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Quel che resta del capannone dopo l'incendio (Foto: @arpalombardia)
Libertà di informazione 09 Gen 2018

Rogo di Corteolona, la Fnsi al fianco del cronista indagato: «È in atto un attacco alla segretezza delle fonti»

Giovanni Scarpa, da 20 anni alla 'Provincia pavese', è indagato per favoreggiamento per aver chiesto lumi ai carabinieri sul posizionamento di una telecamera installata vicino al capannone prima dell'incendio. «Segnaleremo la vicenda al Csm», anticipano il segretario Lorusso e il presidente Giulietti.

«Può un cronista che cerca di far luce su discariche abusive e loschi traffici essere indagato per "favoreggiamento"? Purtroppo sì e lo spiacevole episodio è accaduto a Pavia, come è stato immediatamente denunciato dal collega Giovanni Scarpa, dal comitato di redazione e dal direttore de "La Provincia Pavese", Alessandro Moser». Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Fnsi, commentano così la vicenda di cui è stato protagonista il cronista che ha indagato sul rogo del capannone di rifiuti a Corteolona.

«Delle questioni legali – proseguono – se ne occuperanno gli avvocati, ma non possiamo accettare che l'accusa di favoreggiamento sia l'ennesima variante dei mille tentativi di aggirare il segreto professionale e di costringere i cronisti a svelare le fonti per colpire a morte il diritto di cronaca. La Fnsi, di intesa con l'Associazione Lombarda dei Giornalisti, metterà anche i propri legali a disposizione del collega e della redazione e provvederà a segnalare al Consiglio superiore della magistratura una vicenda che non riguarda solo la "Provincia Pavese", ma tutte le redazioni italiane».

Al giornalista, che «ha solo svolto, scrupolosamente, il lavoro di cronista nella clamorosa vicenda, ripresa da tutti i media nazionali, dell'incendio al capannone di rifiuti stoccati abusivamente», aveva subito espresso, in una nota, «piena solidarietà» il comitato di redazione della Provincia Pavese. Secondo il Cdr, «il provvedimento assunto nei confronti del collega è un fatto molto grave e in netto contrasto con il diritto/dovere di cronaca che, ricordiamo, è soprattutto il diritto dei cittadini ad essere informati e il dovere dei cronisti di informarli».

Nel caso specifico, «l'incendio – spiega il comitato di redazione – ha suscitato grande allarme tra la popolazione per il timore che dal rogo si fossero sprigionate sostanze nocive per la salute. Il collega è stato convocato dalla polizia giudiziaria per aver chiesto informazioni a un sottufficiale incaricato delle indagini in relazione alla presenza di una telecamera posizionata dagli inquirenti, prima del rogo, nelle vicinanze del capannone: fatto di interesse generale nell'eventualità che la telecamera avesse ripreso immagini utili a chiarire le responsabilità della grave vicenda. L'iniziale chiacchierata in Procura si è trasformata invece in un interrogatorio, senza l'assistenza di un legale, da cui il collega Scarpa è uscito come indagato per favoreggiamento personale, non si capisce bene a vantaggio di chi».

@fnsisocial

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