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Rai 15 Mar 2010

Par Condicio, il CdA della Rai conferma a maggioranza il blocco dei talk show e "passa la palla" alla Vigilanza Siddi: "Il CdA non ha avuto coraggio. Noi in prima linea perché trasmissioni continuino ad andare in onda" Floris: "Situazione caotica

Il Consiglio di amministrazione della Rai conferma, a maggioranza, la linea sullo stop ai talk show. Questa, a quanto si apprende, la decisione di oggi con l'invito al direttore generale Mauro Masi a rivolgersi alla Commissione di vigilanza per studiare eventuali strade alternative. La delibera è stata votata con cinque voti a favore e quattro contrari.

Il Consiglio di amministrazione della Rai conferma, a maggioranza, la linea sullo stop ai talk show. Questa, a quanto si apprende, la decisione di oggi con l'invito al direttore generale Mauro Masi a rivolgersi alla Commissione di vigilanza per studiare eventuali strade alternative. La delibera è stata votata con cinque voti a favore e quattro contrari.

''Alla luce delle ordinanze del Tar in relazione alla regolamentazione in materia di informazione e comunicazione politica in periodo elettorale, il Consiglio di Amministrazione della Rai, dopo un ampio dibattito, ha approvato a maggioranza la delibera con la quale ha dato mandato al Direttore Generale di acquisire al più presto dalla Commissione Parlamentare per l'Indirizzo Generale e la Vigilanza dei Servizi Radiotelevisivi  le valutazioni di competenza, cui la Rai dovrà adeguarsi''. Questa la nota diffusa al termine del Cda di oggi. (ANSA)

Il Cda della Rai non ha avuto coraggio. Non voglio dire che esegua degli ordini perchè questo lo lascio dire agli altri. Ma c'è chi vuole che alcune trasmissioni non vadano in onda. Vogliono mettere a tacere voci come quelle di Santoro e Floris ma anche di Vespa e Paragone. Noi saremo in prima linea per evitare che queste voci si spengano". Sono le parole del segretario della Fnsi Franco Siddi che ha commentato le ultime decisioni del consiglio di amministrazione della Rai sulla par condicio. (ANSA) PAR CONDICIO: FLORIS, UN ERRORE DECISIONE CDA RAI

La decisione del consiglio di amministrazione della Rai sui talk show è "un errore". È l'opinione di Giovanni Floris, conduttore di 'Ballarò, espressa presentando nella sede della Federazione della stampa il suo progetto 'Giro d'Italia'.

"C'erano tutti i motivi - ha detto - per andare in onda ma se l'editore non vuole noi ci adeguiamo e intanto partiremo con il nostro 'Giro d'Italia'. Io chiedo al mio editore fiducia che garantisca il mio lavoro. Ma il vero problema è il rapporto tra la Rai e gli organismi di controllo".

Aggiunge Flioris: "ormai la situazione è caotica e grottesca perché penso che l'editore dovrebbe avere interesse a mandare in onda i talk show, proprio quello che hanno chiesto gli editori privati quando anche le loro trasmissioni erano state bloccate".  L'idea che Floris vuole realizzare è di sostituire le quattro puntate saltate di 'Ballarò con quattro appuntamenti in giro per l'Italia. "Il 17 marzo – ha spiegato Floris - staremo a Torino nella sede dell'Associazione stampa subalpina per un faccia a faccia tra i candidati alle elezioni regionali, Bresso e Cota. Il 21 marzo andremo a L'Aquila per un confronto con la società civile. Il 22 marzo andremo all'Università Roma Tre per un confronto tra Eugenio Scalfari e Pierluigi Battista sul tema 'Rapporto tra comunicazione, istituzioni e giornalismo'. Il 24 marzo il giro d'Italia si concluderà in un liceo di Cosenza dove gli studenti si faranno portavoce di diverse posizioni sul tema del futuro e il Mezzogiorno".

"In questi incontri - ha concluso Floris - parleremo di argomenti che avremmo voluto trattare durante 'Ballarò'. All'inizio avevamo pensato di moderare solo i faccia a faccia tra i candidati, ma poi abbiamo capito che se la trasmissione fosse andata in onda non ci saremmo limitati a parlare di elezioni regionali perché 'Ballarò è anche economia, cultura e società civile". (AGI)

 

RAI-AGCOM: FLORIS, NON HO RICEVUTO NESSUNA CONVOCAZIONE

Giovanni Floris non ha ricevuto alcuna convocazione da parte dei magistrati di Trani che hanno invece chiamato Michele Santoro, il quale sarà ascoltato domani. Lo ha annunciato lo stesso Floris nella conferenza stampa alla Fnsi nella quale ha presentato il suo Giro d'Italia quattro per quattro in sostituzione di altrettante puntate di Ballarò. ''Presunte pressioni? Questo lo scopriranno i giudici. Io posso solo dire che c'è un'inchiesta, se mi chiameranno andrò'', si limita ad aggiungere Floris. (ANSA)

PAR CONDICIO: OPPOSIZIONE IN CDA, NO A DECISIONE DILATORIA
''Esprimiamo il nostro voto contrario perché si tratta di una decisione dilatoria che non sana la forzatura di interpretazione del regolamento compiuta quando a maggioranza fu decisa la sospensione di quattro trasmissioni di approfondimento''. Lo scrivono, in una nota congiunta, i consiglieri Rai Rodolfo De Laurentiis, Nino Rizzo Nervo e Giorgio Van Straten a conclusione del Cda. ''L'ordinanza del TAR sulla delibera dell'Agcom e l'invito della stessa Autorità di Garanzia a riconsiderare la delibera assunta dal Cda - aggiungono - avrebbero dovuto indurre la Rai a ricollocare in palinsesto da subito gli approfondimenti informativi. Siamo  tra l'altro convinti che la conferma della sospensione rende concreto il rischio per l'Azienda di sanzioni''. (ANSA)

PAR CONDICIO: GARIMBERTI, AMAREGGIATO PER ESITO CDA

DOPO LETTERA DI OGGI DI CALABRO' CON INVITO A SBLOCCARE TALK

E' amareggiato il presidente della Rai, Paolo Garimberti, per l'esito della riunione del Cda di oggi. Amareggiato, a quanto si apprende da fonti vicine alla Presidenza, ''per la divisione'', evidente in seno al Consiglio, e ''per la mancata ripresa dei talk show''.

Garimberti si era già detto favorevole a riprendere le trasmissioni sospese e ritiene abbastanza frustrante che si sia ancora appesi su questa vicenda, con il tempo che non gioca a favore. Il presidente Rai auspicava che la lettera del presidente dell'Agcom, Corrado Calabrò, recapitata oggi, potesse sbloccare la situazione. Calabrò nella missiva informava di aver scritto anche alla Commissione Parlamentare di Vigilanza per le valutazioni del caso e ricordava alla Rai l'invito a riconsiderare la decisione sulla sospensione delle trasmissioni. Naturalmente, sottolineano le stesse fonti, il Presidente Rai si rimette come sempre alla decisione della maggioranza del Consiglio anche se auspicava ''un segnale interno ed esterno di una maggiore reattività e senso pratico''. Il Cda, a maggioranza, ha dato mandato al Direttore Generale, Mauro Masi, di scrivere alla Vigilanza per ottenere ulteriori chiarimenti. Garimberti, che ha votato contro questa soluzione, aveva auspicato in Consiglio che, ascoltando l'invito di Calabrò, si facessero ripartire i talk show e contemporaneamente si scrivesse quella lettera. Ora, dicono le stesse fonti, il Presidente Rai ''attende fiducioso che dalla Vigilanza si batta rapidamente un colpo''. (ANSA)

PAR CONDICIO: DOMANI MASI IN UFFICIO PRESIDENZA VIGILANZA
Domani, a quanto si apprende, si riunirà l'ufficio di presidenza della Commissione di vigilanza Rai e, in quella occasione, sarà ascoltato il direttore generale Mauro Masi. Di oggi è infatti la lettera del dg, su invito della maggioranza del Cda, inviata al presidente della Commissione Sergio Zavoli per chiedere chiarimenti sull'applicazione del regolamento sulla par condicio dopo la decisione del Tar del Lazio che ha portato all'annullamento della delibera dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. (ANSA) PAR CONDICIO: MASI A VIGILANZA, ASSUMA DECISIONE INDIRIZZO
Una richiesta formale alla  Commissione di Vigilanza Rai ''affinché, a fronte delle citate pronunce del Tribunale Amministrativo del Lazio e della deliberazione conseguentemente presa dall'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, assuma le eventuali determinazioni rimesse alla sua funzione politica di indirizzo''. È quella rivolta dal direttore generale Mauro Masi nella sua lettera conseguente alle deliberazioni di oggi del Cda, appena inviata a San Macuto.
''Come è noto, il Tar del Lazio, Sezione terza ter, con ordinanza n. 01176/2010 deliberata l'11 marzo u.s. e depositata il giorno successivo, ha respinto l'istanza di sospensione di efficacia del Regolamento adottato il 9/2/2010 da Codesta Onorevole Commissione in relazione alla Legge n. 28 del 2000 - impugnato nella parte in cui equipara le trasmissioni di approfondimento informativo a quelle di comunicazione politica in periodo elettorale - scrive ancora Masi -, unitamente alla conseguente delibera assunta dal Consiglio di Amministrazione della Rai il 1 marzo 2010 - sulle preliminari considerazioni che il Regolamento è atto politico sottratto alla giurisdizione e che a carico della delibera Rai non sono stati dedotti vizi ad essa propri. In pari data, la stessa sezione del Tar, con ordinanze n 01179 e n 01180/2010 ha invece sospeso l'efficacia del simmetrico Regolamento adottato dall'Agcom con delibera n 25/10/CSP per le emittenti private, nella parte in cui, in ritenuta violazione dell'art.2 della legge 28/2000, come interpretato dalla Corte Costituzionale, ha esteso ai programmi di informazione la disciplina della comunicazione politica.
L'udienza di trattazione del merito è stata fissata al 6 maggio p.v. e dunque ad elezioni espletate''.
In conseguenza di tutto ciò, sottolinea il direttore generale, ''Il raffronto tra l'una e le altre decisioni interinali del Giudice Amministrativo, lascia emergere una posizione differenziata della Commissione Parlamentare e quindi della Concessionaria del servizio pubblico, da un lato e, dall'altro, dell'Agcom e delle emittenti private, secondo la linea di discrimine costituita dalla natura di atto politico del Regolamento dettato dall'Organo Parlamentare, che lo sottrae al controllo giurisdizionale e, a maggior ragione, alla discrezionalità attuativa della destinataria.
L'Agcom dopo aver proceduto ad adeguarsi alle ordinanze rese nei suoi confronti dal Tar del Lazio, con nota del 12 marzo u.s., ha reso pubblico di aver comunicato tale sua determinazione alla Commissione Parlamentare di Vigilanza affinché questa procedesse alle valutazioni di propria competenza.
In tale contesto, si avverte la necessità di rivolgere formale interpello a Codesta Onorevole Commissione, affinché, a fronte delle citate pronunce del Tribunale Amministrativo del Lazio e della deliberazione conseguentemente presa dall'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, assuma le eventuali determinazioni rimesse alla sua funzione politica di indirizzo.
L'occasione torna utile per rassicurare che frattanto la Concessionaria pubblica sta prestando esatto adempimento alle disposizioni dettate dalla Commissione in tema di tribune politiche, messaggi autogestiti e conferenze stampa.
Nel segnalare l'urgenza di una valutazione di codesta Commissione in merito a quanto precede, si porgono cordiali ossequi''. (ANSA) PAR CONDICIO: GIULIETTI, BAVAGLIO IN RAI DEVE RESTARE
''Non vi è bisogno di attendere i testi di eventuali intercettazioni per  comprendere quali siano le ragioni che hanno spinto la maggioranza di destra nel CdA della Rai a confermare quelle norme bavaglio esplicitamente sconfessate dal Tar e perfino dall'autorità di garanzia. Il bavaglio deve restare perché così ha voluto il signore e padrone del conflitto di interessi''. Lo dichiara Giuseppe Giulietti parlamentare Gruppo Misto e portavoce Articolo21. ''Contrasteremo tale decisone in tutte le sedi possibili - aggiunge - e promuoveremo tutte le azioni utili a determinare le decisioni di un gruppo dirigente che ha  dimostrato di non poter svolgere alcuna funzione di garanzia''. (ANSA) PAR CONDICIO: FAMMONI (CGIL), DECISIONE CDA EPILOGO PREANNUNCIATO
''Un epilogo preannunciato nelle parole di esponenti del centro destra''. Lo afferma Fulvio Fammoni, segretario confederale della Cgil, commentando le ultime decisioni del consiglio di amministrazione della Rai sulla par condicio. ''Un rimpallo di responsabilità che lascerà le trasmissioni bloccate fino al voto delle regionali'', aggiunge. Per Fammoni, ''la Rai non potrà svolgere il suo ruolo di servizio pubblico e sarà fortemente danneggiata negli asciolti a favore dell'emittenza privata, di cui il premier è il principale proprietario. Oltre che un tema di pluralismo e democrazia ecco come sempre prepotentemente rispuntare il conflitto di interessi''. Secondo il dirigente sindacale, ''il collegamento con l'inchiesta di Trani è proprio questo: ci si affanna a dire che i fatti sono penalmente irrilevanti ma così si conferma il dato politico nei fatti. E per questo che si vuole riprendere e approvare in tempi rapidissimi la legge sulle intercettazioni. A tutto questo - conclude Fammoni - deve essere opposta la più ferma opposizione da chiunque abbia a cuore il pluralismo e la libertà di informazione''.  (ADNKRONOS)

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