«Ho affrontato con il segretario della Fnsi Raffaele Lorusso il tema delle querele considerate da alcune associazioni di categoria temerarie. Fa parte sicuramente del mestiere del giornalista investigativo anticipare o seguire l'attività delle procure, allo stesso tempo c'è un tema da parte degli editori che si sono trovati ad affrontare degli oneri pesanti dal punto di vista del carico giudiziario. Si tratta comunque di un tema che va affrontato e forse l'orizzonte migliore è quello del confronto costante con tutti gli stakeholders per trovare una risposta di equilibrio». Lo ha detto, in fase di replica, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all'Editoria, Alberto Barachini, dinanzi alla commissione Cultura della Camera, dove martedì 29 novembre 2022 ha illustrato le linee programmatiche del governo sul settore.
Il futuro delle agenzie di stampa, il «doveroso» sostegno pubblico al settore, l'interlocuzione con gli attori della filiera, sono alcuni dei temi affrontati dal sottosegretario che, scattata la fotografia della difficile situazione in cui versa l'informazione italiana, dopo gli anni di pandemia e i mesi di guerra in Ucraina, ha riassunto le direttrici di intervento che intende mettere in atto.
In merito alle agenzie di stampa, «il precedente governo, nel disporre la proroga al 31 dicembre 2022 della durata dei contratti, ha istituito un'apposita Commissione, con il compito di "individuare le modalità idonee a garantire la pluralità delle fonti nell'acquisizione dei servizi di informazione primaria per le pubbliche amministrazioni dello Stato". È mia intenzione riprendere i lavori della Commissione», ha anticipato.
«Ritengo doveroso – ha aggiunto – aprire un dialogo con gli stakeholders, concedendo una breve proroga per gli affidamenti in essere. Questo ci consentirà di avviare una nuova riflessione» per giungere «a una soluzione equilibrata ed organica che contemperi le esigenze del pluralismo, quelle di concorrenza poste dal Codice degli appalti e, soprattutto, la garanzia di stabilità economica delle agenzie».
Considerando fondamentale «supportare il settore dell'editoria attraverso una visione innovativa di sviluppo», l'impegno assunto da Barachini, «oltre che a proseguire con le misure di sostegno tradizionale», è quello di «avviare anche politiche di innovazione e trasformazione del settore editoriale, che tengano conto di quelle aziende che si ispirano a modelli gestionali di impresa efficienti».
Due le direttrici lungo le quali si muoverà il finanziamento pubblico all'informazione e all'editoria, che il sottosegretario ha definito «doveroso». Da una parte «la difesa del pluralismo informativo e del patrimonio culturale, contrastando le fake news e le azioni di disinformazione e di doping delle notizie con intenti scandalistici». Dall'altra, il contributo allo sviluppo del settore con «misure di sostegno economico che contribuiscano effettivamente allo sviluppo e siano finalizzate e connesse a un reale progresso dei soggetti beneficiari, in modo da aiutarli a difendersi e prosperare nell'attuale assetto di mercato».
Il lavoro procederà, dunque, dando attuazione agli interventi previsti e attivando le misure introdotte e finanziate a valere sul nuovo Fondo straordinario. «Naturalmente, saranno coinvolte le associazioni di categoria rappresentative della filiera editoriale», ha scandito il senatore.
«Sempre partendo – ha rimarcato poi in risposta a una domanda – dal condividere una visione e cioè quella del rispetto delle norme deontologiche e professionali, dell'innalzamento della qualità dell'informazione e anche quella della certificazione dei contratti che queste realtà utilizzano, perché ovviamente questi due parametri non possono essere assolutamente essere slegati dal finanziamento».
Fra gli altri punti toccati anche il programma di contributi a favore delle istituzioni scolastiche e degli studenti per l'acquisto di abbonamenti a quotidiani e periodici; il sostegno alle edicole; i progetti di campagne di comunicazione del Dipartimento; il Media Freedom Act allo studo delle istituzioni Ue.
Prima delle domande e della replica del sottosegretario, spazio per una riflessione del presidente della Commissione, Federico Mollicone, che ha ricordato la decisione del governo di integrare risorse per l'editoria per 75 milioni di euro nel 2023 e di 55 milioni di euro a decorrere dal 2024. «L'Italia – ha spiegato – è penultima nell'Unione europea per risorse dirette pro capite impiegate a favore dell'editoria. Un primato infelice che impone a noi legislatori la necessità di un cambio di paradigma verso un vero e proprio patto per l'informazione».