Le sentenze della magistratura sono sempre da rispettare: compresa quella del Tar del Lazio che oggi ha confermato la multa inflitta alla Rai per l’incompatibilità di Alfredo Meocci con l’incarico di Direttore Generale. Ma rimane scandaloso ed inaccettabile che sia la Rai a dover pagare per una decisione che tutti sanno essere stata presa fuori da viale Mazzini.
Non puo’ essere il servizio pubblico a fare le spese della spregiudicatezza di coloro che, un anno fa, decisero di ignorare problemi di incompatibilità già allora ampiamente previsti (al punto che i cinque consiglieri che votarono Meocci dettero il loro assenso solo dopo aver avuto garanzie che non avrebbero dovuto pagare di persona eventuali sanzioni). Venga chiamato a risponderne il ministro dell’Economia in carica all’epoca, insieme a chi fece prevalere interessi di fazione sulla ragione aziendale; oppure trovi il governo attuale il modo per compensare pienamente l’importo della multa. Di certo i dipendenti del servizio pubblico non assisteranno inerti a questo nuovo esproprio ai danni delle casse Rai, dopo gli 80 milioni già prelevati l’anno scorso dal Ministero dell’Economia, e se necessario faranno valere le loro ragioni in tutte le sedi, compresa quella giudiziaria. “La Rai versa in angustie”, ha ricordato proprio oggi il Presidente dell’Agcom, Corrado Calabrò. Percio non è tollerabile alcun taglio agli indispensabili interventi sulle tecnologie e sul prodotto. Quei 14 milioni devono rimanere in Rai, fino all’ultimo euro.