“Invito il Segretario dei Radicali, Daniele Capezzone, e il Presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, Lorenzo Del Boca, a una tavola rotonda sul futuro della nostra professione: li aspettiamo a settembre al Circolo della Stampa di Milano”.
Lo afferma Edmondo Rho, Segretario del Circolo della Stampa e leader del movimento di giornalisti “Quarto Potere”. Al confronto, oltre a Capezzone (deputato della Rosa nel pugno) e Del Boca, dovrebbero partecipare altri politici: “Il Circolo della Stampa intende invitare più parlamentari, scelti tra chi intende presentare proposte di legge per riformare l’Ordine dei giornalisti, e non per abolirlo come vorrebbe Capezzone”, spiega Rho. Il confronto al Circolo di Milano tra il presidente dell’Ordine e ipolitici dovrà affrontare “i nodi dell’accesso alla professione e del diritto del cittadino a un’informazione corretta”, aggiunge Rho, che si dice preoccupato dal “rischio di deriva della nostra professione in una grande Giornalistopoli. E’ singolare che si riproponga l’abolizione dell’Ordine dei giornalisti proprio nell’estate in cui sono emersi gravi episodi, dallo scandalo del calcio al Sismigate, che coinvolgono nostri colleghi”. E a proposito di Giornalistopoli, il leader di Quarto Potere sostiene che “bisogna spronare i Consigli regionali dell’Ordine a fare bene il loro mestiere, sanzionando chi non rispetta la deontologia della professione giornalistica: la riforma della legge istitutiva, anzi, dovrebbe rendere più incisivo il potere di garante etico dell’Ordine. Altrimenti, dovremmo arrivare alla conclusione che siccome in Italia la giustizia funziona male, la soluzione del problema è l’abolizione dei tribunal i”. Inoltre, secondo Rho, “lascia perplessi il fatto che molti direttori di giornale siano a favore dell’abolizione dell’Ordine che deve vigilare sulla deontologia di tutti i giornalisti, compresi loro. Il problema nelle redazioni è spesso un altro: quando il direttore è indebolito,per responsabilità dell’editore, non esercita in pieno i suoi poteri. Così si crea un circolo vizioso, anche nei rapporti tra pubblicità e informazione, da spezzare: più che chiedere di abolire l’Ordine, i direttori dovrebbero garantire l’autonomia delle redazioni, come previsto dalla legge e dall’art. 6 del contratto giornalistico, evitando di farsi calpestare come stuoini dagli editori”. Il leader di Quarto Potere conclude: “Un Ordine riformato potrebbe dimostrare di non essere un carrozzone inutile e battersi per far diventare virtuoso il circolo dell’informazione, tutelando efficacemente la dignità di tutti i giornalisti”.