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Il giornalista Jamal Khashoggi (Foto: Reuters)
Anniversario 02 Ott 2019

Omicidio Khashoggi, un anno senza giustizia

Nel giorno del primo anniversario della morte del reporter saudita scomparso dopo essere entrato nel consolato del suo Paese a Istanbul, l'Unione europea e la Federazione internazionale dei giornalisti tornano a chiedere che sia acclarata la piena responsabilità  di tutte le persone coinvolte.

Si commemora oggi, 2 ottobre, l'anniversario dell'uccisione del giornalista saudita Jamal Khashoggi, scomparso un anno fa dopo essere entrato nel consolato del suo Paese a Istanbul per ritirare alcuni documenti. L'efferato omicidio dell'editorialista del Washington Post, che secondo l'intelligence è stato fatto a pezzi e i cui resti non sono mai stati ritrovati, è stato ricordato davanti alla sede diplomatica di Riad.

Anche la Ue, tramite il portavoce del Servizio per l'azione esterna (Seae), l'ufficio che assiste l'Alto Rappresentante Federica Mogherini, «rende omaggio alla memoria di Jamal Khashoggi, un rispettato giornalista saudita che è stato ucciso nei locali del Consolato Generale del Regno dell'Arabia Saudita a Istanbul il 2 ottobre 2018», precisando che «un anno dopo il suo omicidio molte domande rimangono ancora senza risposta» e ribadendo «la necessità di garantire la piena responsabilità di tutte le persone coinvolte».

Jamal Khashoggi, aggiunge il Seae «continua a essere fonte d'ispirazione per giornalisti e associati con cui era in contatto per il suo lavoro, compresi i colleghi delle istituzioni dell'Ue. L'Unione insiste sulla necessità di un'indagine credibile e trasparente sulle circostanze dell'omicidio, nonché sul giusto processo per gli imputati sottoposti a processo a Riyadh. I giornalisti – conclude il portavoce – sono troppo spesso oggetto di attacchi in molti Paesi. La Ue il suo impegno inequivocabile per la libertà di stampa e la protezione dei giornalisti di tutto il mondo».

Anche la Federazione internazionale dei giornalisti, in una nota pubblicata sul proprio sito web, rinnova l'appello alla comunità internazionale ad avviare un'indagine indipendente per garantire che mandanti ed esecutori siano assicurati alla giustizia. «Rifiuteremo qualsiasi tipo di copertura politica di questo crimine. Se gli autori non ne risponderanno, i governi oppressivi del mondo lo interpreteranno come un via libera a commettere impunemente crimini contro i giornalisti. Non lo permetteremo», incalza il segretario generale della Ifj, Anthony Bellanger.

Secondo i rapporti del sindacato internazionale, sono 95 i giornalisti uccisi nel 2018 e solo in un caso su dieci è stata fatta giustizia.

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