Il servizio pubblico fonda il suo rapporto con gli spettatori anche sull’offerta di generi popolari e di trasmissioni di largo ascolto. E dal nuovo CdA tutti i dipendenti si attendono che la Rai venga rilanciata nella sua capacità competitiva, non che sia ridotta al ruolo virtuoso ma marginale che tanto piacerebbe a Piersilvio Berlusconi e a Fedele Confalonieri.
Il servizio pubblico fonda il suo rapporto con gli spettatori anche sull’offerta di generi popolari e di trasmissioni di largo ascolto. E dal nuovo CdA tutti i dipendenti si attendono che la Rai venga rilanciata nella sua capacità competitiva, non che sia ridotta al ruolo virtuoso ma marginale che tanto piacerebbe a Piersilvio Berlusconi e a Fedele Confalonieri. E’ bene ribadirlo in risposta all’intenzione del consigliere Urbani di estromettere “Affari Tuoi” dal palinsesto di Rai Uno, come peraltro la concorrenza sta tentando di fare da mesi. Se questa Rai cede ancora sugli ascolti, il giudizio a carico del CdA è già scritto. Assai apprezzabili sono dunque le repliche che ad Urbani sono venute da altri consiglieri. Non vediamo invece ancora, da parte del vertice, sufficiente attenzione sul tema del calcio per la prossima stagione. Il colpo subito con la perdita dei diritti della serie A è durissimo, e la risposta non può limitarsi alla pur doverosa iniziativa di tipo giudiziario contro la Lega. A nessuno è consentito, neanche in Consiglio di Amministrazione, sottovalutare l’impatto materiale e quello simbolico della fine di una trasmissione storica come “Novantesimo Minuto”. Il nuovo vertice deve saper dimostrare, alla redazione di Rai Sport ed all’azienda tutta, che ci si sta rimboccando le maniche per rinnovare l’offerta sportiva e trasformare un pesante handicap in un’occasione di rilancio e di competizione. Altrimenti sarà inevitabile iscrivere tutta la vicenda, pur segnata da uno scandaloso conflitto di interessi del quale gli amministratori Rai non portano responsabilità, a carico del nuovo vertice. Anche perché gli stessi dati diffusi ieri dalla Rai attestano una salute finanziaria che avrebbe forse giustificato un atteggiamento diverso e più aggressivo nell’asta sul calcio. Nel primo semestre del 2005 la gestione Cattaneo vanta un ulteriore incremento del risultato netto, che sale a 97 milioni di euro. Ma cosa se ne fa - chiediamo - il servizio pubblico di questi utili, se intanto la sua offerta si impoverisce e non vengono fatti investimenti? Oppure vogliamo che anche stavolta sia il Ministero dell’Economia a “rastrellare” i risparmi Rai, come è già successo per gli utili del 2004?