"Le parole ed il pensiero nascono dal silenzio ed è su questo che dovrebbero riflettere i giornalisti, primi tra tutti quelli cattolici". E' racchiuso, forse, nell'intervento di don Pippo Curatola (consigliere nazionale dell'Ucsi) il significato dell'incontro sul "Ruolo della stampa cattolica tra impegno e verità", organizzato a Paravati di Mileto dalla Sezione calabrese dell'Unione Cattolica Stampa Italiana e dal Sindacato dei Giornalisti della Calabria.
Nell'ambito della manifestazione, ospitata nell'auditorium della Fondazione Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime, si sono svolte la cerimonia di presentazione dell'Ucsi Calabria e la prima edizione del premio "Affabulatore d'oro" ideato e promosso dal Sindacato dei Giornalisti della Calabria. Nell'occasione è stato approvato lo statuto dell'Ucsi calabrese, ricostituita dal segretario del Sindacato dei Giornalisti della Calabria, Carlo Parisi, e da mons. Salvatore Nunnari (arcivescovo di Cosenza-Bisignano), che ad oggi vanta 90 iscritti tra cui ben sei vescovi giornalisti: oltre Nunnari, Vittorio Mondello (Reggio Calabria-Bova), Santo Marcianò (Rossano-Cariati), Luigi Renzo (Mileto), Giancarlo Bregantini e il suo successore alla guida della Diocesi di Locri-Gerace, Giuseppe Fiorini Morosini. Una platea commossa ha seguito, poi, la consegna del Premio "Affabulatore d'oro" a Natuzza Evolo. Quando la "mamma" di Paravati ha fatto il suo ingresso nella Sala gremita da fotografi e illustri presenze, tra cui i monsignori Salvatore Nunnari e Luigi Renzo, vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea, non a caso è sceso il silenzio. Quello invocato da don Pippo Curatola e sentito come la risposta più naturale ad un'atmosfera che ha, innegabilmente, raggiunto il cuore di tutti i presenti. "Sono una povera ignorante - ha detto con la consueta, disarmante, umiltà, la mistica calabrese - e i grandi siete voi. E' a voi, perciò, che chiedo di fare quanto potete per la nostra comunità e per tutti coloro che soffrono". Un appello naturalmente rivolto "a tutti gli uomini di buona volontà" che intendono tendere una mano per il completamento dei lavori di realizzazione della Chiesa e dei centri di assistenza e recupero per anziani e malati, che stanno sorgendo a Paravati su "illuminazione" della stessa Natuzza. Con la semplicità che ne contraddistingue ogni gesto, Natuzza, sorretta da Padre Michele Cordiano e da don Pasquale Barone, i sacerdoti della Fondazione, ha ricevuto dalle mani di Carlo Parisi, oltre alla tessera di socio onorario dell'Ucsi Calabria, la scultura in legno, oro e argento realizzata dai maestri orafi Tripodi di Reggio Calabria per incarnare l'Affabulatore d'oro 2008. "A Natuzza Evolo, straordinaria comunicatrice di Verità - queste le motivazioni del Premio - per il messaggio universale di cui è umile interprete. Per la forza semplice delle sue parole, capaci di raggiungere il cuore di ognuno, senza distinguere origini, lingua o stato sociale". Un altro Affabulatore d'oro è stato, invece, assegnato a Lorenzo Del Boca, giornalista, scrittore, attuale presidente dell'Ordine nazionale dei giornalisti, che non ha potuto, però, partecipare alla cerimonia di Paravati perchè ricoverato in un ospedale milanese. "Del Boca, grande comunicatore, voce eccellente del mondo dell'informazione, che ha saputo coniugare nella sua lunga carriera il prestigio delle massime cariche istituzionali del giornalismo italiano con il ruolo quotidiano del cronista - ha sottolineato il segretario del sindacato, Parisi, leggendo le motivazioni - ha fatto sapere che ritirerà il Premio personalmente a Paravati, non appena possibile". Un premio - lo ricordiamo - nuovo, diverso, ad iniziare dal nome: "Affabulatore d'oro", che intende, innanzitutto, riabilitare una parola ed il suo significato. Questo perchè, nel linguaggio comune, molto spesso è detto affabulatore colui (o colei) che sa incantare gli altri con la parola, magari farcendo il discorso con elementi rubati alla fantasia. Eppure la storia, prima tra tutte quella della nostra lingua, ci insegna che il verbo "affabulare" ha un significato tutt'altro che negativo. Affabulare altro non è, nella cultura latina a cui siamo indiscutibilmente debitori, che l'arte di saper raccontare. Ovvero esporre, in forma corretta e con la giusta modulazione, una "fabula". Un racconto (il significato di favola, come narrazione fantastica, è secondario e postumo). Ecco, allora, l'Affabulatore d'oro che, nell'idea del Sindacato dei Giornalisti della Calabria, vedrà, anche nei prossimi anni, il riconoscimento di due premi, distinti in altrettante sezioni. Da una parte quella giornalistica, a premiare un esponente della stampa nazionale (perché il giornalista è, o dovrebbe essere, un "affabulatore di verità"); dall'altra una sezione culturale, intesa nel senso più ampio e variegato del termine (in questo caso, sarà riconosciuta la mirabile qualità dell'affabulazione a chi, nella vita o nel lavoro, abbia dimostrato di saper comunicare agli altri e con gli altri).