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Fnsi 12 Dic 2011

Riemergono pericolosi stereotipi e pregiudizi Natale: la Carta di Roma diventi pratica quotidiana

“La cronaca di Torino di questi giorni - la finta violenza sessuale di una giovane ragazza e il rogo del vicino campo rom - riporta drammaticamente l’attenzione sulla necessità di un’informazione accurata, responsabile e non sensazionalistica.Non possiamo non notare che quando le cronache coinvolgono cittadini stranieri o rom la prudenza, il rispetto della deontologia professionale, il garantismo, vengono troppo spesso meno, facendo riemergere pericolosi stereotipi e antichi pregiudizi.

“La cronaca di Torino di questi giorni - la finta violenza sessuale di una giovane ragazza e il rogo del vicino campo rom - riporta drammaticamente l’attenzione sulla necessità di un’informazione accurata, responsabile e non sensazionalistica.
Non possiamo non notare che quando le cronache coinvolgono cittadini stranieri o rom la prudenza, il rispetto della deontologia professionale, il garantismo, vengono troppo spesso meno, facendo riemergere pericolosi stereotipi e antichi pregiudizi.

Come ha riconosciuto limpidamente ‘La Stampa’, ammettendo l’errore e chiedendo scusa ‘ai lettori e soprattutto a noi stessi’ con una scelta giornalistica di grande significato: ‘Probabilmente non avremmo mai scritto: due torinesi, due astigiani, due romani, due finlandesi. Ma sui rom siamo scivolati in un titolo razzista’.
‘Evitare informazioni imprecise, sommarie o distorte’, dice tra l’altro la Carta di Roma, il codice deontologico concernente richiedenti asilo, rifugiati e migranti che, dopo i fatti di Erba, Fnsi e Ordine dei giornalisti avevano redatto, anche a seguito dell’allarme lanciato dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. 
Il sindacato dei giornalisti fa appello oggi, con ancora maggiore forza, al senso di responsabilità di tutti i colleghi, chiedendo che la Carta di Roma diventi pratica quotidiana. Invitiamo le redazioni al confronto con l'associazionismo e con il territorio, anche per testimoniare la consapevolezza con la quale il giornalismo italiano cerca di far fronte alle sue responsabilità civili su un tema tanto rilevante per la convivenza”.

IMMIGRAZIONE: ISMU, MENO ARRIVI NEL 2010, COLPA DELLA CRISI
MA OCCUPAZIONE STRANIERA REGGE MEGLIO DI QUELLA ITALIANA

La crisi rende l'Italia un Paese meno attraente agli occhi degli immigrati, il cui incremento l'anno scorso è apparso di parecchio inferiore rispetto ai numeri registrati l'anno prima. E' questo il quadro che emerge dall'ultimo rapporto sulle migrazioni elaborato dalla Fondazione Ismu e presentato oggi a Milano.
Il 2010, infatti, ha fatto registrare circa 70 mila presenze in più rispetto all'anno prima, una forte battuta di arresto se si pensa che l'anno prima si contavano 500 mila nuovi arrivi, un dato comunque già in calo rispetto al recente passato. Questa contrazione, secondo i ricercatori della Fondazione Ismu, è dovuta all'incalzare della crisi economica che si è abbattuta sull'Italia e sull'Europa, togliendo vivacità al fenomeno.
Al primo gennaio 2011, la popolazione straniera in Italia è stimata da Ismu in circa 5,4 milioni di persone, di cui 443 mila non regolari (11 mila in meno rispetto alla rilevazione precedente). La nazionalità più numerosa è sempre la rumena (1 milione e 111 mila), seguita dalla marocchina e dall'albanese (rispettivamente 575 mila e 568 mila).
Nonostante la minore attrattività del Paese per la nuova immigrazione, emerge ancora dallo studio, l'occupazione straniera ha dimostrato di reggere alla crisi molto meglio di quella italiana. Tra il primo trimestre 2010 e il primo trimestre 2011 la forza lavoro immigrata è cresciuta di 275.895 unità, a quota 2.199.770 occupati (+14%), mentre gli italiani hanno perso 160 mila posti di lavoro, scendendo a 20.674.516. (MILANO, 12 DICEMBRE – ANSA)

 

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