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Rai 24 Feb 2009

Pedica (Idv): "In piazza contro spartizioni e nomine" Rizzo Nervo replica all'Idv: "Non ho mai avuto tessere di partito, ho sempre avuto solo la tessera dell'Ordine dei giornalisti""

''L'Italia dei Valori questa mattina manifesta il proprio dissenso nei confronti del cda della Rai e delle nomine'': cosi' il senatore Idv Stefano Pedica, durante la mobilitazione organizzata dal partito davanti ai cancelli di viale Mazzini

''L'Italia dei Valori questa mattina manifesta il proprio dissenso nei confronti del cda della Rai e delle nomine'': cosi' il senatore Idv Stefano Pedica, durante la mobilitazione organizzata dal partito davanti ai cancelli di viale Mazzini

RAI: PEDICA (IDV), IN PIAZZA CONTRO SPARTIZIONI E NOMINE ZCZC0186/SXA WIC20134 ''Si tratta di una mera spartizione di poltrone tra politici riciclati e uomini Mediaset. Ma la Rai - ha detto Pedica - e' dei cittadini che pagano il canone. Abbiamo protestato contro gli inciuci, le spartizioni, le divisioni di affari a discapito dei contribuenti che sono i veri proprietari della televisione pubblica''. (ANSA) "Complimenti, dunque, al partito dell'onorevole Antonio Di Pietro, preceduto in verita' nei giorni scorsi con ammirevole tempestivita' dal segretario dell'Usigrai, che mi ha finalmente smascherato e mi ha esposto alla pubblica gogna e al pubblico ludibrio davanti ai cancelli di viale Mazzini (per mia fortuna non fisicamente ma solo in fotografia e di questa sua sensibilita' democratica lo ringrazio vivamente)". Questo il commento del Consigliere di Amministrazione della Rai Nino Rizzo Nervo, sulla manifestazione organizzata oggi dall'Idv davanti ai cancelli di Viale Mazzini "Per essere, come denunciato dai manifestanti -scrive Rizzo Nervo- io ormai da tempo un reale pericolo per la democrazia del nostro paese visto che non ho ne' l'esperienza, ne' la competenza, ne'i titoli idonei alla riconferma nel consiglio di amministrazione della Rai. La 'garbata' manifestazione organizzata oggi da Italia dei valori mi induce ad una completa confessione -aggiunge- ho 55 anni, sono laureato in scienze politiche con 110, lode e dignita' di pubblicazione della tesi, relatore il professor Gaetano Silvestri oggi giudice costituzionale. Giornalista professionista da 35 anni mi sono fatto le ossa in un solido giornale locale, la 'Gazzetta del Sud'". "Fui assunto in Rai nel 1979 e vi ho ricoperto i seguenti incarichi -scrive Rizzo Nervo- redattore ordinario, inviato speciale, vice caporedattore, redattore capo responsabile per sette anni della redazione siciliana, vice direttore per il Sud della Tgr (ai tempi dei 'Professori'), vicedirettore di Televideo, capo della staff del direttore generale Aldo Materia (l'ultimo periodo della Moratti), direttore della Tgr (epoca Siciliano-Iseppi), direttore della Segreteria del consiglio di amministrazione (era Zaccaria-Celli), poi incaricato di portare a termine il progetto di unificazione tra Tgr e Tg3 e dirigere (sempre era Zaccaria-Celli) il 'nuovo' Tg3 diventato la piu' grande testata televisiva d'Europa". "Ho lasciato di mia volonta' la Rai agli inizi del 2001 -afferma il consigliere della Rai- da direttore in carica del Tg3 per andare a dirigere con Lerner La7 nella presunzione di contribuire alla nascita del cosiddetto 'terzo polo', collaborando con Gad, Roberto Giovalli, Giuliano Ferrara, Fabio Fazio, Antonio Campo dell'Orto, Giorgio Gori e tanti altri professionisti della televisione ad un progetto che, pero', come qualcuno scrisse, 'fu ucciso nella culla'". "Ho poi progettato e diretto con Federico Orlando, Stefano Menichini e Francesco Garofani il quotidiano 'Europa' -spiega Rizzo Nervo- Negli anni ho anche insegnato 'Teoria e tecnica del linguaggio radiotelevisivo' presso le facolta' di Magistero, a Palermo, e di Scienze politiche, a Messina. "Pur avendo come qualsiasi altro cittadino le mie idee politiche -sottolinea Rizzo Nervo- non ho mai partecipato a competizioni elettorali ne' ho mai avuto in tasca alcuna tessera se non quella del mio ordine professionale, ritenendo che -conclude- come i magistrati, i giornalisti non devono mai avere un rapporto istituzionalizzato con partiti a salvaguardia della propria indipendenza ed autonomia".(Adnkronos)

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