Contro l’invasione turca del Rojava e la guerra della Turchia al popolo curdo. Contro la repressione della società civile, del movimento curdo e di tutte le forze democratiche in Turchia. Contro la barbarie dell’Isis e per l’universalismo dei valori umani. Per il confederalismo democratico, per bloccare il supporto delle potenze internazionali e locali alla Turchia e mettere fine al vergognoso accordo sui profughi. Per la fine dell’isolamento e per la liberazione del leader del popolo curdo Abdullah Öcalan.
Sono alcuni dei motivi che hanno spinto Retekurdistan Italia a scendere in piazza oggi, sabto 24 settembre, alle 14, a Roma. «Dopo il fallito golpe del 15 Luglio – si legge sul sito internet dell’associazione –, attribuito ai seguaci di Gülen, Erdogan dà il via al terrore che sta eliminando qualsiasi parvenza di democrazia, con il repulisti di accademici, insegnanti, giornalisti, magistrati, militari, medici, amministratori, impiegati statali, invisi al regime: 90.000 tra licenziamenti e rimozioni, 30.000 arresti; chiusura di giornali, stazioni radio-televisive, centri di cultura e sedi di partito».
Al contrario, il popolo curdo insieme agli altri gruppi etnici, religiosi e culturali ha costituito una Confederazione democratica nel nord della Siria, il Rojava, dove coesistono pacificamente e nel rispetto reciproco popoli e fedi religiose diverse tra loro. «Ora questa decisiva esperienza democratica per le sorti di un altro Medio Oriente rischia di essere cancellata dall’invasione turca. È dunque urgente la mobilitazione internazionale a fianco del Rojava e della resistenza del popolo curdo», spiega Retekurdistan Italia.
Accogliendo l’appello internazionale sottoscritto da intellettuali, scrittori, artisti, politici e difensori dei diritti umani, anche la Fnsi sarà in piazza con gli attivisti della Rete, per ribadire ancora una volta, anche sulle vicende del popolo curdo, #NoBavaglioTurco.