Per i migranti, per i poveri, per l’ambiente. Per un nuovo “noi” più consapevole e responsabile. Per loro e per tutti è partita oggi, giovedì 23 giugno, dalla sede della Fnsi a Roma, la marcia della pace e della fratellanza che il 9 ottobre porterà sulla via tra Perugia e Assisi «tutti coloro che credono che si possa cambiare questo stato di cose», come ha augurato Flavio Lotti, della Tavola della pace, nel corso della conferenza stampa.
Un noi genere umano su cui si è soffermato con la consueta profondità anche don Luigi Ciotti. « È il noi che vince – ha detto il fondatore dell’associazione Libera contro mafie – il noi di un movimento che nasce dal basso e che però non basta se non c’è anche un movimento da dentro. Come possiamo noi sopportare che in un mondo il cui diametro è di 13mila chilometri ci siano 14mila chilometri di filo spinato e di muri? Questa purtroppo è la situazione che deve affrontare l’idea di pace intesa come diritto di ognuno di esistere».
Le disuguaglianze, le ingiustizie, i privilegi: «Questi – ha concluso don Ciotti – sono i nemici della pace. La povertà è nemica della pace e per questo dobbiamo chiedere con la nostra marcia alla politica e ai poteri economici di riporre le loro armi, di fare la pace con le persone».
Dopo il saluto iniziale del presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, che ha voluto ricordare il compianto Santo Della Volpe, «una delle voci che hanno seguito e accompagnato la marcia per la pace», a presentare la manifestazione di ottobre è stato il responsabile della Rete della pace, Sergio Bassoli. «Sentiamo tutti – ha esordito – la necessità di dare una risposta forte contro tutte le crisi che si cono. Crisi sociale, crisi politica, economica, ambientale: servono alternative alle politiche che hanno alimentato queste crisi che attraversano l’Italia, l’Europa e il mondo intero. E per raggiungere questo risultato serve anche l’impegno forte dei giornalisti e dei media, a cui chiediamo sin d’ora di dare luce alle tante manifestazioni che da oggi fino ad ottobre si terranno in tutto il Paese».
Della marcia come impegno «dovuto a tutti i cittadini che continuano a soffrire questo clima di difficoltà» ha parlato invece Flavio Lotti, che ha chiesto a tutti «di reagire alle atrocità che succedono nel mondo, perché abbiamo il dovere di proteggere chi subisce le violenze, abbiamo il dovere – ha rimarcato – di andare alle radici del problema: se vogliamo la pace dobbiamo noi, ognuno di noi, costruire la pace».
Di pace come eccezione ha parlato invece padre Alex Zanotelli, voce storica dei movimenti per la pace. «Per questo – ha spiegato – la marcia deve rilanciare con forza il movimento per la pace». Zanotelli ha poi ricordato «il disastro in Medio Oriente e Africa» e rilanciato un appello al governo «a rispettare la legge che vieta di vendere armi a Paesi in guerra. Oggi l’Italia non rispetta questa legge e anche l’Italia è quindi parte del problema e noi italiani dobbiamo assumerci le nostre responsabilità e mobilitarci».
Un appello subito accolto dalla Federazione della stampa italiana che con il segretario generale Raffaele Lorusso e il presidente Giuseppe Giulietti ha anticipato sarà presente alla marcia della pace il 9 ottobre: «Insieme al segretario dell’Usigrai, Vittorio Di Trapani, chiediamo – hanno aggiunto – non solo di garantire la diretta, ma anche di organizzare in quella settimana momenti di programmazione dedicati a periferie dimenticate e conflitti oscurati».
E in chiusura Andrea Ferrari, del Coordinamento degli enti locali per la pace, ha quindi rilanciato l’appuntamento di domani con l’altra marcia a cui parteciperà la Fnsi: la Marcia degli amministratori sotto tiro in programma a Polistena.