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Internazionale 20 Dic 2008

Per la prima volta un giornalista italiano al vertice dell'Unca: Giampaolo Pioli eletto presidente dell'Associazione dei corrispondenti delle Nazioni Unite

Per la prima volta dalla sua fondazione 60 anni fa il presidente dell'associazione dei corrispondenti delle Nazioni Unite (Unca) è un giornalista italiano. Giampaolo Pioli, inviato a New York per il Quotidiano Nazionale (il Resto del Carlino, la Nazione e il Giorno), è stato eletto ieri con grandissimo margine alla guida dell'organismo di rappresentanza e tutela dei giornalisti del Palazzo di Vetro

Per la prima volta dalla sua fondazione 60 anni fa il presidente dell'associazione dei corrispondenti delle Nazioni Unite (Unca) è un giornalista italiano. Giampaolo Pioli, inviato a New York per il Quotidiano Nazionale (il Resto del Carlino, la Nazione e il Giorno), è stato eletto ieri con grandissimo margine alla guida dell'organismo di rappresentanza e tutela dei giornalisti del Palazzo di Vetro

Dal 1 gennaio 2009 Pioli prenderà il posto di J. Tuyet Nguyen, corrispondente dell'agenzia di stampa tedesca Dpa. Nata il 30 giugno del 1948, l'Unca raggruppa oggi oltre 300 corrispondenti permanenti provenienti dai 192 paesi membri dell'Onu. Associated Press, New York Times, France Presse, New York Daily News, Haaretz, Tass e New York Post sono tra le testate che parteciparono alla fondazione dell'associazione che iniziò la sua attività dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Da subito, l'Unca esercitò un ruolo fondamentale nella difesa della libertà di stampa a livello internazionale. Quando il reporter della Cbs George Polk venne ucciso in Grecia durante la guerra civile, il comitato esecutivo dell' Unca chiese ad Atene di aprire un'indagine imparziale e spedì numerosi colleghi per prendere parte al processo. Si temeva che l'omicidio avesse a che fare con le dure critiche che il corrispondente aveva espresso sia nei confronti del governo sia dell'opposizione comunista. "L'Unca - si legge nello statuto - si pone come obiettivo di mantenere e proteggere la libertà e il prestigio dei corrispondenti della stampa, radio e televisione nelle relazioni con le Nazioni Unite". (ANSA)

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