La proposta di Poste Italiane di consegnare a giorni alterni la corrispondenza, e con essa i quotidiani e i periodici, non piace alla Federazione nazionale della Stampa. Secondo il segretario Lorusso, infatti, “metterebbe a rischio la sopravvivenza di molti quotidiani, con conseguenze sul piano occupazionale, e minerebbe il diritto dei cittadini di oltre 5mila Comuni di accedere all’informazione”.
"La
proposta di Poste Italiane di recapitare a giorni alterni la corrispondenza, e
con essa i giornali quotidiani e periodici, in 5.296 Comuni è grave e
inaccettabile e richiede l'intervento immediato del governo". Lo afferma,
in una nota, Raffaele Lorusso, segretario generale della FNSI.
"Se il cambiamento di cui parlano i vertici di Poste Italiane, tanto
strombazzato negli spot pubblicitari, deve tradursi nella negazione dei servizi
essenziali - osserva Lorusso - c'è da essere seriamente preoccupati. In nome di
un'ambiziosa conversione all'attività finanziaria, infatti, Poste Italiane
pretende di impedire ai cittadini di più di cinquemila Comuni di ricevere
regolarmente il loro quotidiano e i loro periodici. La gravità di questa
impostazione non può lasciare indifferente il governo perché è in gioco
soprattutto il diritto costituzionalmente garantito dei cittadini di accedere
all'informazione. Vanno prese in seria considerazione le inevitabili
ripercussioni sul piano occupazionale in un settore già fortemente provato e
ridimensionato dalla lunga fase di recessione: senza la consegna a domicilio
molti quotidiani saranno costretti a chiudere”.
“Per queste ragioni – prosegue il segretario della Fnsi -, il governo deve
garantire il rispetto della direttive europee sul mercato dei servizi postali.
Non va infatti dimenticato che è obbligo degli Stati membri dell'Unione europea
di tenere conto delle esigenze degli utenti, assicurando il servizio postale
per almeno cinque giorni lavorativi a settimana, senza discriminazioni e senza
sospensioni o interruzioni. Se l'intenzione di Poste Italiane è quella di
impedire l'accesso all'informazione degli abitanti dei Comuni in cui il
recapito postale costituisce l'unica possibilità di ricevere quotidiani e
periodici e, di conseguenza, di condannare alla chiusura molte testate, allora
è giusto che il governo riveda il servizio postale universale, finora affidato
a Poste Italiane e che costa alle casse dello Stato 262,4 milioni di euro
l'anno”.
“Non si capisce perché, infatti, si dovrebbe continuare a sostenere con soldi
pubblici un servizio essenziale che di fatto si pretende di negare",
conclude Lorusso.