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Rai 09 Dic 2009

Rizzo Nervo scrive a Garimberti: "Sono preoccupato per lo stato dell’informazione". Il consigliere Rai cita i casi Calderoli-Tg1, Boffo, diretta No-BDay e Bignardi

"Caro Presidente, sono molto preoccupato per lo stato di salute dell'informazione del servizio pubblico". Inizia così la lettera inviata dal consigliere d'amministrazione della Rai Nino Rizzo Nervo al presidente di Viale Mazzini Paolo Garimberti. Nella missiva, il consigliere evidenzia che "con poche eccezioni vi è ormai un vero e proprio timore nei confronti delle notizie e dei fatti che possono non essere graditi dal governo e dalla maggioranza che lo sostiene per cui sempre più spesso o su di essi cala il silenzio o vengono inseriti in pastoni marmellata che li rendono incomprensibili al telespettatore".  

"Caro Presidente, sono molto preoccupato per lo stato di salute dell'informazione del servizio pubblico". Inizia così la lettera inviata dal consigliere d'amministrazione della Rai Nino Rizzo Nervo al presidente di Viale Mazzini Paolo Garimberti. Nella missiva, il consigliere evidenzia che "con poche eccezioni vi è ormai un vero e proprio timore nei confronti delle notizie e dei fatti che possono non essere graditi dal governo e dalla maggioranza che lo sostiene per cui sempre più spesso o su di essi cala il silenzio o vengono inseriti in pastoni marmellata che li rendono incomprensibili al telespettatore".  

"Se è vero che il servizio pubblico radiotelevisivo non può e non deve essere antigovernativo -afferma Rizzo Nervo- è altrettanto vero che non può e non deve essere filogovernativo. Passa attraverso questo sentiero, purtroppo ormai sempre più stretto, la differenza tra televisione pubblica e televisione di Stato", aggiunge Rizzo Nervo che poi chiede: "Come giudicare del resto l'omissione da parte del Tg1 delle 20 del violento attacco di un partito di governo all'arcivescovo di Milano? Un silenzio giornalisticamente ingiustificabile durato due giorni, il 6 e il 7 dicembre, rotto per 'necessità istituzionale' soltanto ieri visto l'intervento del Capo dello Stato. Un ministro della Repubblica che paragona un cardinale, capo della più grande diocesi del mondo, a un 'sacerdote mafioso' è una notizia o no? E le dure reazioni non solo del mondo politico sono una notizia o no? Così come il riconoscimento da parte di Vittorio Feltri, lo scorso 4 dicembre, di aver compiuto un errore nei confronti dell'ex direttore dell'Avvenire era una notizia o no, soprattutto in considerazione del massacro mediatico anche televisivo che portò alle dimissioni di Dino Boffo?".
E ancora, sottolinea Rizzo Nervo, "non consentire al Tg3 una trasmissione speciale con collegamenti in diretta dalla piazza in occasione, il 5 dicembre scorso, del 'No Bday' è stata forse una scelta dignitosa per un servizio pubblico? La prima manifestazione organizzata in Italia dal cosiddetto 'popolo della rete', a prescindere dal suo significato politico, era in sé un fatto che giustificava, all'interno dell'intera programmazione della Rai, un approfondimento di 50 minuti (non quindi la diretta dell'intera manifestazione) così come aveva giustamente chiesto il direttore del Tg3 o no?".
"Per non parlare, infine - prosegue il consigliere - dell'umiliante ritardo (50 minuti!) a notte fonda della messa in onda della puntata di venerdì su Rai2 dell''Era glaciale' solo perchè una nota artista si era permessa di criticare il governo Berlusconi. Oggi vengo a sapere tra l'altro che la trasmissione di Daria Bignardi non riprenderà come previsto a gennaio. È far dietrologia a questo punto sospettare che si tratti di un'odiosa e ingiustificabile ritorsione?".
"Questi esempi, caro Presidente, mentre non dimentico l'immotivata rimozione del direttore di Rai3, devono farci riflettere sulla necessità di un forte e non rinviabile intervento in difesa dell'autonomia di questa azienda per il rispetto che dobbiamo al Paese e al nostro ruolo di garanti di un'informazione corretta ed imparziale", conclude Rizzo Nervo. (ADNKRONOS)

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