Polemica Unità-Storace. Gasparri: "L'Ordine dei giornalisti tuteli l'informazione". Serventi Longhi: "Il caso andrebbe chiuso". Del Boca: "L'Ordine farà il proprio dovere". Tajani: "Padellaro si dimetterà come Petruccioli?". Garambois (Asr): "Non è stata rispettata la giornalista". Solidarietà del Cdr alla collega
''Caro Presidente batta un colpo, faccia sentire la sua voce, e dimostri che nel mondo del giornalismo la libertà sacrosanta non deve essere utilizzata da nessuno per il mendacio e per l'aggressione nei confronti di chi la pensa diversamente'': e' l'appello che il ministro della Comunicazione Maurizio Gasparri, che ieri si e' autosospeso dall'Ordine dei Giornalisti, rivolge al presidente dell'Ordine Lorenzo Del Boca, in una lettera pubblicata sul 'Secolo d'Italia'. Una lettera in cui Gasparri critica duramente l'Unita', che definisce ''giornale non nuovo alla diffusione di bugie'' e ribadisce la gravita' del servizio pubblicato ieri sul racconto di un ex deportato della comunita' ebraica romana che affermava di essere stato picchiato dal padre di Francesco Storace alla casa del fascio. Episodio rivelatosi infondato e per il quale il governatore del Lazio ha chiesto le dimissioni del direttore del quotidiano. Gasparri ricorda che ''gia' anni fa l'Unita', allora diretta da Claudio Petruccioli, si distinse in un'altra gravissima vicenda, diffondendo falsi documenti riguardanti un sequestro attuato dalle Brigate Rosse. Il paradosso è che Petruccioli, che allora si dimise, sia stato poi addirittura promosso a capo della Vigilanza parlamentare della Rai. Mi astengo da commenti...''. E ancora: ''Giorni fa qualcuno ha ironizzato su Silvio Berlusconi, quando ha parlato di un dossier riguardante le menzogne diffuse dall'Unita'. La cosa è invece fondata. Basta leggere questo giornale per vedere come quotidianamente si dedichi alla denigrazione degli avversari politici, ricorrendo frequentemente a falsità''. Ma, per Gasparri, quello che e' accaduto a Storace e' ''ancora piu' grave'', perche' ''chiamare in causa un padre scomparso, accusarlo di colpe non sue, montare una campagna stampa rabbiosa, basata anche su presunte discriminazioni razziali, è ignobile. Ho parlato con il presidente dell'Ordine dei Giornalisti del Lazio, Bruno Tucci, che mi ha assicurato un tempestivo intervento'' aggiunge. Gasparri poi spiega di essersi ''ribellato non tanto come ministro delle Comunicazioni, ma come cittadino e come giornalista'', affermando la sua volonta' di ''rivolgersi al presidente dell'Ordine attraverso il Secolo d'Italia per chiedere un intervento rapido ed esemplare''. Il Secolo d'Italia, sottolinea, ''pur nella sua fiera appartenenza politica, non ha mai alimentato campagne di menzogna come quelle che periodicamente attua l'Unita'''. Per Gasparri, l'Ordine dei Giornalisti ''non puo' rimanere inerte'', ''in una fase elettorale gia' cosi' aspra non si puo' assistere passivamente a un'aggressione di tali dimensioni''. Riferendosi al segretario della Fnsi Paolo Serventi Longhi, Gasparri aggiunge: ''Sorprende poi, poco, che il capo del sindacato dei giornalisti sia intervenuto con toni che definisco, con generosita', patetici. Minimizzare quanto e' accaduto e' vergognoso. Prima si aggredisce, si picchia, si mente e poi dopo, ammettendo di aver sbagliato, si chiede di finirla qui. Non la finiamo affatto. L'Ordine deve prendere una posizione chiara'', conclude. (ANSA). ''Il direttore dell'Unita' si e' scusato pubblicamente per le inesattezze nei confronti di Storace ed il caso andrebbe chiuso''. Lo afferma il segretario generale della Federazione della Stampa Paolo Serventi Longhi che giudica ''stupefacente'' la ''richiesta di intervento dell'ordine dei giornalisti'' da parte del Ministro Maurizio Gasparri. ''Le competenze dell'ordine - sottolinea Serventi - discendono dalla legge e ne definiscono con rigore l'indipendenza da ogni potere. L'ordine e' intervenuto in talune circostanze nelle quali si evidenziava palesemente una violazione deontologica''. ''E' stupefacente - afferma ancora - il tentativo del ministro Gasparri di intervenire nella vicenda relativa alla polemica tra Francesco Storace e l'Unita' con pesanti insulti al sindacato dei giornalisti e al quotidiano'' Secondo Serventi, ''non si comprende, se non con una strumentalizzazione palese a fini elettorali, perche' si continui a chiedere l'intervento dell'ordine quando in centinaia di circostanze giornalisti ed organi di stampa vicini al premier hanno reiteratamente attaccato e insultato, in taluni casi demonizzato, la libera informazione. Io stesso - conclude - sono stato vittima di una campagna di delegittimazione e di aggressione dai direttori del Tg4, di Libero, ecc., ma non mi sono mai sognato di chiedere l'intervento dell'ordine. Ne' sono intenzionato a farlo nei confronti del collega Maurizio Gasparri, che mi definisce patetico''. (ANSA). Un messaggio ai giornalisti perche' ''evitino di farsi strumentalizzare'' in campagna elettorale, un apprezzamento al direttore dell'Unità Antonio Padellaro che ha chiesto scusa a Francesco Storace per le accuse rivolte a suo padre e piena fiducia al Consiglio dell' Ordine dei giornalisti del Lazio, sono stati espressi oggi dal presidente dell'Ordine nazionale, Lorenzo Del Boca. ''In campagna elettorale i toni si accendono - ha dichiarato Del Boca intervenendo sulla vicenda L'Unita'-Storace - e per questo e' necessario che i giornalisti aumentino il livello di attenzione, evitando di farsi strumentalizzare e imponendosi un rigore, se possibile, ancora piu' puntuale''. ''Nel caso della polemica tra L' Unita' e Storace - ha aggiunto - il direttore Padellaro ha fatto bene a scusarsi quando si e' accorto dell'errore. E l'Ordine fara' il suo dovere, a cominciare dal consiglio del Lazio cui spettano gli interventi deontologici in questa questione''. (ANSA) ''Da giornalista mi domando se il direttore dell'Unita' Antonio Padellaro ha intenzione di seguire l'esempio del suo predecessore Claudio Petruccioli che si dimise dall'incarico travolto dal caso Cirillo-Maresca''. Lo afferma Antonio Tajani, presidente degli europarlamentari di Forza Italia. ''Non e' la prima volta dunque che l'Unita' - sottolinea Tajani - pubblica bufale per colpire gli avversari politici. Nel marzo dell'82 con il falso dossier sulla liberazione di Ciro Cirillo si cerco' di colpire le istituzioni e la Dc. Oggi con un'altra bufala si e' cercato di colpire il presidente della Regione Lazio Storace. Mi chiedo - conclude - cosa pensi della vicenda odierna onorevole Petruccioli, grande censore del giornalismo italiano''. (ANSA). ''La vicenda tra l'Unita' e il Governatore del Lazio e' nata, senza dubbio, come un errore professionale, gravissimo e riconosciuto: la pubblicazione di una notizia errata che ha colpito la memoria di un familiare del presidente Storace e si trattava della dichiarazione di un perseguitato del fascismo che accusava ingiustamente il padre di Francesco Storace di essere tra i suoi torturatori. Ci sono state rettifiche, come impone la legge, e scuse, come impone invece il corretto rapporto tra un giornale e un cittadino, anche se ricopre un alto ruolo istituzionale. Quella che non c'e' stata, invece, e' la correttezza e il rispetto nei confronti della giornalista che ha raccolto quelle dichiarazioni''. Lo ha detto il segretario dell'Associazione stampa romana Silvia Garambois. ''La collega, che ha giudicato attendibile la fonte senza effettuare ulteriori e necessari controlli - ha aggiunto Garambois - e' stata oggetto di una durissima aggressione verbale, da piu' parti, sia durante la conferenza stampa del presidente Storace e soprattutto nelle ore successive, quando l'episodio si e' trasformato in un elemento di durissimo scontro politico, e lei e' stata oggetto di insulti anche attraverso emittenti locali del Lazio. Invitiamo tutti - ha concluso il segretario di Asr - pur nell'acceso clima delle ultime ore di campagna elettorale, a rispettare chi fa informazione, assumendosi le proprie responsabilita'''. (ANSA). "Ricordiamo a Storace che non siamo più nel ventennio mussoliniano a lui tanto caro - è il comunicato del Cdr de l'Unità che dà piena solidarietà a Luana Benini - la collega ha riportato le parole del signor Limentani senza aggiungere una sola virgola, si è detta disposta a far ascoltare la registrazione dell'intervista al presidente Storace. La risposta è stata un'aggressione verbale. Storace solleva un polverone. L'Unità ha raccolto il racconto di un cittadino che ha subito la tragedia della deportazione sua e dei familiari, non ha certo attentato alla vita di Storace. Che corre solo un rischio: non essere rieletto".