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Rai 12 Feb 2010

Par Condicio, Natale (Fnsi): “Nasce dal fastidio per l’informazione” Bonino: “Non vedo scandalo nel nuovo regolamento” Verna (Usigrai): “Vogliono affossare la Rai” Conduttori sul piede di guerra. Zavoli tenta una

"Questo regolamento è sbagliato perché da quì alla fine di marzo fa fuori i partiti minori. Però le parole di Emma Bonino suonano un po' diverse da quelle del senatore Beltrandi", deputato radicale eletto nelle liste del Pd e relatore del regolamento approvato dalla Commissione di Vigilanza Rai. Lo ha detto il presidente della Fnsi Roberto Natale nel corso della puntata di 'Annozero', a proposito del regolamento sulle trasmissioni di approfondimento politico appena varato

"Questo regolamento è sbagliato perché da quì alla fine di marzo fa fuori i partiti minori. Però le parole di Emma Bonino suonano un po' diverse da quelle del senatore Beltrandi", deputato radicale eletto nelle liste del Pd e relatore del regolamento approvato dalla Commissione di Vigilanza Rai. Lo ha detto il presidente della Fnsi Roberto Natale nel corso della puntata di 'Annozero', a proposito del regolamento sulle trasmissioni di approfondimento politico appena varato

"Da quì al 28 marzo una quantità di programmi, più di cinquanta per Viale Mazzini, saranno a rischio. Ci pare che questo provvedimento si inquadri in aria di fastidio grande

per l'informazione. Ci troviamo in questo clima per cui, si dice, per il bene del Paese si deve avree una informazione controllata". Roberto Natale è poi tornato sulle frasi pronunciate dal premier Silvio Berlusconi ieri, in occasione della presentazione del nuovo libro di Bruno Vespa, a proposito della necessità di evitare i 'pollai televisivi': "Dal presidente del Consiglio abbiamo avuto una apologia del confronto. C'è da chiedersi di cosa si sta parlando visto che è lo stesso presidente del Consiglio ad aver accettato un solo confronto alla pari da quando è in politica". (AGI)

BONINO, NON VEDO SCANDALO IN REGOLAMENTO

"Non mi pare un grande scandalo questo regolamento, non dice che 'Annozero', 'Ballarò' o 'Porta a Porta' non possono andare in onda. Dice che per le quattro settimane prima delle elezioni il 50 per cento degli ospiti dovranno essere i candidati alla presidenza delle regioni e per il 50 per cento esponenti di liste politiche che si presenteranno in almeno un quarto delle regioni". Lo ha detto Emma Bonino, candidata per il centrosinistra alla presidenza della Regione Lazio, nel corso della puntata di 'Annozero' in onda su Rai 2, commentando con Michele Santoro il nuovo regolamento sulla par condicio in tv varato in vista delle prossime elezioni regionali dalla Commissione di vigilanza Rai.

"Una Regione è un ente piuttosto importante, e non da ora", ha aggiunto Bonino, "quindi mi sembra che sia opportuno stare ad ascoltare i confronti tra candidati, forse così i cittadini inizieranno a conoscerli. La legge dice semplicemente che lo scempio che è successo le altre volte, con i partiti minori senza possibilità di parlare se non nelle tribune alle cinque di pomeriggio o a mezzanotte, non si ripeta". (AGI)

VERNA (USIGRAI), VOGLIONO AFFOSSARE LA RAI

''Così la Rai si avvia a poco a poco sull'orlo del baratro. È la cronaca di un assassinio annunciato''. È quanto scrive, a proposito del nuovo regolamento per la par condicio, il segretario nazionale dell'Usigrai Carlo Verna in un editoriale che verrà pubblicato nel numero di domani del quotidiano ecologista Terra.

''È una confusione che sembra organizzata - sottolinea Verna - quella che si sta creando intorno alla Rai. Ecco perché l'Usigrai ha reagito nella maniera più dura possibile, aprendo le procedure che la legge indica come obbligatorie per i servizi pubblici essenziali per arrivare allo sciopero. Il regolamento varato dalla Vigilanza, che cancella per un mese le principali trasmissioni di approfondimento della Rai, è di fatto una pre condizione per relegare nell'angolo degli scenari editoriali del Paese l'azienda di servizio pubblico radiotelevisivo. La Vigilanza è stata come un arbitro che non trovando le regole giuste per l'applicazione del fuorigioco ha bucato il pallone, impedendo lo svolgersi della partita. Ecco, allora, che la vera domanda diventa: 'Chi vuole affossare il servizio pubblico radiotelevisivo?'''.

''La questione dell'evasione del canone - conclude Verna nell'editoriale - fa pensare ad un disegno che attraverso picconate (le campagne anti-canone del giornale della famiglia del presidente del Consiglio, e non solo) e atti omissivi voglia affossare il servizio pubblico in Italia''. (ANSA)

CONDUTTORI, MARTEDÌ GIORNATA DECISIVA FNSI E USIGRAI, PRONTI A SCIOPERO, PRESTO INIZIATIVE PROTESTE

Un incontro informale, in un clima sereno, ma sostanzialmente interlocutorio: i conduttori oggi hanno visto - insieme ai vertici della Fnsi e all'Usigrai – il presidente della Rai Paolo Garimberti. Giornata decisiva per capire meglio le sorti delle trasmissioni colpite dal regolamento sulla par condicio dovrebbe essere martedì, giornata in cui si riunirà nuovamente la commissione di Vigilanza per dare delle indicazioni di natura interpretativa.

Lucia Annunziata, Andrea Vianello, Milena Gabanelli, Riccardo Iacona, Giovanni Floris e anche Antonio Di Bella (assenti Santoro, Vespa e Paragone), hanno ascoltato Garimberti che, sostanzialmente, ha ribadito quanto già detto oggi pomeriggio riguardo ai punti di criticità del regolamento: dai problemi di ordine giuridico a quelli inerenti l'autonomia dei giornalisti fino agli aspetti economici. Il 'danno' non è stato calcolato ma - secondo quanto si apprende - dovrebbe ammontare almeno a tre milioni di euro di mancati introiti pubblicitari.

La posizione dei conduttori è dunque di attesa anche se appare difficile snaturare i programmi di cui sono responsabili.

Sul fronte sindacale, Franco Siddi, segretario della Fnsi, Roberto Natale, presidente, Carlo Verna, segretario dell'Usigrai ricordano che sono state attivate le procedure dello sciopero, in più c'è la volontà di emettere 'video-comunicati' sindacali e naturalmente ci sarà una forte pressione affinché prevalgano i principi di autonomia del lavoro giornalistico e di libertà di stampa come garantito dall'articolo 21 della Carta Costituzionale. (ANSA)

ZAVOLI TENTA MEDIAZIONE MA MARGINI STRETTI. GARIMBERTI, VIGILANZA ASSUMA RESPONSABILITÀ; PDL,CAMBIARE LEGGE

Roma, 11 febbraio - In mattinata l'incontro al Quirinale con il Capo dello Stato Giorgio Napolitano, nel pomeriggio la riunione dell'ufficio di presidenza della Vigilanza, con i vertici Rai e il presidente Agcom Corrado Calabrò: Sergio Zavoli sceglie la via della mediazione per trovare ''un possibile sbocco'' ai contrasti sollevati da alcune norme del regolamento sulla par condicio varato dalla sua commissione. Ma i margini sembrano strettissimi: ''La Vigilanza si assuma le sue responsabilità: noi applicheremo il regolamento alla lettera'', dice senza mezzi termini il presidente Rai Garimberti. E il Pdl chiude alle ipotesi di modifica del regolamento: obiettivo, dimostrare l'inapplicabilità della legge sulla par condicio.

La 'soluzione' individuata dopo il confronto di oggi pomeriggio a San Macuto è un 'palinsesto simulato' dell'ultimo mese di campagna elettorale, che la Rai dovrà mettere a punto applicando alla lettera le disposizioni sulla par condicio: un rompicapo che è nelle mani del vicedirettore generale Antonio Marano e del suo staff. I nodi sono due: il comma 9 dell'articolo 3, che prevede che le tribune politiche siano ''collocate negli spazi radio-televisivi che ospitano le trasmissioni di approfondimento più seguite, anche in sostituzione delle stesse, o collocate in spazi analoghi''; e il comma 4 dell'articolo 6, secondo cui i programmi di informazione devono uniformarsi alle ''regole della comunicazione politica''.

Bisognerà dunque capire, spiega il capogruppo Udc in Vigilanza Roberto Rao, ''quali sono i programmi più seguiti, quali quelli sostituibili, quali gli spazi analoghi, a costo però di moltiplicare in maniera eccessiva le tribune'', ma anche ''quali conduttori sarebbero disponibili a obbedire alle regole della comunicazione politica''.

Martedì l'ufficio di presidenza della commissione si riunirà di nuovo per valutare, in base alla simulazione della Rai, l'impatto del regolamento. Le criticità, ribadisce anche oggi Garimberti, sono numerose, in termini di ''gestione dei palinsesti, danni economici rilevanti, autonomia del lavoro giornalistico e rispetto nei confronti del pubblico''. Ma la Rai obbedirà 'come un soldato', assicura il presidente. E anche il direttore generale, Mauro Masi, sottolinea che l'azienda deve essere in grado di applicare le norme della Vigilanza.

L'unica via d'uscita potrebbe essere un intervento interpretativo della commissione che lasci qualche margine all'azienda. È da escludere, invece, che si modifichi il testo del regolamento: se Pd e Udc restano critici (''si indebolisce la Rai'', lamentano dal Pd Fabrizio Morri e Giorgio Merlo), la maggioranza fa quadrato attorno al testo. ''Tecnicamente la Rai può fare qualsiasi cosa indicata dalla Vigilanza – sottolinea il capogruppo del Pdl in commissione, Alessio Butti, anche se posso comprendere quanto la legge sulla par condicio risulti anacronistica, non facilmente applicabile e confusa'': la ''verità politica'' è dunque che ''la par condicio è da riformare sostanzialmente perché illiberale, perché liberticida, ma soprattutto perché fuori dal tempo''. Sulla stessa linea il vicepresidente Giorgio Lainati e, fuori da San Macuto, il viceministro alle Comunicazioni, Paolo Romani: ''''Mi auguro che questa applicazione rigorosa della par condicio da

parte della Vigilanza serva a far capire a tutti quelli che si lamentano che questa legge va riformata''.

Molto stretti sono anche i tempi: entro il 28 febbraio l'Agcom dovrà varare il regolamento per l'ultimo mese di campagna elettorale per le emittenti private (e dunque anche per Mediaset), ammonisce Calabrò, che non anticipa assolutamente le decisioni dell'organismo di garanzia, ma ricorda che la legge distingue informazione e comunicazione politica (con il conforto di una sentenza della Corte Costituzionale).

A Viale Mazzini, intanto, restano i malumori di dirigenti e giornalisti: se l'Adrai insiste sulla necessità che la Vigilanza ''riveda la sua posizione'', l'Usigrai accusa: ''Vogliono affossare la Rai''. (ANSA)

AGCOM,RISCHIO VIOLARE LEGGE O DIFFERENZE TRA TV
CALABRÒ A ZAVOLI, FRA 10 GIORNI DOVREMO VARARE REGOLAMENTO

L'Agcom è ad un bivio: o uniformarsi alle norme del regolamento della Vigilanza Rai, che ''potrebbero essere ritenute lesive'' della stessa legge sulla par condicio e dunque passibili di ricorsi amministrativi; oppure regolamentare in modo diverso la par condicio per le tv private, realizzando però ''una distonia'' non di poco conto. In ogni caso l'Autorità al massimo fra ''una decina di giorni'' dovrà varare le disposizioni per l'emittenza privata nella seconda fase della campagna elettorale (che scatta il 28 febbraio).

A sottolinearlo è il presidente dell'organismo di garanzia, Corrado Calabrò, in una nuova lettera indirizzata oggi al presidente della bicamerale, Sergio Zavoli, dopo il confronto di ieri nell'ufficio di presidenza di San Macuto al quale hanno partecipato anche i vertici della Rai.

Nella lettera, il presidente dell'Agcom - che auspica ''successo'' per l'opera di mediazione di Zavoli - ribadisce che la legge 28/2000 (sulla par condicio) distingue informazione e comunicazione politica, distinzione peraltro ribadita anche dall'interpretazione della Corte Costituzionale ma messa in discussione dalle norme varate dalla Vigilanza. Dunque, sottolinea Calabrò, nel momento in cui l'Autorità sarà chiamata a varare il suo regolamento, si troverà di fronte ''a questa alternativa: o adottare (come, per prassi, si è fatto finora) disposizioni conformi a quelle approvate da codesta commissione, che potrebbero essere ritenute lesive delle norme della legge n.28 del 2000 (ribadite dall'interpretazione della Corte Costituzionale), esponendoci così a ricorsi presso il giudice amministrativo che desterebbero non poca preoccupazione; ovvero disciplinare i programmi di informazione delle emittenti private in maniera difforme dalle regole approvate da codesta commissione per la concessionaria pubblica, producendo così una distonia non di poco momento del complessivo sistema dell'informazione radiotelevisiva in campagna elettorale''. (ANSA)

 

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