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Fnsi 04 Nov 2005

Rinnovo contratti. Posizioni inconciliabili Confermati gli scioperi: 8 e 9 carta stampata, 9 e 10 novembre tv nazionali e locali

“I giornalisti italiani sono nuovamente costretti alla mobilitazione e allo sciopero a causa dell’atteggiamento di netta chiusura degli editori della Fieg, dell’Associazione dell’emittenza locale Aeranti-Corallo e dell’Agenzia per il Pubblico impiego Aran nelle vertenze per i rinnovi contrattuali della categoria.

“I giornalisti italiani sono nuovamente costretti alla mobilitazione e allo sciopero a causa dell’atteggiamento di netta chiusura degli editori della Fieg, dell’Associazione dell’emittenza locale Aeranti-Corallo e dell’Agenzia per il Pubblico impiego Aran nelle vertenze per i rinnovi contrattuali della categoria.

La Giunta esecutiva della Fnsi e i rappresentanti dell’Associazioni regionali di stampa hanno tentato oggi, fino in fondo, di trovare un’intesa con la Fieg per un accordo sulla proposta degli stessi editori di far slittare di due anni la trattativa per il rinnovo quadriennale del contratto. Le proposte della Fieg sulla parte economica biennale, sul lavoro autonomo e sul recepimento della Legge 30 relativa alle flessibilità del mercato del lavoro, purtroppo non hanno consentito al Sindacato di trovare spazi di trattativa credibili. In particolare, sulla Legge 30 la Fieg si è dichiarata disponibile a discutere solo su quei pochi punti che la stessa legge demanda alla trattativa fra le parti. Per aspetti decisivi come il distacco, il trasferimento di rami di azienda o le cessioni, il lavoro in appalto, la Fieg ha escluso qualunque ipotesi di impegno meramente politico a contenere l’efficacia delle norme, preannunciando invece la piena applicabilità delle misure più pericolose per la professione giornalistica e l’autonomia della categoria. Per il lavoro autonomo, la Fieg ha confermato di non ritenere il tema dei freelance e dei collaboratori un possibile oggetto di qualsivoglia trattativa futura. Gli editori hanno confermato di non essere controparte per regolare il lavoro autonomo e si sono limitati a confermare quanto è già scritto nel contratto per un esame del fenomeno di tipo statistico, respingendo quindi qualunque ipotesi di negoziato. La Fnsi ritiene che un’intesa per un accordo biennale, una volta verificata l’attuale impossibilità di un contratto quadriennale per la distanza tra le due piattaforme, fosse possibile nel confronto di oggi e sia ancora raggiungibile se gli editori fossero disponibili a formulazioni avanzate e trasparenti. Il Sindacato dei giornalisti ha purtroppo dovuto verificare la rigidità della posizione della Fieg e quindi l’assenza di condizioni minime e credibili per un’intesa ragionevole. Il Sindacato dei giornalisti deve inoltre registrare la totale assenza di un avanzamento delle posizioni di netta chiusura dell’associazione delle emittenti locali Aeranti-Corallo. Questa organizzazione, che oggi rappresenta aziende che occupano oltre mille giornalisti quasi tutti contrattualizzati, si ostina e respingere la piattaforma della Fnsi tendente a migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle colleghe e dei colleghi uniformando, in particolare, il regime dell’orario di lavoro a quello degli altri giornalisti. Il Sindacato non ha ancora ottenuto risposta dall’Aran alla richiesta di apertura delle trattative per il contratto dei giornalisti degli Uffici Stampa della Pubblica amministrazione. Una mancata risposta che contrasta con la recentissima sentenza del Tribunale del Lavoro di Roma che ha sancito la legittimità contrattuale della Fnsi peraltro chiaramente prevista dalla Legge 150/2000. Nei prossimi giorni il Sindacato dei giornalisti formalizzerà nuovamente all’Aran la richiesta di fissare la data di inizio delle trattative.” La Federazione Nazionale della Stampa Italiana Le modalità dello sciopero dei giornalisti La Federazione Nazionale della Stampa Italiana comunica: Si riportano di seguito le modalità dello sciopero dei giornalisti: i giornalisti dei quotidiani del mattino e dei quotidiani free press si asterranno dal lavoro nelle giornate di martedì 8 e mercoledì 9 novembre per impedire l’uscita dei quotidiani nelle giornate di mercoledì 9 e giovedì 10; i giornalisti dei quotidiani del pomeriggio si asterranno dal lavoro in modo da impedire l’uscita dei quotidiani nelle giornate di mercoledì 9 e giovedì 10 novembre; i giornalisti delle agenzie di stampa, dei service, delle strutture sinergiche nazionali e locali, dei giornali telematici, dei siti web e dei portali internet si asterranno dal lavoro dalle ore 07.00 di martedì 8 alle ore 07.00 di giovedì 10 novembre; i giornalisti free-lance, i collaboratori ed i corrispondenti e i giornalisti degli uffici stampa si asterranno dal lavoro per le intere giornate di martedì 8 e mercoledì 9 novembre; i giornalisti dell’emittenza radiotelevisiva pubblica e privata analogica e digitale, nazionale e locale, e dei canali tematici satellitari legati o no a network terrestri si asterranno dal lavoro a partire dalle ore 06.00 di mercoledì 9 sino alle ore 06.00 di venerdì 11 novembre; i giornalisti dei periodici settimanali si asterranno dal lavoro in modo da impedire l’uscita del primo numero utile raggiungibile; i giornalisti dei periodici mensili parteciperanno all’azione sindacale nei modi e nelle forme decisi dai Comitati di redazione d’intesa con le rispettive redazioni. Non sono previste deroghe di alcun tipo. Nel corso dello sciopero, nelle emittenti radiotelevisive nazionali, saranno assicurati soltanto i notiziari in forma ridotta previsti da eventuali accordi aziendali. Le Associazioni Regionali di Stampa potranno, in casi particolari, autorizzare le emittenti locali a trasmettere una finestra informativa, di non più di 5 minuti, nel corso della quale dovrà essere data lettura dei comunicati sindacali. Pertanto, non andrà in onda nessuna trasmissione o rubrica giornalistica, né andranno in onda trasmissioni registrate in giornate precedenti, che abbiano come conduttori o protagonisti giornalisti, né avvenimenti sportivi con la cronaca di giornalisti. In ogni caso sarà assicurata la presenza dei Cdr in tutte le redazioni al fine di predisporre notiziari straordinari in presenza di eventi di particolare gravità e interesse per l’utenza. Per impedire recuperi di produttività i Comitati di redazione potranno proclamare, ove necessario, lo stato di agitazione ed il blocco degli straordinari nei giorni precedenti e successivi agli scioperi. Negoziato per il contratto: bisogna scioperare L’appello di Autonomia e di Giornalisti Uniti Cari colleghi di Autonomia e Solidarietà e di Giornalisti Uniti, bisogna di nuovo scendere in lotta per difendere i nostri diritti, sostenere la giustezza delle posizioni e della piattaforma contrattuale della Fnsi, respingendo invece le proposte degli editori, che in ogni occasione ricordano e confermano la loro piattaforma oltranzista. La Fnsi ha tentato di percorrere tutte le strade possibili per arrivare a un’eventuale, credibile e onesta intesa sulla proposta degli editori di far slittare di due anni la trattativa per il rinnovo contrattuale quadriennale, normativo ed economico. Purtroppo, le proposte della Fieg su aumenti retributivi, regole per i collaboratori esterni e per la legge 30 (la cosiddetta Maroni-Biagi) non hanno lasciato alcuno spazio a una credibile intesa, anche se testimoniano che fra gli editori un dibattito si è avviato. Per ora, purtroppo, con esiti largamente insoddisfacenti. La Fieg ha riproposto un aumento economico troppo basso. Sulla legge Biagi, la Fieg si è dichiarata disponibile a discutere solo sui due punti delle norme già rinviate dalla stessa legge al negoziato tra le parti (negoziato che, peraltro, c’è già stato e che si è concluso dopo anni con un nulla di fatto). Per altri aspetti decisivi, come il distacco, il trasferimento di rami di azienda o l’appalto collettivo di manodopera, la Fieg non è stata disponibile nemmeno a un puro impegno di natura politica o a un’iniziativa di mera “moral suasion” nei confronti degli editori. Invece la Fieg ha preannunciato la piena applicabilità delle misure che la Fnsi ha già denunciato come le più pericolose per la professione giornalistica e l’autonomia della categoria. Per i free lance la Fieg ha dichiarato di non voler e poter trattare alcunché: semplicemente ha dichiarato per bocca del capodelegazione Alberto Donati che gli editori non si considerano la controparte dei giornalisti per parlare di lavoro giornalistico autonomo. La Fieg non ha negato l’esistenza del problema e l’esigenza di nuove regole. Ma ha ribadito che non è con gli editori che il sindacato deve trattare. E allora con chi? Chi fa contratti e offre lavoro ai free lance? Donati ha detto che né oggi né domani la Fieg sarà controparte. La Fieg si è dichiarata disponibile a fare un approfondimento comune sugli aspetti statistici del fenomeno, ma senza che questo possa determinare conseguenze per il futuro. Né precostituire una base già proponibile come trampolino di lancio per un eventuale negoziato tra due anni. Di fronte a questa posizione, pur nella consapevolezza del momento e pur mantenendo tutta la volontà e la disponibilità a un eventuale negoziato vero e credibile, il sindacato non ha potuto che dare il via libera agli scioperi. Cari colleghi, non è a cuor leggero che si proclamano gli scioperi o che si dichiarano insufficienti le proposte della controparte, anche quando sono largamente al di sotto dei minimi necessari per fare una trattativa credibile. Per questo la Fnsi ha deciso di verificare fino in fondo tutte le possibilità, con pazienza certosina e grande disponibilità. Nessuno potrà accusare il sindacato di aver deciso per punto preso. Al contrario, il punto preso si è dimostrato quello degli editori. Per il momento, dunque, non ci sono altre possibilità: dobbiamo lottare, e duramente, a sostegno delle nostre vertenze. Ricordiamo che sono aperte e importantissime anche le vertenze Aeranti-corallo e per gli uffici stampa. Trattare è il mestiere del sindacato. Per farlo bisogna essere in due. Roma 4 novembre 2005 Il Presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, Lorenzo Del Boca, ha inviato al segretario della Fnsi e ai Presidenti degli Ordini regionali la seguente lettera in merito agli scioperi dei giornalisti Ho tardato qualche tempo, per rispondere alla lettera che sollecitava interventi nei confronti di alcuni colleghi che consentivano l’uscita dei loro giornali, nei giorni di sciopero. Il problema contiene in sé elementi di estrema delicatezza. Il primo è quello di salvaguardare l’autonomia decisionale di ogni singolo istituto e, nel suo ambito, di ogni singolo organismo. In questo contesto sarebbe quanto mai discutibile l’iniziativa di suggerire linee d’azione deontologica ai Consigli Regionali. E men che meno questa richiesta dovrebbe venire da un organismo formalmente terzo come la Federazione Nazionale della Stampa. Fatte le debite proporzioni, sarebbe come se Berlusconi o Castelli, Epifani o Pezzotta suggerissero alle Procure e ai Tribunali quali processi celebrare e come. Ma, certo, in varie città, sono stati segnalati episodi sgradevoli e, certo, l’Ordine non può passare sotto silenzio il clima di intimidazione – e, qualche volta, di ricatto – che si respira in alcune redazioni. E’ censurabile la volontà di alcuni colleghi che - ricoprendo ruoli significativi nella gerarchia del giornale - chiamano al lavoro precari, free-lance o stagisti che non sono nelle condizione di rifiutare per la debolezza implicita nei loro minuscoli contratti di collaborazione. Improvvisano così una redazione affidando incarichi impropri e praticamente soltanto per il tempo dello sciopero, al solo scopo di fare uscire un giornale che, altrimenti, non potrebbe essere realizzato. E’ del tutto evidente che viene così violato il dettato dell’articolo 2 della legge del 1963 che impone la lealtà e la solidarietà fra colleghi. In questi casi, dunque, non è escluso che si possano aprire procedimenti disciplinari. Tuttavia, perché la procedura sia efficace, occorre che vengano indicati elementi oggettivi di qualche peso e di qualche rilevanza. I procedimenti disciplinari non sono né giudizi soggettivi su comportamenti personali né valutazioni di politica sindacale. E’ necessario che i Comitati di Redazione – e, in generale, i colleghi più sensibili - possano fornire elementi concreti in base ai quali sia consentito aprire delle indagini preliminari. Addebiti precisi, insomma, sorretti da testimonianze che descrivano comportamenti scorretti che vadano oltre la “normale” non-partecipazione allo sciopero. Naturalmente mi auguro che i futuri scioperi di categoria registrino un’adesione compatta e convinta tale da rendere inutile ogni pur velato ricorso agli Ordini regionali dei Giornalisti. Auguro a tutti buon lavoro Lorenzo Del Boca La risposta del Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana al Presidente dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti Il Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Paolo Serventi Longhi, ha dichiarato: “Registro con soddisfazione la presa di posizione del Presidente dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti che ha censurato i comportamenti di alcuni colleghi, fortunatamente pochi, che assumono atteggiamenti sleali in occasione degli scioperi contrattuali della categoria. Trovo opportuni il richiamo all’art. 2 della legge istitutiva dell’Ordine che impone, appunto, la lealtà e la solidarietà fra colleghi e il riferimento alla possibilità che si possano aprire procedimenti disciplinari. Sollecito tutte le Associazioni regionali di stampa, i comitati e fiduciari di redazione a fornire ai Consigli Regionali dell’Ordine elementi concreti in base ai quali sia consentito aprire indagini preliminari. Sono assolutamente convinto che debba essere tutelata l’autonomia del Consiglio Nazionale e dei Consigli Regionali degli Ordini i cui compiti sono fissati dalla legge. Ritengo però legittimo che il segretario della Fnsi sottoponga ai colleghi dell’Ordine le preoccupazioni che lo stesso presidente nazionale ritiene fondate.”

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