Luke Harding, il giornalista del Guardian espulso una settimana fa dalla Russia, è rientrato ieri a Mosca e già oggi dovrebbe regolare con il Cremlino la questione degli accrediti che regolano l’ attività dei corrispondenti stranieri nella capitale russa. Intanto il capo della diplomazia russa, Sergeij Lavrov, è a Londra oggi e domani per una visita diplomatica già in calendario, e il caso Harding sarà sicuramente tra i temi caldi dell’ incontro russo-britannico.
Su Lsdi Valentina Barbieri ricostruisce la vicenda, che ha richiamato echi da guerra fredda, nel quadro del progressivo logoramento dei rapporti fra la Russia e il Regno Unito registrato nel corso degli ultimi anni (basti citare i nomi di Berezovskij o di Litvinenko).
Così, mentre per molti osservatori internazionali, l’ espulsione di Harding può essere letto come un segnale a tutti i corrispondenti stranieri -‘’se vuoi lavorare in Russia tieni la bocca chiusa a chiave” – le autorità russe mirano invece a minimizzare la questione, riportandola all’interno di una cornice legislativa e burocratica.
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