La Federazione nazionale della Stampa italiana ha chiesto alla Commissione europea di avviare un monitoraggio sulle norme di recepimento della direttiva europea sul rafforzamento della presunzione di innocenza. In un esposto inviato alla presidenza della Commissione e al commissario per la Giustizia, il sindacato dei giornalisti italiani ha segnalato gli eccessi interpretativi delle norme da parte di alcune Procure che si stanno traducendo in una compressione della libertà di espressione e del diritto di cronaca.
«La direttiva europea sul rafforzamento della presunzione di innocenza – spiega Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi – non riguarda i rapporti fra chi amministra la giustizia e la stampa. Tuttavia, il decreto legislativo 188 del 2021, con cui il parlamento italiano l'ha recepita, sta diventando il pretesto per alcune Procure per imporre la cancellazione della cronaca giudiziaria. Ormai non passa giorno senza che si registrino casi di diniego di fornire notizie non soltanto su procedimenti penali e su atti non più coperti da segreto, ma anche su fatti di cronaca nera».
Per il segretario generale Fnsi, «tutto questo con la presunzione di innocenza, che è un principio sancito dalla Costituzione, oltre che di civiltà, non ha niente a che vedere. Riteniamo che il legislatore italiano sia andato oltre la finalità della direttiva europea. Infatti, sono state introdotte procedure, come le conferenze stampa da parte dei procuratori della Repubblica, che oltre a non essere previste nella direttiva stanno diventando un meccanismo per impedire o ritardare la diffusione delle notizie, negando ai cittadini il diritto di essere informati e di esserlo tempestivamente».
Nell'ordinamento italiano, incalza Lorusso, «gli atti giudiziari coperti da segreto, a tutela degli imputati, sono già regolati compiutamente dagli articoli 114 e 329 del codice di procedura penale. Prendere a pretesto la presunzione di innocenza per comprimere il diritto di cronaca e imbavagliare la stampa non è accettabile».
L'auspicio è che la Commissione europea «voglia approfondire il caso italiano, richiamando governo e parlamento a eliminare dal decreto di recepimento della direttiva le disposizioni che stanno spingendo alcuni procuratori della Repubblica a limitare la libertà di stampa. Un segnale in questa direzione sarebbe gradito anche da parte della ministra della Giustizia con la quale - conclude il segretario Fnsi - ci auguriamo di riprendere il confronto sulla necessità di approvare le norme a tutela della libertà di stampa e del diritto di cronaca, a cominciare dal contrasto alle querele bavaglio e alle azioni di risarcimento intimidatorie nei confronti dei giornalisti e degli editori».