La vedova ha querelato il giornalista per aver leso la reputazione del capomafia deceduto. Lettera di solidarietà di quaranta familiari di vittime mafiose. Il 3 febbraio prossimo il Tribunale di Trapani giudicherà il giornalista Rino Giacalone accusato del reato di diffamazione a mezzo stampa per avere offeso la reputazione del boss mafioso Mariano Agate. Lo ha deciso il pubblico ministero Franco Belvisi, disponendo la citazione diretta del giornalista.
Il processo nasce dalla querela di Rosa Pace, vedova di Mariano Agate in relazione ad un articolo pubblicato il 3 aprile 2014 dal blog Malitalia in cui Giacalone, pochi giorni dopo il decesso, ha ricostruito l’efferata carriera criminale del capomafia e ha concluso paragonandolo a “un bel pezzo di m…”. Una invettiva che, con tutta evidenza, va al di là del significato letterale ed è fatta per trasgredire il rispetto plateale che i mafiosi ottengono con la prepotenza e la violenza.
Lo scorso marzo quaranta familiari di vittime della mafia avevano espresso solidarietà a Giacalone e avevano diffuso una lettera aperta con la quale hanno chiesto alla vedova del capomafia di Mazara del Vallo di ritirare la querela e di dissociarsi dalle imprese criminali del marito. Inoltre hanno chiesto alla magistratura di respingere la “pretesa di difendere una buona reputazione inesistente, un tentativo di abusare della giustizia per indirizzare messaggi intimidatori a Rino Giacalone e a tutti i giornalisti”. Da www.ossigenoinformazione.it