(Astro9colonne) - Varsavia, 19 gen – Il giornalista Andrzej Marek è stato rimesso in libertà.
Reporter Senza Frontiere ha diffuso la notizia della liberazione, avvenuta nella serata di ieri, del giornalista del settimanale locale ‘Wiesci Polickie’, incarcerato a seguito della condanna penale per diffamazione a mezzo stampa. La Corte Costituzionale ha deciso di sospendere la sentenza - tre mesi di carcere - e di liberare definitivamente Marek. Secondo RSF, ad incidere sulla decisione della Corte sarebbero state le numerose iniziative prese in ambito internazionale da giornalisti e associazioni della stampa e dei media. (Astro9colonne) - Varsavia, 18 gen - Un giornalista polacco è stato condannato a tre mesi di carcere perché ritenuto responsabile di diffamazione. E fin qui niente di nuovo. Ma il fatto è che ieri Andrzej Marek – per il quale c’era stata anche una forte mobilitazione internazionale - ha vissuto il suo primo giorno in cella. L’Organizzazione internazionale Reporter Senza Frontiere ha a lungo monitorato il caso di Marek, accusato nel 2002 di aver diffamato un membro del governo locale della città di Police con due articoli dedicati alla corruzione negli ambienti politici. Nel marzo del 2004, dopo la sentenza di condanna, l’ incarcerazione fu sospesa grazie all’intervento di un gruppo di giornalisti polacchi che in segno di protesta si incatenarono di fronte al Parlamento. Ma da ieri, come detto, Marek è agli arresti. Reporter Senza Frontiere e il Comitato di Protezione dei Giornalisti criticano fortemente il fatto che la Polonia tratti i casi di diffamazione in ambito penale anziché civile e lamentano la mancanza di libertà d’espressione in un paese accolto nell’Unione Europea. Entrambe le organizzazioni sottolineano poi il fatto che la Polonia è l’unico paese dell’UE ad imporre il carcere a giornalisti accusati di reati d’opinione (informazione non del tutto esatta). Andrzej Marek, redattore capo del settimanale “Police News” - testata della città di Police, nella zona occidentale del paese - accusò nel 2001 il portavoce dell’Unità Promozione e Informazione del Consiglio Comunale della città di aver ottenuto il posto grazie a ricatti e di sfruttare la posizione pubblica per promuovere la propria agenzia pubblicitaria.