L'Assemblea dei giornalisti di Repubblica ribadisce la ferma opposizione ad un quinto intervento in nove anni sul costo del lavoro giornalistico proposto da un management che, nonostante i sacrifici non solo economici della Redazione, «non ha saputo mettere in sicurezza – si legge in un documento diffuso dal Cdr – i conti dell'azienda ed invertire un trend negativo ormai legato non solo alla congiuntura del settore».
La redazione, proseguono i giornalisti, «dimostrando ancora una volta il proprio senso di responsabilità, dà mandato al Cdr di rendersi disponibile a verificare le proposte dell'azienda che dovranno essere parametrate non su opinabili stime inerziali delle vendite, ma su obiettivi programmatici finalizzati all'aumento di ricavi e diffusione».
Una verifica preliminare, incalza l'Assemblea, che «non può che partire dalla stesura, da parte dell'azienda, di un piano dettagliato di interventi che non si limiti esclusivamente ai tagli ma preveda azioni concrete per il rilancio del giornale. E che contestualmente segni una netta discontinuità rispetto alle strategie dell'ultimo decennio che hanno minato la fiducia della redazione nel management. Il piano dovrà quantificare anche precisi stanziamenti finanziari e individuare soluzioni strutturali alla crisi di Repubblica. Questo perché la redazione non è più disponibile ad avviare percorsi di alcun tipo senza impegni precisi da parte dell'azienda».
Pertanto i giornalisti confermano lo stato di agitazione, il blocco delle due iniziative editoriali e il pacchetto di 5 giorni di sciopero.