CERCA
Cerca nelle notizie
Dal
Al
Cerca nel sito
Un momento dell'incontro
L'intervento del presidente Giulietti
Il segretario Usigrai, Daniele Macheda
Libertà di informazione 24 Feb 2022

'Presunzione di innocenza e diritto di cronaca', il procuratore di Milano: «Riforma Cartabia introduce velina di regime»

Alla tavola rotonda organizzata dall'Usigrai con giornalisti, magistrati e avvocati, anche il presidente Fnsi, Giuseppe Giulietti, che ha ricordato l'esposto inviato dal sindacato alla Ue e ha evidenziato il caos creato dalle diverse interpretazioni date dalle procure alle nuove norme. «Serve un tavolo congiunto su tutti i temi che da anni attendono soluzione», la proposta.

«Come magistrato la giudico una legge piuttosto difficile da applicare. Come cittadino la giudico male, non mi è piaciuta per niente. Mi sembra che questa legge introduca il concetto della velina di regime». Lo ha detto a proposito del decreto Cartabia il procuratore capo di Milano facente funzioni, Riccardo Targetti, intervenendo alla tavola rotonda "Presunzione di innocenza e diritto di cronaca" organizzato dall'Usigrai con magistrati, avvocati e giornalisti.

«Un limite della legge sulla presunzione d'innocenza è che ha indicato due aspetti per l'autorizzazione alla notizia: l'attinenza alle indagini e l'interesse pubblico. Mentre sul primo sono ovviamente d'accordo, rispetto al secondo non penso debbano essere i magistrati a dover valutare cosa sia d'interesse pubblico, quello è un compito dei giornalisti. Questa legge ha dato al procuratore un potere che reputo assolutamente eccessivo», ha aggiunto Targetti, che ha indicato tra le criticità la difficoltà «della verifica da parte dei giornalisti della notizia» e per questo ha annunciato di star pensando di creare un ufficio stampa che possa interfacciarsi con i cronisti.

«La Federazione nazionale della Stampa italiana ha presentato un primo esposto all'Unione Europea dove si chiede al commissario alla Giustizia e alla presidente del Parlamento di valutare le difformità tra il testo della direttiva sulla presunzione di innocenza e le norme italiane di applicazione di tale direttiva», ha ribadito il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, aprendo l'incontro.

«L'auspicio – ha aggiunto – è che sia sottoscritto da tutte le istituzioni dei giornalisti. Il punto è evitare il caos creato di queste settimane, con notizie che vengono tenute nascoste o date in ritardo, per via delle diverse interpretazioni delle nuove norme. Anche perché è evidente che il giornalista le notizie se le procura comunque, ma per vie meno trasparenti e questo rende il quadro complessivo inquietante».

Da qui l'appello alla ministra Cartabia a «convocare attorno a un tavolo tutti i soggetti che riterrà per ragionare a tutto campo sui temi dell'articolo 21 della Costituzione e affrontare – ha incalzato Giulietti – non solo la presunzione di innocenza, ma tutti i nodi ancora irrisolti, da 20 anni a questa parte, sulle tutele da garantire al lavoro dei giornalisti: dal contrasto alle querele bavaglio all'applicazione dell'equo compenso, dalla tutela delle fonti e del segreto professionale all'abolizione del carcere per i cronisti».

In premessa il presidente Fnsi ha dedicato un pensiero alle colleghe e ai colleghi sul campo in Ucraina, notando che «con quello che sta succedendo c'è bisogno di un'informazione critica continua, per accertarsi delle molte bufale» e disvelare «le centrali che le diffondono» e quindi «c'è bisogno di una soglia di critica altissima». È importantissimo «che ci siano cronisti sul posto, e che vengano seguiti e tutelati», ha evidenziato annunciando l'adesione alla giornata contro la guerra indetta da papa Francesco per il 2 marzo.

Alle giornaliste e ai giornalisti impegnati nelle zone di guerra si è rivolto anche Daniele Macheda, segretario Usigrai, che prima di entrare nel vivo dei lavori ha letto l'articolo 11 della Costituzione. A chiudere i saluti introduttivi il presidente dell'Ordine dei giornalisti della Lombardia, Riccardo Sorrentino, che ha auspicato una interpretazione virtuosa del decreto. «Nessuno contesta il principio di presunzione di innocenza – ha spiegato – ma le nuove regole rendono difficile fare cronaca e compromettono il diritto a fare e avere informazione. Tre i principali problemi posti dai colleghi: le difformità di interpretazione delle norme da procura a procura; la minaccia alla funzione di gatekeeping dei giornalisti, cioè la scelta di cosa è notizia e cosa no; la "selezione avversa" delle fonti: se le fonti ufficiali diventano difficili da consultare e anche la semplice verifica delle informazioni diventa difficile, il giornalista dovrà affidarsi ad altre fonti, con il rischio di rendere più torbidi i flussi di informazione».

Moderati da Enrico Rotondi, responsabile redazione cronaca Tgr Lombardia Rai, hanno partecipato alla tavola rotonda anche Cesare Giuzzi, giornalista Corriere della Sera; Vinicio Nardo, presidente Ordine degli avvocati di Milano; Valentina Alberta, vicepresidente Camera penale di Milano; Francesca Nanni, procuratore generale presso la Corte d'Appello di Milano; Claudio Gittardi, procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Monza.

@fnsisocial

Articoli correlati