La riforma dell'Ordine dei giornalisti può andare in porto solo in presenza di un'intesa politica ampia che coinvolga tutti gli schieramenti: è in sintesi quanto emerso oggi dalla riunione della commissione Cultura della Camera che oggi ha ascoltato in via informale i vertici della Federazione Nazionale della Stampa, il presidente dell'Ordine Lorenzo del Boca, il presidente della Conferenza Nazionale dei Presidi di Scienze della Comunicazione Mario Morcellini, mentre la Federazione degli editori ha depositato una memoria sul tema.
Sul cammino della riforma resta il nodo del provvedimento sulle intercettazioni contro il quale giornalisti, associazioni e sindacati manifestano domani. In commissione è stata chiesta l'audizione del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti.
''Oggi - spiega Beppe Giulietti (gruppo Misto) - è emersa la convinzione che per procedere alla riforma dell'Ordine sia necessaria una larghissima intesa. Solo a questa condizione la riforma potrà concretizzarsi. Per la prima volta dopo anni la Federazione, l'Ordine e le Università premono per un lavoro comune e positivo''. ''C'è una buona volontà - spiega il segretario della Fnsi Franco Siddi - per centrare l'obiettivo di una riforma condivisa ma non c'è certezza sui tempi''. La questione tempi è infatti legata alla possibilità di varare il provvedimento in sede legislativa.
Molte le proposte avanzate oggi. La Federazione ha individuato alcuni punti-cardine: la riforma non può prescindere dall'articolo 2 dell'attuale legge (autonomia, indipendenza e tutela fonti); l'accesso slegato al censo e i master devono essere maggiormente aderenti alle realtà professionali e alla disciplina del lavoro; snellimento del Consiglio dell'Ordine; istituzione di un organismo di garanzia con pochi membri e aperto a figure esterne che si pronunci sui casi disciplinari; un giurì per la lealtà dell'informazione che vigili su eventuali violazione della privacy.
Del Boca ha proposto la riduzione del Consiglio dell'Ordine a 80 componenti; un accesso universale con percorso unico e definitivo; una commissione deontologica di nove membri e un giurì per la privacy. (ANSA)