'Ombre sul web' è il primo dei 'Quaderni' realizzati da A mano disarmata, associazione che da anni organizza il 'Forum dell'informazione contro le mafie' con lo scopo di diffondere la cultura della legalità e difendere il ruolo dell'informazione come presidio democratico e civile. A presentarlo, questa mattina, nella sede della Federazione nazionale della Stampa italiana, a Roma, insieme con gli autori del libro, Paolo Butturini, Giuseppe Cesaro e Roberto Sgalla, e con il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, anche il capo della Polizia, prefetto Franco Gabrielli. Ad ascoltarli un centinaio di studenti delle scuole superiori di Roma e dell'Università la Sapienza. «Il web è uno spazio di libertà straordinario che merita di essere tutelato e preservato. Per fare questo occorre concentrarsi su due concetti chiave: consapevolezza dei rischi e responsabilità delle proprie azioni», ha esordito Gabrielli, introdotto da Butturini.
«Il web – ha spiegato agli studenti il capo della Polizia – può essere anche un luogo ricco di pericoli. Voi non dovete mai rinunciare ad essere voi stessi, ma dovete sempre essere consapevoli dei rischi che correte e delle conseguenze che comportano le vostre decisioni. Ricordando che le vostre azioni non sono mai neutre e che di ogni post o foto che pubblicate sui social potreste essere chiamati a rispondere».
Per Gabrielli, inoltre, per preservare lo spazio di libertà che è il web è necessario disciplinare la convivenza in rete, «accettando – ha aggiunto – che ci siano dei limiti alla propria libertà per preservare la libertà degli altri» e muovendosi sapendo che si può anche arrecare danno agli altri: «Il tema – secondo il capo della Polizia – non è tanto il codice penale. Chi sbaglia poi paga. Il punto sono le conseguenze negative che si possono produrre sulle vite degli altri. Il fardello maggiore, io credo, è quando le conseguenze delle nostre azioni sono pagate da altri fino anche alla decisione estrema di togliersi la vita».
Accanto ai rischi e alle responsabilità, Gabrielli ha posto poi il tema di come si fruisce del web e delle informazioni che veicola. Il richiamo, inevitabile, è alle fake news e «all'illusione che grazie al web tutti siamo in grado di conoscere tutto. Non è così», ha detto. Punto che ripropone la necessità di un lavoro di mediazione fra l'informazione e i lettori, della verifica delle fonti, dell'attendibilità di chi veicola le notizie, della credibilità degli operatori dell'informazione. I punti cardine dell'attività di giornalista.
«Nel mare sconfinato del web abbiamo bisogno di agenzie che ci aiutino a comprendere e distinguere. Questa non è una cessione di sovranità, ma il modo in cui si costruisce il percorso che conduce alla conoscenza. Ecco perché iniziative come questa hanno un senso: in quanto uniscono il racconto, la realtà quotidiana, il tentativo di mettere in fila le regole che nella vita digitale siamo chiamati a rispettare e lo fa grazie a competenze e professionalità ben precise», ha concluso Gabrielli.
Anche per Raffaele Lorusso «porre l'accento sul web è molto importante, specialmente oggi che viviamo una fase in cui si crede di poterlo usare per sostituire conoscenze e competenze. È falso credere che basti andare online per far sì che l'uomo della strada sia al pari di un premio Nobel», ha detto il segretario della Fnsi, che ha poi esortato gli studenti ad usare il web consapevolmente: «È un mezzo importante, ma non può sostituire la scuola. Va usato per integrare lo studio, non per sostituirlo. Nella vita non si studia mai abbastanza».
Lorusso si è quindi soffermato sulla collaborazione fra la Polizia, lo Stato e i giornalisti, ricordando i 22 colleghi costretti a vivere sotto scorta per via del loro lavoro. «La legalità è un tema che ci interessa anche come giornalisti. Molto spesso i cronisti con la loro attività finiscono nel mirino dei protagonisti delle inchieste. Tanti, troppi sono i colleghi che subiscono minacce, anche fisiche, anche di morte per il loro lavoro», ha ricordato agli studenti.
«Siamo grati alle istituzioni che si fanno carico di proteggere questi colleghi che con il loro lavoro illuminano le periferie oscurate e garantiscono ai cittadini il diritto ad essere informati sfidando le minacce delle mafie, del malaffare, dei gruppi nazifascisti», ha proseguito il segretario della Fnsi, che ha poi ricordato il Coordinamento per la sicurezza dei giornalisti nato grazie alla collaborazione fra il sindacato, il ministero dell'Interno e il capo della Polizia. «Quando racconto all'estero di questo fenomeno non capiscono. Altrove i colleghi che in Italia sono sotto scorta verrebbero ammazzati. Ma non ci può essere democrazia senza informazione. Per questo ringraziamo le istituzioni che fanno di tutto per garantire l'incolumità dei giornalisti», ha concluso Lorusso.
Dopo gli interventi del prefetto Roberto Sgalla, della psicologa e direttore tecnico superiore della Polizia di Stato Cristina Bonucchi, dello scrittore e giornalista Giuseppe Cesaro, Gabrielli si è fermato a rispondere alla domanda degli studenti, moderati da Paolo Butturini. «Informazione e legalità - ha osservato il segretario dell'associazione 'A mano disarmata' - sono due capisaldi della democrazia e della libertà. Con il quaderno 'Ombre sul web' abbiamo cercato di declinare questi due elementi in maniera innovativa, con dieci racconti presi da storie vere. Ci rivolgiamo ai giovani e alle famiglie con l'intento di fornire loro uno strumento di conoscenza e allo stesso tempo di difesa dalle insidie che si annidano nella comunicazione digitale».
Il volume 'Ombre sul web' (Lastarìa Edizioni) raccoglie dieci racconti ispirati a storie vere, che narrano delle minacce a cui si può andare incontro navigando in rete o sui social, ed è impreziosito dai disegni di Alessandra Timofte. I proventi della vendita del libro saranno destinati al Fondo assistenza per il personale della Polizia di Stato per il sostegno dei figli dei poliziotti, affetti da gravi patologie.
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Il video integrale della presentazione di 'Ombre sul web' è disponibile sulla pagina Facebook dell'associazione 'A mano disarmata'.