Il Consiglio dell'Ordine nazionale dei giornalisti ha ridotto da sei a tre mesi la sospensione inflitta dall'Ordine della Lombardia a Vittorio Feltri per il caso Boffo. A quanto si apprende, nell'ultima votazione (la terza) il Consiglio si è diviso a metà: 66 i voti favorevoli a confermare la sospensione di sei mesi, 66 quelli per la riduzione della sanzione a tre mesi
Come da regolamento, ha prevalso la soluzione più favorevole all''imputato'. (ANSA)
Il Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Franco Siddi, ha dichiarato:“L’onorevole Cicchitto, sui giornalisti, continua ad avere una visione dissociata. E’ molto curioso che sia continuamente tra coloro che invocano rigore deontologico e rispetto della privacy per i professionisti dell’informazione e che quando le regole si applicano gridi, invece, allo scandalo chiedendo l’abolizione dell’Ordine dei Giornalisti. Guarda caso questa richiesta si ripete il giorno dopo la sanzione di tre mesi di sospensione al collega Vittorio Feltri per il cosiddetto “trattamento Boffo”, caso su cui lo stesso Feltri aveva chiesto pubblicamente scusa. Un caso su cui l’organismo giurisdizionale della professione ha esercitato i suoi compiti a garanzia dei principi di lealtà e correttezza dell’informazione.
I fatti non le scelte politiche sono il cuore di una questione che non può essere manipolata. Dino Boffo per impedire l’ulteriore sviluppo di ripercussioni al suo giornale, “l’Avvenire”, dal protrarsi di una campagna di scorrettezze nei suoi confronti si era dimesso dall’incarico di direttore. Per un’informazione giudicata, evidentemente, non rispettosa della verità dei fatti, della vita delle persone e dei lettori, nei confronti di un giornalista galantuomo come Boffo, Vittorio Feltri, all’epoca direttore de il Giornale, è stato sanzionato dall’Ordine per fatti specifici attenenti la deontologia, non per le sue opinioni che nessuno potrà nè dovrà impedirgli. Per una volta le regole sono in primo piano.
L’onorevole Cicchitto, mutuando da certe deplorevoli deviazioni politiche, ritiene che le regole per gli “amici” debbono essere diverse da quelle che invece valgono per tutti. Per qualcuno il diritto alla privacy, il rispetto delle regole non esiste; E Dino Boffo non è Presidente del Consiglio ne usa chiedere per sé leggi privilegiate.
L’onorevole Cicchitto si metta il cuore in pace. L’Ordine dei Giornalisti ha necessità e vuole una legge di riforma, ma nessuno può augurarsi la cancellazione delle bussole etiche della lealtà dell’informazione”.
IACOPINO, TUTTI CONSIGLIERI D'ACCORDO SU FELTRI. PRESIDENTE ODG, APPELLO PER ASSOLUZIONE PRESSIONE INDEBITA
ROMA, 12 NOVEMBRE - ''Tutti i membri del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti, nessun escluso, hanno ritenuto meritevole di sanzione disciplinare il comportamento di Vittorio Feltri nella vicenda che ha interessato il collega Dino Boffo. Feltri è stato a lungo ascoltato e gli sono state garantite tutte le opportunità di sostenere le sue ragioni, con un contraddittorio che non sempre si registra e che non a tutti viene altrove garantito''. È quanto dichiara il presidente dell'Ordine dei giornalisti, Enzo Iacopino.
''Lo stesso difensore di Feltri - aggiunge Iacopino in una nota - ha ritenuto di ringraziare pubblicamente i consiglieri affermando che era stato testimone di 'un fatto unico' perché mai, in altra sede, si era trovato davanti a giudici capaci di agire con tanto rigore, dando vita ad ''un dibattito molto significativo. Sono grato per il riconoscimento a nome di un Consiglio che agisce sempre cosi', nei confronti di tutti i colleghi, non solo per una correttezza formale e sostanziale, ma perché vive come una sconfitta la necessità di infliggere una sanzione disciplinare''.
''Queste decisioni, infatti, testimoniano che un collega ha violato le norme deontologiche - conclude il presidente dell'Odg - che regolano la professione a tutela del diritto dei cittadini di essere correttamente informati. La prova lampante di questa capacità del Consiglio di interrogarsi è data, anche in questo caso, dal risultato della votazione: tutti i partecipanti hanno giudicato Feltri responsabile di una violazione deontologica relativa ad un fatto specifico e non ad una opinione. Tutti. Cosa che dovrebbe indurre a riflettere anche quanti alla vigilia della decisione hanno ritenuto di diffondere un appello per chiedere l'assoluzione di Feltri, appello che - per i toni, i tempi e soprattutto l'importanza e il ruolo dei sottoscrittori - è apparso come il tentativo di una indebita pressione''. (ANSA)
CICCHITTO, SOLIDARIETA' A FELTRI, ABOLIRE ORDINE
ROMA, 12 NOVEMBRE - ''Da anni sostengo la necessità di abolire l'Ordine dei Giornalisti. La vicenda di Vittorio Feltri, con una condanna-bavaglio di 3 mesi è l'esempio di come gli Ordini, oltre ad essere corporativi, siano spesso politici e politicizzati''. Lo afferma Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera.
''Al direttore Feltri - aggiunge Cicchitto -, indipendentemente dall'accordo o dal disaccordo su singole questioni politiche, va la mia piena solidarietà per una pena che ha tutto il sapore di un verdetto politico''. (ANSA)
FELTRI, NON MI ASPETTAVO NIENTE DI MEGLIO
MILANO, 11 NOVEMBRE - ''Non mi aspettavo niente di meglio'': è questa la prima reazione di Vittorio Feltri alla notizia della riduzione, da parte del Consiglio dell'Ordine nazionale dei giornalisti, da sei a tre mesi della sospensione inflitta dall'Ordine della Lombardia per il caso Boffo.
''D'altronde - commenta Feltri con l'ANSA - si era visto subito che la maggioranza era ostile, così come peraltro accaduto a Milano''.
''Avevo fatto la rettifica sul caso Boffo come previsto dalla legge, cos'altro dovevo fare?'' si chiede retoricamente Feltri che poi ribadisce: ''quando le cose le facciamo noi è dossieraggio, se le fa Repubblica va tutto bene. Qualche giorno fa D'Avanzo ha fatto il nome di Ruby quando era ancora minorenne, esiste la Carta di Treviso eppure non è successo niente''.
In fondo, osserva, ''è una condanna alla disoccupazione, anche se solo per poco. D'altronde l'Ordine c'è e fa quello che vuole, bisogna assoggettarsi''.
Il direttore editoriale del Giornale smentisce anche le voci di incomprensioni con Alessandro Sallusti, direttore responsabile del quotidiano. ''Sono tutte sciocchezze, totalmente inventate - dice Feltri -: non c'è neanche uno spunto per una cosa del genere, neanche una discussione. Queste voci mi hanno lasciato interdetto''. (ANSA)
CDR GIORNALE,CONTRO FELTRI MISURA SPOPORZIONATA
ROMA, 11 NOVEMBRE - Il Cdr de Il Giornale esprime solidarietà a Vittorio Feltri, ''stigmatizzando la decisione dell'Ordine dei giornalisti di comminare una sospensione di tre mesi al direttore editoriale''.
''Si tratta di una misura sproporzionata che di fatto imbavaglia una delle voci più importanti del giornalismo
italiano - si legge in una nota -. Dopo la perquisizione per il caso Marcegaglia, la mozione del Pd che chiede la nostra chiusura e i continui attacchi (non ultimo quello di Fazio-Saviano) è l'ennesimo tentativo di metterci a tacere, in un momento delicatissimo per questa testata, peraltro alle prese con un doloroso piano di ristrutturazione''. (ANSA)
CDR TV 2000, RIBADITA SCORRETTEZZA FELTRI
ROMA, 11 NOVEMBRE - ''Quella del Consiglio dell'Ordine Nazionale dei Giornalisti è una decisione che ribadisce e sancisce, una volta per tutte, l'assoluta scorrettezza di chi, con l'alibi del diritto di cronaca, ha deliberatamente calpestato ogni regola deontologica del nostro mestiere''. È quanto afferma il cdr di Tv 2000, diretta da Dino Boffo, in merito alla sanzione comminata al direttore editoriale de Il Giornale, Vittorio Feltri.
''E non può, certo, la riduzione da sei a tre mesi della sospensione comminata - si legge in una nota - cambiare la sostanza di quanto accaduto: l'aggressione mediatica a Dino Boffo, uno scoop tarocco messo a segno a colpi di false informative ed illazioni infamanti, resta una delle pagine più vergognose nella storia dell'informazione italiana''. (ANSA)
CONDANNA FELTRI, SODDISFATTA SOCIETÀ PANNUNZIO
MILANO, 11 NOVEMBRE - La Società Pannunzio per la libertà di informazione, che denunciò il direttore editoriale del 'Giornale', si è detta soddisfatta che, ''in un guizzo di dignità il Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Giornalisti abbia confermato la condanna a Vittorio Feltri per violazione del codice deontologico e abbia deciso in via definitiva di sospenderlo dalla professione giornalistica''.
''Certo - si legge in una nota della società -, la riduzione quantitativa della sanzione, scaturita peraltro grazie a un tecnicismo formale, appare pilatesca. Tuttavia, la Società Pannunzio considera rilevante il riconoscimento conclusivo che nel caso Boffo vi è stata una grave violazione che disonora la professione giornalistica''.
''Il commento a caldo di Feltri - conclude la nota – dimostra che purtroppo ci sono Direttori che non conoscono la legge sulla stampa del 1948. Infatti, siamo pronti a dimostrare che, in questa vicenda, mai è stata pubblicata una rettifica nei termini stabiliti dalla legge, né mai Feltri ha comunicato ai suoi lettori di averli ingannati falsificando l'origine della fonte della notizia da lui data su Boffo. Come noi, in solitudine, denunciammo. Tuttora Feltri persevera nel vano tentativo di imbrogliare le carte, anziché di chiedere scusa ai suoi lettori''. (ANSA)
LETTERA 22, SU FELTRI STRABISMO IDEOLOGICO
MILANO, 11 NOVEMBRE - ''Il provvedimento salomonico con cui il Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Giornalisti ha sospeso per tre mesi Vittorio Feltri è l'ennesima dimostrazione dello strabismo ideologico con cui la politica e il giornalismo italiano intendono la libertà di stampa''. È quanto dichiara l'Associazione Lettera22.
''Il Cnog - prosegue la nota - ha sì mitigato il provvedimento dell'ordine della Lombardia, che aveva sanzionato Feltri con sei mesi di sospensione (peraltro, spaccandosi a metà tra 'falchi e colombe'), ma non ne ha mutato la sostanza.
Ci risulta davvero difficile comprendere come, l'unico giornalista italiano ritenuto passibile di un provvedimento disciplinare per ciò che ha scritto e fatto scrivere sia l'ex-direttore de Il Giornale in un Paese nel quale le 'macchine del fango' mediatiche maturano a ritmo stacanovistico e soprattutto in una direzione (da sinistra verso destra, per intenderci)''. (ANSA)