Quanto prevedibile sta avvenendo: lo scontento dei colleghi rispetto al sindacato più unico che unitario è un dato di fatto e la favola della Fnsi pluralista, già vacillante da tempo, mostra la sua debolezza. La gestione del sindacato prima e dopo il Congresso di Castellaneta, l’iter del negoziato che ha portato allo sciagurato contratto e alle ancor non del tutto percepibili nefaste conseguenze, ha determinato lo scontento di una vasta parte di giornalisti.
Ed è innegabile che anche la manifestazione del 3 ottobre, giusta nelle intenzioni, si sia caratterizzata politicamente non interpretando di fatto le ragioni di una gran parte della categoria che avrebbe apprezzato una prova concreta di quell ‘autonomia e indipendenza, rispetto a tutte le parti politiche, che dovrebbe caratterizzare il sindacato unitario di chi fa informazione.
La questione centrale dunque non sta nel guardare alla Cisl o nel farsi incantare dalle lusinghe governative, ma nel non cadere nella trappola del solito teorema: chi non è d’accordo è un nemico da sospettaree combattere, come ancora una volta sembra emergere dal comunicato della Fnsi e dalle parole del segretario Franco Siddi. Sarebbe invecefinalmente ora che la Federazione nazionale della Stampa facesseautocritica, ammettendo gli errori e le derive ideologiche percorse e riaprisse le sue porte, tornando credibile per tutti quei colleghi non iscritti, indifferenti, lontani, delusi ( e sono la maggioranza) per dare loro di nuovo quelle ragioni profonde che avevano sostenuto l’idea del sindacato unitario. Ragioni tuttora valide se si vince questa sfida. Altrimenti, ancora più che la possibilità della nascita di un nuovo sindacato, sempre possibile, c’è la prospettiva ben più pericolosa e reale di una disaffezione generale che, questa sì, potrebbe ancor più disgregare la categoria indebolendo i giornalisti, a tutto vantaggio dei poteri forti.
Ci auguriamo che, al di là delle polemiche tra Cisl e Fnsi, la Federazione sappia recepire i segnali che finora ha voluto ignorare e che, invece che gridare sempre al complotto, sappia trarre spunto da quello che da anni sta avvenendo davanti ai suoi occhi, per ripensare alle sue regole interne, ai suoi statuti, alla sua organizzazione e al suo modo di governare.
Esecutivo di Puntoeacapo