Personale della Dia di Caltanissetta, su mandato della Procura Nissena, ha eseguito martedì 24 maggio 2022 perquisizioni nell'abitazione dell'inviato di Report, Paolo Mondani, e nella redazione della trasmissione di Rai3. La notizia è stata resa nota su Facebook da Sigfrido Ranucci. «Il motivo – scrive il giornalista – sarebbe quello di sequestrare atti riguardanti l'inchiesta di ieri sera sulla strage di Capaci nella quale si evidenziava la presenza di Stefano delle Chiaie, leader di Avanguardia nazionale, sul luogo dell'attentato di Capaci. Gli investigatori cercano atti e testimonianze anche su telefonini e pc».
Per la Fnsi, «le perquisizioni nella redazione di Report e a casa dell'inviato Paolo Mondani ripropongono l'urgenza di approvare norme più efficaci a tutela delle fonti e del segreto professionale dei giornalisti. Più volte – rileva il sindacato – la Corte europea dei diritti dell'uomo ha ribadito che gli effetti di ingerenze di questo tipo nell'attività di chi fa informazione equivalgono ad un attacco al diritto dei cittadini ad essere informati, ma in Italia sembra che questo monito nessuno voglia ascoltarlo».
Quanto accaduto ai colleghi di Report, incalza la Fnsi, «è inaccettabile perché, nonostante la dichiarata disponibilità a collaborare con gli inquirenti, è stata disposta anche l'acquisizione di copie dei dati presenti su computer e telefoni».
La Federazione nazionale della Stampa italiana «è al fianco del conduttore Sigfrido Ranucci, di Paolo Mondani e di tutta la redazione di Report ed è pronta a sostenere, insieme con l'Usigrai, tutte le iniziative che i colleghi riterranno necessario intraprendere a difesa del proprio lavoro e del diritto di cronaca. L'auspicio – conclude il sindacato – è che quanto accaduto possa spronare governo e parlamento a trovare finalmente il modo di intervenire per rafforzare la tutela delle fonti e il segreto professionale, come primo tassello di un sistema di regole che consenta di fermare la rovinosa caduta che l'informazione di questo Paese sta facendo registrare nelle classifiche internazionali sulla libertà di stampa».
Anche per l'Usigrai, «disporre perquisizioni a carico di un giornalista per il suo lavoro di inchiesta è sintomo grave di arretramento della libertà di espressione in questo Paese». A proposito dell'iniziativa della Procura di Caltanissetta nei confronti di Report e di Paolo Mondani per l'inchiesta che apre nuovi scenari sugli autori della strage di Capaci, i rappresentanti dei giornalisti del servizio pubblico ricordano che «la Corte europea dei diritti dell'uomo ha in più occasioni chiarito che perquisizioni e sequestri nei confronti dei giornalisti, anche nel caso di pubblicazione di notizie su inchieste giudiziarie in corso, rappresentano una violazione della libertà di espressione».
Da qui l'augurio che «anche le autorità competenti comprendano la gravità di quanto sta accadendo in queste ore e non procedano ad atti che avrebbero conseguenze anche sul futuro del lavoro giornalistico. L'Usigrai – concludono i rappresentanti sindacali – tutelerà in ogni sede la libertà di espressione garantita dall'articolo 21 della Costituzione e il diritto dei cittadini ad essere informati nonché la protezione delle fonti giornalistiche ed è vicina ai colleghi della Redazione di Report».
In serata, il passo indietro della Dda di Caltanissetta che, come scrive ancora su Facebook Ranucci, «ha revocato il decreto di perquisizione a casa di Paolo Mondani e presso la redazione di Report».
Assostampa Sicilia e Gruppo Cronisti Siciliani: «Solidarietà a Paolo Mondani e alla redazione di Report»
PALERMO, 25 maggio 2022 – La segreteria regionale di Assostampa Sicilia e il direttivo neoeletto del Gruppo cronisti siciliani aderente all'Unci esprimono solidarietà al collega Paolo Mondani e ai colleghi di Report per le perquisizioni in redazione e a casa del giornalista, che ha svolto un'inchiesta encomiabile sui tanti misteri ancora irrisolti sulla strage di Capaci facendo probabilmente emergere anche elementi nuovi. «Il lavoro giornalistico – si legge in una nota di Assostampa Sicilia e Gruppo cronisti siciliani – non può subire queste intimidazioni, le fonti vanno assolutamente tutelate nell'esclusivo interesse dei lettori ad essere informati in modo corretto ed esaustivo e nella libertà del giornalista di trovare notizie che possono anche avere un certo rilievo. Servono norme più efficaci a tutela delle fonti e del segreto professionale. I fatti accaduti alla redazione di report e al collega Mondani sono inaccettabili perché equivalgono a forme di pressione e di ingerenza sulla libera attività giornalistica e sulla libertà di stampa».