“E' una sentenza di straordinaria rilevanza quella emessa dal Tar del Lazio in materia di accesso dei giornalisti ai Cie (i centri di identificazione ed espulsione degli immigrati). Accogliendo il ricorso dei colleghi Raffaella Cosentino e Stefano Liberti, patrocinato dall'Unione Forense per la Tutela dei Diritti mani e dall'Open Society Justice Initiative, il tribunale amministrativo ha bocciato la circolare con la quale un anno fa l'allora ministro dell’Interno, Roberto Maroni, aveva voluto bloccare il lavoro dell'informazione. Questa vittoria legale conferma e consolida la vittoria civile e politica che le associazioni impegnate nella campagna ‘lasciateCIEntrare’ avevano già conseguito nei mesi scorsi, inducendo l’attuale ministro, Annamaria Cancellieri, a revocare il provvedimento del suo predecessore.
’L'esclusione della stampa – ossia dei ‘watch dog della democrazia e delle istituzioni’ – non può avvenire in termini assoluti e, comunque, senza motivazione alcuna’. Così la sentenza del Tar.
E' un riconoscimento importante del ruolo dell'informazione, che impegna noi giornalisti ad intensificare notizie e inchieste su ciò che avviene nelle strutture per immigrati”.
TAR LAZIO: ILLEGITTIMO IL DIVIETO DI ACCESSO DEI GIORNALISTI AI CENTRI PER IMMIGRATI
Con sentenza depositata il 18 maggio scorso, il TAR del Lazio ha dichiarato illegittimo il divieto di opporre ai giornalisti un generico diniego di accesso ai Centri d’identificazione e Espulsione per migranti (CIE).
Il ricorso contro i ripetuti dinieghi all’accesso ai CIE era stato introdotto dai giornalisti Raffaella Cosentino e Stefano Liberti e promosso dagli avvocati Anton Giulio Lana e Andrea Saccucci in collaborazione con Open Society Justice Initiative (OSJI).
I ricorrenti avevano richiesto l’annullamento del bando generico, imposto dall’ex Ministro dell’Interno Roberto Maroni, che vietava alla stampa l’accesso nei centri per immigrati “fino a nuova disposizione”, motivando genericamente tale divieto con il fine di non intralciare le attività dei centri “in considerazione del massiccio afflusso di immigrati provenienti dal Nord Africa”.
“… Anche volendo condividere l’opinione secondo la quale l’accesso ai centri di accoglienza non è libero ma deve essere regolamentato – si legge nella sentenza - appare chiaro che l’esclusione della stampa – ossia dei “watch dog della democrazia e delle istituzioni” – non può avvenire in termini assoluti e, comunque, senza motivazione alcuna”
La sentenza del TAR giunge a sanzionare il progresso della campagna LasciateCIEntrare, lanciata nell’estate 2010 da un gruppo di ONG italiane e dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana per garantire l’accesso dei giornalisti ai centri di detenzione amministrativa dei migranti.
“L’accesso della stampa nei centri per immigrati garantisce che vi sia controllo pubblico sul modo in cui tali centri vengono gestiti e sul trattamento cui sono sottoposte le persone ivi trattenute.” - dichiarano UFTDU e OSJI - “Ciò detto è importante sottolineare che la detenzione amministrativa per i migranti deve rimanere una soluzione residuale. L’accesso a una maggiore informazione circa i centri di detenzione per migranti non fa che rinforzarci nella convinzione del necessario superamento di queste strutture degradanti per i migranti e costose per lo stato”. Roma, 24 maggio 2012
MEDICI PER I DIRITTI UMANI: “LE SBARRE PIÙ ALTE”
PRESENTAZIONE DEL RAPPORTO SUL CIE DI PONTE GALERIA ROMA
Mercoledì 30 maggio, ore 15, Aula I della ex-Facoltà di Lettere Sapienza Università di Roma - Piazzale Aldo Moro, 1.
Nell’ambito del ciclo di incontri “La mediazione interculturale. Dalla rappresentazione dell’altro al lavoro sul campo” dedicati ai non-luoghi a cura dei proff. Maria Antonietta Saracino e Stefano Tedeschi (Facoltà di FI.LE.SU.SO), verrà presentato il nuovo rapporto di Medici per i Diritti Umani (MEDU) sul CIE Ponte Galeria.
I centri di identificazione ed espulsione garantiscono il rispetto della dignità e dei diritti fondamentali dei migranti trattenuti? A quattordici anni dall’istituzione dei CPTA/CIE, quali sono la rilevanza e l’efficacia della detenzione amministrativa nel contrasto dell’immigrazione irregolare? Un’analisi articolata del centro di Ponte Galeria non può prescindere da una valutazione complessiva del sistema dei centri di identificazione ed espulsione in Italia.
Le conclusioni di questa indagine confermano quanto rilevato dai tre precedenti rapporti di Medici per i Diritti Umani (MEDU): il CIE di Ponte Galeria si dimostra una struttura inefficace per i suoi scopi, costosa e congenitamente incapace di garantire il rispetto della dignità e dei diritti fondamentali della persona. Il diritto alla salute per i trattenuti appare ancora meno garantito che in passato. Le stesse considerazioni possono essere estese al sistema dei CIE in generale come indicano in maniera sufficientemente oggettiva, sistematica e coerente le indagini più significative realizzate da attori indipendenti e istituzionali nel corso degli anni e come sostanzialmente confermano i primi dati del 2011 sul rendimento dei CIE a livello nazionale e le visite recentemente effettuate da MEDU in altre strutture (Bologna e Torino).
MEDU ritiene che le criticità ripetutamente rilevate nel corso degli anni sulla natura e il funzionamento dei CPTA/CIE abbiano una tale rilevanza e pervasività da rendere indispensabili e urgenti sia l’abbandono dell’attuale sistema di detenzione amministrativa, sia l’adozione contestuale di strategie di gestione dell’immigrazione irregolare più razionali, articolate e rispettose dei diritti fondamentali della persona
Medici per i Diritti Umani onlus è una organizzazione umanitaria e di solidarietà internazionale, senza fini di lucro, indipendente da affiliazioni politiche, sindacali, religiose ed etniche. Questo rapporto rientra nell’ambito del programma “Osservatorio sull’assistenza socio-sanitaria per la popolazione migrante nei CPTA/CIE” avviato dall’associazione nel 2004. MEDU aderisce alla campagna LasciateCIEntrare.
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