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Osservatorio sui media 22 Gen 2011

Precario un giornalista su 6 alla France Presse

La nuova direzione generale dell’ agenzia dice di essere intenzionata ad aprire una trattativa ma uno dei sindacati dei giornalisti francesi, il Snj-Cgt, chiede un ”gesto forte” che dimostri una effettiva volontà di negoziare – Numerosi collaboratori esterni (con contratti da free-lance, pigistes) sono di fatto redattori quasi-stabili a tempo indeterminato, visto che hanno fino a 10 anni di anzianità, e hanno aperto una vertenza, minacciando di investire l’ ispettorato del lavoro

La nuova direzione generale dell’ agenzia dice di essere intenzionata ad aprire una trattativa ma uno dei sindacati dei giornalisti francesi, il Snj-Cgt, chiede un ”gesto forte” che dimostri una effettiva volontà di negoziare – Numerosi collaboratori esterni (con contratti da free-lance, pigistes) sono di fatto redattori quasi-stabili a tempo indeterminato, visto che hanno fino a 10 anni di anzianità, e hanno aperto una vertenza, minacciando di investire l’ ispettorato del lavoro


Un sesto dei dipendenti della France Presse, la principale agenzia di informazione francese e una delle maggiori a livello mondiale insieme ad Ap e Ruters, sono in condizioni di precarietà.

Lo sottolinea un documento del SNJ-CGT, il Sindato dei giornalisti francesi affiliato alla CGT, dopo la « decisione » della direzione della testata di aprire una trattativa per risolvere il problema del precariato e sistemare le situazioni illegali.

La decisione è venuta dopo una grossa mobilitazione dei precari, in gran partre ”pigisti” (cioè con contratti di collaborazione esterna) trasformati in quasi-redattori a tempo indeterminato, che hanno minacciato un’ azione collettiva presso l’ Ispettorato del lavoro.

Anche in seguito all’ ipotesio di un intervento ministeriale, il nuovo direttore generale dell’ Afp, Rémi Tomaszewski, ha riconosciuto in una recente riunione con i sindacati che la precarietà produce delle ‘’situazioni personali difficili”, che ”conviene eliminare”.

La grande mobilitazione contro il precariato e le rivendicazioni sindacali degli ultimi anni – osserva il Snj – sono state del tutto ignorate dai dirgenti, più occupati a cancellare l’ Agenzia, la sua missione e i suoi saperi, in un progetto di trasloco nefasto, una trasformazione dei contenuti sempre più ammiccanti e una politica redazionale fondata sul conformismo. Il ricorso ai precari è legato a questo.

La precarietà si aggrava nella redazione (un sesto degli effettivi) fino a diventare incontrollabile nella gestione del personale.

La gravità della situazione – al limite dell’ esplosione – è tale che dei collaboratori che occupano delle posizioni di addetti quasi-stabili, con anzianità fino a 10 anni, hanno dovuto avviare un’ azione di riqualificazione dei loro contratti. Altri, con coraggio, si sono rivoilti direttamente all’ Ispettorato del lavoro rischiando pressioni e minacce sul loro lavoro. E altri collaboratori a contratto (pigistes) stanno per renderre noti i loro casi direttamente all’ ispettore del ministero.

Per il SNJ-CGT, solo un ”gesto forte” da parte della direzione, e del nuovo Direttore generale, dimostrerà una effettiva volontà di negoziare e di ristabilire il diritto all’ interno dell’ agenzia.

(da Lsdi )

@fnsisocial

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