«Improbabile oltre che ridicolo, passatemi questo termine. Pensare a una riduzione dei palinsesti e degli investimenti delle Rai regionali vuol dire disconoscere quello che è il progetto dell'autonomia. Il Medioevo è centralismo, il Rinascimento ha dato valore ai territori. Questo vale anche per l'informazione». Così il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che lunedì 6 dicembre ha incontrato il presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana, Giuseppe Giulietti, la segretaria del Sindacato giornalisti Veneto, Monica Andolfatto, e il Cdr della sede Rai di Venezia.
«Mi aspettavo – ha rilevato Zaia – che in quanto servizio pubblico, i presidenti di Regione fossero contattati prima e informati di eventuali altri piani editoriali. L'informazione è un presidio democratico sempre, ancor di più in un momento delicato come questo. Si tratta di un tema centrale e mi muoverò con il collega Massimiliano Fedriga nella sua veste di presidente della Conferenza delle Regioni per interessare tutti i presidenti. Mi sarei aspettato dalla nuova Rai, semmai, un potenziamento delle sedi regionali. Ripeto, questo è un attacco all'autonomia e alla visibilità dei singoli territori».
A rincarare la dose anche Giulietti: «Significa che per il servizio pubblico l'informazione locale si ferma alle 20. Non è accettabile. Il mondo della comunicazione ha il dovere di andare verso le periferie, chi le oscura rischia di non capire nulla del mondo che vuole raccontare. Come ha detto il presidente Zaia occorre l'esatto contrario, più informazione dalle regioni, più informazione dalle periferie, potenziare tutte le strutture locali. La Fnsi sarà anche nei tribunali accanto al sindacato dei giornalisti Rai per impedire lo smantellamento dell'informazione regionale».
Per Monica Andolfatto, «è una battaglia da fare tutti insieme perché quando si toglie voce ai territori si toglie voce ai cittadini, alle loro istanze, al loro diritto di essere informati rispetto alla realtà in cui vivono e non solo sui grandi temi di interesse nazionale».
Sulla richiesta di una presunta "par condicio informativa", Zaia ha poi sottolineato che «non vi può essere tra scienza e non scienza. Fondamentale è non abdicare all'informazione validata scientificamente. Fare come in altri Paesi, magari cominciando a nominare speaker ufficiali che parlino a nome della comunità scientifica, in modo che non ci sia confusione».
Anche per Giulietti «basta leggere la Costituzione: non c'è par condicio tra fascisti e antifascisti, tra mafiosi e antimafiosi, non c'è par condicio tra i liberi ricercatori e coloro che si alzano la mattina pretendendo di farsi medico. Smettiamola con questa idea di mettere sullo stesso piano chi ha studiato come salvare la vita degli altri e chi ha in mente solo se stesso, e senza competenze dà ricette di morte e aizza al linciaggio social e non solo».
Infine la proposta del presidente Fnsi: «Reagire alle aggressioni no-vax con un'alleanza fra mondo delle istituzioni e mondo dell'informazione. La Regione sia scorta politica per i cronisti, i cronisti siano scorta mediatica per gli amministratori, dal presidente e giù fino al sindaco del comune più piccolo, e per quanti sono attaccati nell'esercizio del loro lavoro».
Il sindacato ha quindi espresso solidarietà a quanti, come troppi cronisti, vengono minacciati perché «si prendono cura della vita degli altri, invitando alla vaccinazione contro il Covid», ha concluso Giulietti.