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Osservatorio sui media 22 Nov 2010

Precari in Francia: il ‘’grande imbroglio’’ del diritto d’ autore – da lsdi.it

Un sito online, Actuchomage, denuncia come una ‘’pratica diffusa’’ il ricorso da parte di vari editori francesi al pagamento dei giornalisti collaboratori come autori – Anche se, per le leggi di Oltralpe, si tratta di un sistema illegale

Un sito online, Actuchomage, denuncia come una ‘’pratica diffusa’’ il ricorso da parte di vari editori francesi al pagamento dei giornalisti collaboratori come autori – Anche se, per le leggi di Oltralpe, si tratta di un sistema illegale

– Ma la convenienza economica è forte, visto che, ad esempio, su un compenso di 1.000 euro lordi, il risparmio per l’ editore può arrivare a 500-600 euro – E in più consente di ‘’licenziare i collaboratori senza problemi’’
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Car, giornalismo di precisione

Computer assisted reporting: giornalismo di indagine attraverso i dati reperibili in rete – Antonella Beccaria fa il punto su questa (relativamente) nuova forma di approccio giornalistico in un ampio articolo pubblicato sul suo blog, ’Computer assisted reporting, tra censura e analisi delle fonti aperte disponibili in rete''
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Da Ona Italia al giornalismo digitale locale e iper locale

Il resoconto dell’incontro svoltosi all’Università Sapienza di Roma per discutere su come dare vita a una qualche forma associativa affinché anche in Italia esista un luogo dove chi “commette atti di giornalismo” online possa discutere, confrontare le pratiche e quindi formarsi: creare, in poche parole, qualcosa di simile all’ONA (Online News Association), la più grande organizzazione professionale del settore, della quale alcuni dei promotori dell’evento sono anche membri.
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Il caso Paola Caruso: nel silenzio della stampa tradizionale la Rete ha mostrato di essere un vero media

Paola Caruso, la precaria del Corriere della Sera che sabato aveva cominciato uno sciopero della fame contro la direzione del quotidiano, ha sospeso la sua protesta. Ieri pomeriggio ha anche incontrato il direttore e i vertici del Corriere e ha ripreso a lavorare – La scelta di Paola è stata subito intercettata dalla Rete italiana che ha iniziato con la velocità dei blog e dei social network a diffondere e commentare la notizia – Domenica e lunedì scorsi era indubbiamente la notizia più discussa dalla rete di lingua italiana – Se pensiamo che siamo in tempi di quasi crisi di governo, l’effetto del gesto di Paola è stato deflagrante
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Sciopero della fame di una precaria: non è una notizia

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Un foglio rosa per gli aspiranti giornalisti alle prime armi
 
Far emergere i collaboratori dall’ abusivato e istituire un canale specifico per segnalare i casi di esercizio abusivo della professione – Sono alcune delle proposte lanciate da ‘’Liberiamo l’ informazione’’, una Newsletter sull’ attività del Consiglio nazionale dell’ Ordine dei giornalisti diffusa in questi giorni
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Giornali

USA Today: 5 redattori per la politica contro 27 addetti all’ entertainment

Lo rivela il  Gannett Blog, dopo che il suo direttore, Jim Hopkins, un ex giornalista del quotidiano, è riuscito a procurarsi  una copia dell’ organico della redazione - Un piccolo e interessante scoop, visto che è  la prima volta, secondo Hopkins, che diventa pubblico un documento del genere, che permette di guardare ben all’ interno della struttura di una grande testasta
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Sette motivi per cui i giornali Usa non riescono a risollevarsi

Li elenca su Poynter Rick Edmonds, analista dell’ economia dei media, tracciando un quadro incerto ma non drammatico dell’ industria dei quotidiani –  La ripresa economica, conclude, dovrebbe portare nel 2011 le entrate della stampa e del digitale in zona positiva: quasi tutti i gruppi editoriali stanno reagendo con un mix di offerte digitali e pubblicazioni di nicchia. Cellulari e tablet dovrebbero essere un ottimo affare specialmente per le grandi testate che hanno intenzione di investire in ricerca e sviluppo.  Per ora comunque, la carta stampata rimane ‘’piena di speranza’’ ma incerta sui risultati o su quale sia il percorso verso la prosperità
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Media e potere

Perché è indispensabile un nuovo intervento pubblico nel giornalismo Usa

Bisogna prendere atto che i giornali non sono più l’ unico luogo deputato dove si fa giornalismo  e che l’ipotesi di un intervento pubblico nel campo dell’ informazione giornalistica non comporti automaticamente l’ assegnazione di fondi federali in risposta a tali mutamenti; ci sono vari altri canali di intervento – È ammirabile che i giornalisti abbiano anticorpi potentissimi contro ogni minima iniziativa del governo che possa intaccare la libertà di stampa, ma è un peccato che la nostra professione sembri spesso incapace di affrontare seriamente le questioni delle politiche pubbliche relative ai  media – In una lunga lettera/articolo a Steven Waldman, della Federal Communications Commission, pubblicata dalla Columbia Journalism Revue, Steve Coll, premio Pulitzer e presidende della New American Fountation, sottolinea la necessità che ‘’Washington adotti nuove politiche e nuovi approcci, poiché il regime mediatico costituitosi nei decenni è oggi antiquato ed inadeguato’’ – ’’In un mondo prossimo di canali infiniti, di sfide incredibile per la privacy e di una politica tanto frammentata quanto i media, gli Stati Uniti hanno bisogno di una piazza virtuale affidabile ed orientata al pubblico, che distingue i fatti dalla fiction, il dibattito onesto dalla manipolazione finanziata con cinismo’’ – Tra l’ altro, sottolinea Coll, i media statunitensi ricevono ben pochi fondi pubblici rispetto agli Paesi industrializzati. Gli Stati Uniti investono nei media pubblici 1,43 dollari pro-capite, contro, ad esempio, gli 87 dollari della Gran Bretagna – Ogni nuovo regime di finanziamento dovrebbe essere tarato in base all’effettiva produzione o meno di un giornalismo più serio, indipendente, diversificato e mentalmente aperto
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Wales, Wikileaks e il New York Times: ma la funzione giornalistica non era sepolta?

Se Jimmy Wales, co-fondatore di Wikipedia, avesse ‘’informazioni importanti’’, l’ ultima cosa che ci farebbe ‘’sarebbe mandarle a Wikileaks”. Lo ha detto in una videointervista rilasciata al popolare giornalista americano Charlie Rose. Ma, quel che è più interessante è che Wales preferirebbe inviare informazioni scottanti a testate giornalistiche qualificate e responsabili, come per esempio il New York Times
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Wikileaks registra una sede in Islanda (e la procura svedese ne chiede l’ arresto)

L’ Islanda ha approvato tempo fa la ‘Icelandic Modern Media Initiative’, una legge che protegge più che in altri paesi i giornalisti investigativi e le loro fonti. Non è chiaro se la nuova società si occuperà di pubblicare le informazioni che arrivano a Wikileaks oppure se si dedicherà alla raccolta di fondi per l’ organizzazione, che da un po’ di tempo attraverserebbe forti difficoltà economiche e che aveva già dovuto interrompere l’ attività  per un certo periodo
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La Rete

In soli cinque paesi il 46% degli internauti di tutto il mondo

Uno studio della Morgan Stanley sottolinea fra l’ altro il grosso gap ancora esistente fra tempo dedicato ad internet e volume di investimenti pubblicitari – L’ autore dello studio lo vede in termini di “stratosferica opportunità” (50 miliardi di dollari) ma sarebbe troppo semplicistico pensare che questa grande occasione continui a non essere colta solo per miopia – Manca invece una vera e profonda riflessione sull’efficacia della pubblicità on line, sulla fruizione e sui livelli di attenzione che essa genera in termini di permanenza e memorabilità del messaggio
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Neutralità della Rete: il caso è sempre aperto

Dagli Stati Uniti all’ Europa si continua a discutere, mentre gli Internet provider stanno già iniziando a imporre qualche restrizione sui servizi offerti – Il dibattito all’ interno del Parlamento europeo
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Un internauta italiano su 5 legge blog di attualità

I dati di una ricerca di HumanHigway.it e di Liquida – I lettori abituali e assidui scesi da 2,3 a 1,8 milioni – Quasi un quarto di essi (cioè circa 420mila persone) leggono esclusivamente blog: si tratta probabilmente di blogger essi stessi
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