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Un momento dell'inaugurazione della panchina della memoria
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Un momento dell'inaugurazione della panchina della memoria
Iniziative 01 Mar 2020

'Parole non pietre', una panchina per ricordare il giornalista e i tipografi ebrei deportati dai nazisti

Con l'inaugurazione, domenica 1 marzo davanti al Museo della Shoah di Roma, si è chiusa la tre giorni della manifestazione promossa dall'associazione Articolo21 con Fnsi, Usigrai e Ordine del Lazio. «Un momento emozionante», ha commentato il presidente Giulietti. Presenti, fra gli altri, la sindaca Virginia Raggi e il presidente del Parlamento Ue, David Sassoli.

"Se la verità non è libera, la verità non è vera". È la frase dipinta sulla "panchina della memoria" dedicata al giornalista Eduardo Ricchetti e ai tipografi Amedeo Fatucci, Leo Funaro e Pellegrino Vivanti, deportati dai nazisti nel rastrellamento di Roma del 16 ottobre 1943, con la cui inaugurazione si è conclusa, domenica 1 marzo, la tre giorni "Parole non pietre" promossa dall'associazione Articolo21 con Fnsi, Usigrai, Ordine del Lazio e altre associazioni per promuovere una comunicazione responsabile come contrasto alle parole di odio e a ogni forma di discriminazione.

In largo 16 ottobre 1943, insieme con Ruben Della Rocca, vicepresidente della Comunità ebraica di Roma, e Mario Venezia, presidente della Fondazione Museo della Shoah, all'iniziativa hanno partecipato, fra gli altri, il presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana Giuseppe Giulietti, la sindaca di Roma Virginia Raggi, il presidente del Parlamento europeo David Sassoli, il segretario del Cnog Guido D'Ubaldo, la presidente dell'Odg Lazio Paola Spadari, la portavoce di Articolo21 Elisa Marincola, Luca Perrino e Cristina Visintini, in rappresentanza dell'associazione Leali delle Notizie, promotori delle "panchine della memoria".

«Un momento emozionante», ha commentanto il presidente Giulietti aprendo la commemorazione davanti al Museo della Shoah. «A volte anche i giornalisti si distraggono e usano le parole come pietre. Questa panchina sia un monito anche per chi fa informazione ad un uso corretto del linguaggio», ha aggiunto.

«Su una panchina ci si siedono in tanti. Ci si fa spazio. Una panchina è testimone di tante storie e in qualche modo le trasmette», ha osservato il vicepresidente Ruben della Rocca. Per la sindaca Raggi, «la memoria deve guidare il nostro cammino e spingerci a fare meglio. Ognuno di noi ha l'imperativo morale di farsi carico del passato per migliorare il presente». Il presidente David Sassoli ha evidenziato, infine, come «abbiamo tutti una grande responsabilità. La democrazia non si conquista una volta per sempre. E questa panchina ce lo ricorda».

A Luca Perrino e Cristina Visintini il compito di presentare il progetto delle "panchine della memoria" (quella inaugurata a Roma è la terza, dopo quella dedicata a Daphne Caruana Galizia a Ronchi dei Legionari e quella di Torre Annunziata che commemora Giancarlo Siani). «La storia di questa e delle altre panchine è la storia del legno di cui sono fatte, preso dagli alberi distrutti dalla tempesta Vaia nel 2018», hanno ricordato.

A Sassoli, Raggi e alla Comunità Ebraica sono state consegnate le targhe "Parole non pietre" raffiguranti il disegno realizzato per la manifestazione da Mauro Biani. 

@fnsisocial

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