lui in Questura da Megale, il capo dell'antiterrorismo della Digos per un vertice..." Pompa: "è andato là apposta oggi perchè oggi non è di lavoro, ha chiesto di parlargli e lui gli..." Farina: "...secondo la mia fonte molto attendibile... comunque stanno lavorando, credo che stiano cercando di capire se politicamente cosa fare non fare". Pompa: "Sì, ma.." Farina: "va bene". Pompa: "...Megale è importante". Farina: "Comunque è andato stasera alle 19.00, era dentro l'Ufficio, l'ha visto, infatti l'ha salutato, va bene?' Pompa: "ma è andato dunque". Farina: "lui in Questura, è andato in Ufficio da Megale". Pompa: "ah. Ok". Farina: "Va bene". Pompa: "Grazie Renè, grazie. ciao". (ANSA) Si cominciano a delineare, negli atti dell'inchiesta, i ruoli dei protagonisti del rapimento dell'imam Abu Omar, mentre i principali indagati sono finiti sotto torchio. Il primo interrogato è stato il giornalista Renato Farina, vice direttore del quotidiano Libero, accusato di favoreggiamento, il quale in una lettera pubblicata sul suo quotidiano ammette di aver aiutato il Sismi. E' stato poi sentito il personaggio principale, il n.2 del Sismi, Marco Mancini, arrestato mercoledì per concorso nel sequestro dell'ex imam di viale Jenner. Due interrogatori molto lunghi: cinque ore per Farina (assistito dall'avvocato Grazia Volo), addirittura sei abbondanti per Mancini, difeso dagli avvocati Lauri e Panella. Ciò significa che gli indagati hanno risposto alle domande, hanno fornito le loro spiegazioni. Mancini avrebbe spiegato il suo ruolo, cercando di chiarire una posizione che, alla luce di alcune dichiarazioni di altre persone sentite dai magistrati, sarebbe piuttosto delicata. Ma è dalla corposa ordinanza di custodia cautelare, firmata da Manzi, che ha portato in carcere Mancini e ai domiciliari Gustavo Pignero, all'epoca del sequestro responsabile dei centri Sismi per il Nord Italia, che spuntano particolari delicati anche per far capire in che modo è maturata l'idea di questa 'estradizione' illegale di Abu Omar. Il procuratore aggiunto Armando Spataro, nelle sue valutazioni riportate dall'ordinanza del gip, ipotizza che Pignero e Mancini avessero rafforzato la "volontà degli organizzatori ed esecutori del sequestro appartenenti alla Cia, derivante anche solo dalla mera consapevolezza che evidentemente costoro avevano circa la accondiscendenza del Sismi e dello stesso Governo Italiano (al quale potevano far risalire la decisione ultima di non ostacolare o impedire l'azione)". Insomma, la possibilità di agire senza ostacoli. In questo, Mancini e Pignero potrebbero "aver taciuto al direttore del Sismi quanto andavano tramando e quanto hanno poi realizzato...". Spataro scrive anche che "in alternativa è possibile solo ipotizzare un concorso anche del direttore del Servizio, gen. Pollari, nei reati ascrivibili al Mancini e al Pignero, per aver nascosto alla polizia giudiziaria e, di conseguenza, all' autorità giudiziaria, le notizie ricevute in ordine al progetto e al sequestro di Abu Omar". Secondo le ammissioni del maresciallo Pironi, il sequestro di Abu Omar andò in porto dopo tre tentativi senza esito, nei venti giorni precedenti quel famoso 17 febbraio 2003. Ma fin dall' autunno precedente - questa è almeno la convinzione dei magistrati - il Sismi collaborava con la Cia per organizzare il rapimento. E per agevolare la sua riuscita, erano stati sostituiti, a fine 2002, i capi centro di Milano e di Trieste. "Sul piano geografico - scrive il gip - non può non saltare agli occhi che tutta la direttrice Milano-Aviano risultava, dall'inizio di dicembre, 'presidiata' da funzionari del Sismi graditi all'attuale indagato o, quantomeno, non propensi a creare difficoltà in caso di operazioni non ortodosse". Insomma, Mancini e Pignero non solo hanno omesso di impedire il rapimento ma avrebbero "direttamente a attivamente contribuito a disporre gli accertamenti finalizzati alla sua consumazione". E il fatto, conclude il giudice, è grave assai. "Il sequestro di Abu Omar, oltre a configurare una grave violazione delle norme, anche di rango costituzionale...costituisce una palese violazione dello stesso principio di sovranità dello Stato; con il sequestro, infatti, si è consentito ad un servizio straniero di catturare un sospettato in aperta violazione delle norme previste dalle convenzioni internazionali". E per di più gli indagati "per il loro elevato grado funzionale e per la indubbia conoscenza delle operazioni gestite dai servizi segreti, e in particolare dalla Cia, non potevano non tenere conto della sorte del sequestrato, successivamente sottoposto a tortura". Quanto a Farina, raggiunto da un invito a comparire, i pm Romanelli e Civardi - che hanno poi secretato l'interrogatorio - hanno cercato di farsi spiegare il suo ruolo. Il vicedirettore di 'Libero' ricorre spesso nelle intercettazioni. Tra queste una serie di telefonate con Pio Pompa, funzionario del Sismi indagato per favoreggiamento e intercettazioni abusive, in cui "traspare il tentativo di acquisire illecitamente atti di indagine, se non addirittura di seguire, anche fisicamente, le mosse" degli inquirenti milanesi "per prevenirne le scelte investigative". "E' stato un interrogatorio serio nel quale sono state date tutte le spiegazioni in modo convincente" ha commentato il difensore di Farina, avv.Grazia Volo, dicendosi fiduciosa che possa cadere l'accusa di favoreggiamento. (ANSA)

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