«Una iniziativa che accende una nuova luce nel panorama editoriale italiano». Così il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, ha salutato la nascita del nuovo progetto editoriale di Libera e Gruppo Abele 'lavialibera', presentato nella sede della Federazione nazionale della Stampa italiana alla presenza, fra gli altri, del sottosegretario all'Editoria Andrea Martella, del procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho, della ex presidente della commissione Antimafia Rosy Bindi, del procuratore generale della Corte di Cassazione Giovanni Salvi, con il fondatore di Libera Luigi Ciotti e la direttrice Elena Ciccarello.
«Una luce nella mani di don Ciotti e di Libera – ha aggiunto Lorusso – è un riflettore potente puntato su quei territori dove l'informazione è un tabù e dove, senza informazione, si rischia che i diritti negati, la sopraffazione e le disuguaglianze alimentino il malaffare. Siamo fieri e orgogliosi che abbiate scelto la casa dei giornalisti per presentare il nuovo progetto, consapevoli che l'informazione e la conoscenza sono fondamentali per formare l'opinione pubblica e sono dunque un pilastro della democrazia. Difendere conoscenza e informazione significa difendere il diritto dei cittadini ad essere informati».
Il segretario della Fnsi ha ricordato poi i tanti modi per impedire a un giornalista di fare il suo mestiere: «Le minacce, fisiche o 'virtuali', che portiamo ogni volta all'attenzione delle istituzioni; i bavagli che si vorrebbero in varie forme imporre ai cronisti; i tentativi di indebolire i giornalisti costringendoli a lavorare senza tutele e diritti. Il sindacato contrasta e contrasterà questi attacchi al giornalismo che sono attacchi alla democrazia. E sappiamo di poter contare in queste battaglie sul sostegno di Libera e di quanti nella società civile hanno a cuore la libertà di informazione», ha concluso Lorusso annunciando che il 21 marzo la Fnsi sarà con Libera a Palermo «per ribadire il nostro impegno contro tutte le mafie».
A Luigi Ciotti il compito di ripercorrere le tappe della storia dell'associazione dal lancio di Narcomafie, nel 1993, fino alla nuova iniziativa, che arriva nel venticinquesimo anniversario di Libera. «Teniamo lo sguardo rivolto al passato, ma siamo anche proiettati nel futuro», ha evidenziato. «Con lo stesso spirito di servizio, di attenzione e rispetto di sempre – ha aggiunto – racconteremo le cose belle e denunceremo quel che non va. Perché la conoscenza sveglia le coscienze e serve una rivoluzione politica, culturale, nella scuola per rinnovare la nostra società, contrastare le disuguaglianze e risanare la nostra democrazia. Dobbiamo fare tutti uno sforzo in più, uno scatto in più per un nuovo umanesimo. Questo progetto è cosa di tutti noi».
Il nuovo progetto unisce una rivista bimestrale e un sito web con inchieste, interviste, editoriali e video su mafie, corruzione, migrazioni e ambiente, la cui ambizione è parlare ai giovani usando il loro linguaggio. «Vogliamo usare parole diverse per esprimere pensieri nuovi. Per questo abbiamo anche dedicato particolare attenzione ai social – ha anticipato la direttrice Elena Ciccarello – e puntiamo a sfruttare tutti gli strumenti che possano dar vita ad una comunicazione crossmediale».
Per il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho, «la mafia con le condanne all'ergastolo dei capi ha finito per indebolirsi e ha dovuto regredire dagli spazi a sua disposizione, con una strategia diversa, dell'inabissamento, senza usare la forza, erodendo pezzi di economia sana. È diventata forte perché a proteggerla vi è l'omertà, il silenzio. Allora la stampa ha un ruolo fondamentale, tutti i media dovrebbero convergere su un'informazione più approfondita, per innalzare l'attenzione generale. Ancora una volta con questo progetto Libera fa antimafia».
E il sottosegretario all'Editoria Andrea Martella ha sottolineato: «La nascita di un nuovo prodotto editoriale è una buona notizia. Nasce un nuovo punto di vista, una nuova voce che può arricchire la qualità della nostra informazione e la nostra democrazia. Questa rivista si propone di levare la propria voce contro la mafia. Una scelta davvero preziosa, per due motivi: una sfida sul terreno delle parole, parole nuove e più ricche, pensieri alti per combattere gli stereotipi e le aree grigie che consentono al crimine organizzato di fare opinione, e per promuovere la lettura, perché come dimostrano le statistiche internazionali siamo uno dei Paesi in cui si legge meno».
Infine i ringraziamenti del presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, e l'esortazione ai giornalisti italiani ad essere scorta mediatica dei colleghi minacciati e a continuare a illuminare i territori «come intende fare questa nuovo progetto. Mi piace di questa rivista – ha spiegato Giulietti – il nesso tra parole e cose in un momento in cui si confonde la percezione dei problemi con la realtà, Serve, invece, mettere insieme testo e contesto ed è quello che questa nuova avventura farà con le inchieste, raccontando fatti, numeri e dati. Senza dati non ci può essere azione concreta. Sono certo che questa rivista sarà una miniera per tutti i giornalisti».