Il Consiglio d’amministrazione dell’Inpgi ha approvato in data 11 maggio il consuntivo 2005, il quale chiude con un avanzo di 92,990 milioni di euro (+2,38 milioni rispetto al 2004).
Un buon risultato è stato ottenuto anche nella crescita dei contributi correnti (+6,57%) cui fa positivo riscontro un rallentato aumento, rispetto ai contributi, della spesa pensionistica (+5,05%). Ulteriore elemento positivo è il rapporto percentuale fra entrate contributive correnti e spesa previdenziale, il quale scende ulteriormente, attestandosi all’87,1 per cento (100 euro di contributi incassati, 87,1 spesi per pensioni, 12,90 destinati ad incrementare la riserva). Il risultato del bilancio, che dovrà ora passare alla ratifica del Consiglio generale, è caratterizzato dai seguenti capitoli: Gli iscritti ed i rapporti di lavoro – Anche il 2005 ha segnato un buon aumento degli iscritti attivi. Al 31 dicembre il loro numero era pari di 16.675 giornalisti (+ 896 unità, pari al 5,68% rispetto al 2004). Ne è derivato un ottimo rapporto tra iscritti attivi e pensionati: 2,96 giornalisti in attività per ogni iscritto in quiescenza (2,91 nel 2004). Sostenuto anche l’aumento dei rapporti di lavoro: + 5,38% con un aumento di 859 unità (totale di 16.828 contratti accertati). In questo settore in evidenza lo “zoccolo duro” degli articoli 1 stabili e a tempo pieno: 14.454 giornalisti (+646 unità, pari al 4,68%) così ripartiti: 12.345 professionisti (+448), 1.291 pubblicisti (+246), 818 praticanti. I contratti a termine – Percentualmente più del doppio (9,96% contro il 4,68% dei contratti stabili) la crescita dei rapporti di lavoro a tempo determinato. Si tratta di un fenomeno causato da un’evoluzione legislativa che ha allargato in modo consistente la possibilità di ricorso a tale tipo di contratti. Questo costante aumento non pone oggi problemi di sopportabilità finanziaria, ma sta consolidando una particolare e sfortunata categoria di giornalisti, in perpetua altalena tra disoccupazione e lavoro. I contributi correnti - La massa retributiva imponibile ha raggiunto i 1.059,395 milioni con un incremento del 3,26%. Le entrate Ivs correnti sono salite a 312,202 milioni (+6,80%). Su ciò ha influito anche l’entrata in vigore dell’aumento dell’aliquota contributiva dell’1% frutto dell’accordo sindacale Fnsi – Fieg del 9 luglio 2003. La riserva tecnica Ivs prevista dalla legge 449/97 sale a 1.281,464 milioni di euro che garantiscono 8,587 annualità (7,980 nel 2004). Le prestazioni previdenziali e i prepensionamenti –Anche nel 2005 l’aumento della spesa è stato inferiore in percentuale rispetto alle entrate contributive: 271,800 milioni pari al 5,05% (5,18% nel 2004). Il numero dei trattamenti pensionistici al 31 dicembre è pari a 5.567 (+ 146 rispetto al 2004). Questo il dettaglio: 3.724 trattamenti diretti (+96), 1.843 di reversibilità (+50). Sempre rilevante l’onere dei prepensionamenti, il cui costo è a completo carico dell’Inpgi. Nove i nuovi prepensionamenti riferiti al 2005, che si sono aggiunti ai 151 prepensionamenti liquidati negli anni precedenti ad altrettanti colleghi i quali non hanno ancora raggiunto, ad oggi, l’età prevista (65 anni) per il diritto a percepire la “normale” pensione di vecchiaia: un onere che nel 2005 ha determinato una spesa complessiva di 12,020 milioni. Senza questa uscita il rapporto percentuale tra contributi correnti e spessa pensionistica scenderebbe dall’87,10 all’83,20 per cento. L’attività ispettiva e legale – Le ispezioni concluse in 74 aziende hanno comportato 63 verbali di addebito per un totale di 10,720 milioni, di cui 7,440 riferiti a contributi e 3,280 a sanzioni. Ben 305 sono state le contestazioni relative a posizioni accertate nell’ambito del lavoro subordinato giornalistico e che le aziende consideravano in maniera difforme. In 150 casi i colleghi, benché adibiti a mansioni giornalistiche a tempo pieno, erano inquadrati con qualifiche e contratti impropri (impiegato, grafico, operatore di ripresa) con la corresponsione dei contributi all’Inps e all’Enpals anziché all’Inpgi. Per altri 155 casi il rapporto di lavoro era formalmente inquadrato come autonomo, senza alcun versamento di contributi. Di questi, in base alle prove raccolte, 114 casi sono stati ricondotti al rapporto giornalistico a tempo pieno, 27 alla collaborazione fissa (art. 2 del contratto), 14 all’incarico di corrispondente (art. 12). Nel 2004 il Servizio legale dell’Inpgi ha concluso positivamente davanti ai giudici 68 giudizi su 88, e ciò ha comportato il riconoscimento in favore dell’Inpgi di un credito pari a 5,661 milioni. Alle 68 cause concluse felicemente vanno aggiunti altri 17 giudizi abbandonati dalle aziende per poter accedere al condono. Un totale quindi di 85 cause su 105 (pari all’80,95%) che si sono chiuse positivamente per l’Inpgi, con il riconoscimento del diritto a percepire quanto richiesto. I fondi svalutazione crediti – I fondi di svalutazione assommano a 116,712 milioni. Fra questi spicca il fondo svalutazione crediti contributivi che nel 2005 è stato parzialmente utilizzato (5,846 milioni) per assorbire la riduzione delle sanzioni civili in seguito al condono contributivo, cui hanno aderito 167 aziende. I contributi introitati dall’Inpgi in seguito al condono sono stati quelli originariamente richiesti (13,473 milioni), mentre le sanzioni (9,920 milioni) sono state ridotte a 4,073 milioni. In sede di redazione di bilancio, il fondo svalutazione crediti è stato ricostituito a 109,061 milioni di euro. Il Settore immobiliare – Il rendimento netto del patrimonio immobiliare, rapportato al valore contabile iscritto a bilancio, è stato del 2,22 per cento. Una valutazione compiuta scindendo il calcolo tra patrimonio ad uso abitativo (canoni per complessivi 17,532 milioni) e quello ad uso diverso (affitti per 9,090 milioni), dà il seguente risultato: rendimento netto del settore abitativo 1,84%, uso diverso 3,18%. Da queste percentuali emerge l’importanza che rappresenta il patrimonio ad uso uffici e soprattutto quello collegato agli immobili di pregio: i palazzi di via del Quirinale e di Via Quattro Fontane, a Roma, ne sono un rilevante esempio. Gli investimenti mobiliari – Anche nel 2005 l’andamento dei mercati finanziari è stato positivo. Tale situazione si è riflessa nell’attività degli investimenti, che hanno segnato un rendimento netto del 4,14%. Il risultato netto economico in bilancio della gestione è stato di 16,2 milioni, attribuibili a proventi netti di negoziazione, dividendi ed interessi al netto di commissioni, spese di gestione e tasse. Le plusvalenze implicite sono state pari a ben 21,083 milioni di euro.