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Fnsi 03 Apr 2002

Oggi sciopero della carta stampata domani giornata del silenzio e giornalisti in piazza

Oggi scioperodella carta stampatadomani giornatadel silenzio egiornalisti in piazza

Oggi sciopero
della carta stampata
domani giornata
del silenzio e
giornalisti in piazza

Ulteriori dettagli sulle modalità di partecipazione allo sciopero La Federazione Nazionale della Stampa Italiana comunica: “La Giunta della Federazione Nazionale della Stampa Italiana ed il Dipartimento emittenza nazionale della Fnsi hanno esaminato le modalità di partecipazione dei giornalisti radiotelevisivi allo sciopero generale del 16 aprile. Nel corso delle riunioni, alle quali hanno partecipato anche l’esecutivo dell’Usigrai, il coordinamento dei cdr del gruppo Mediaset e i rappresentanti delle strutture di base del settore, è stato deciso di dare rigorosa attuazione alle norme di legge che regolano lo sciopero dei giornalisti nel servizio pubblico radiotelevisivo. In particolare, pur prevedendo la legge che venga assicurato fino al 50% del servizio, le nuove norme interpretative definite per i giornalisti della Rai consentono di assicurare finestre informative di non più di sei minuti nei Tg e nei Gr a cura dei comitati di redazione senza servizi filmati. La Giunta della Fnsi ed il Dipartimento Emittenza hanno deciso che, in questa occasione, i giornalisti dell’emittenza nazionale privata parteciperanno allo sciopero con le stesse modalità dei colleghi della Rai in analogia con quanto avvenuto nel corso della vertenza per il rinnovo del contratto. Il Sindacato dei Giornalisti ha inoltre deciso che i giornalisti delle emittenti radiotelevisive private locali parteciperanno allo sciopero secondo modalità da concordare con le singole Associazioni Regionali di Stampa competenti per territorio.” La Giunta della Federazione Nazionale della Stampa ha deciso all’unanimità la partecipazione dei giornalisti italiani allo sciopero generale del 16 aprile per protestare contro i contenuti della delega sul lavoro del Governo, per la difesa dell’autonomia e dello stesso futuro della previdenza dei giornalisti, per respingere gli attacchi all’occupazione e alle relazioni sindacali in molte aziende editoriali e per sostenere lo sviluppo democratico e pluralista del sistema della comunicazione in modo che sia posta al centro la qualità dell’informazione. La delega al Governo sul lavoro si tradurrebbe per i giornalisti in uno smantellamento dei diritti dei singoli e delle redazioni. E’ facilmente immaginabile cosa accadrebbe se tutti i giornalisti con contratto a tempo determinato o provenienti dall’area del precariato, e cioè i nuovi assunti, potessero essere licenziati nei prossimi quattro anni senza giusta causa. La delega governativa prevede inoltre la liberalizzazione dei service con la cancellazione del divieto d’interposizione di manodopera, l’eliminazione delle garanzie del posto di lavoro nel caso di cessione di ramo di azienda, l’abolizione della volontarietà nella trasformazione dei contratti a tempo pieno in part time, l’introduzione dei contratti a chiamata e del lavoro discontinuo con forme di caporalato anche nel nostro settore, l’istituzione dell’arbitrato che si sostituirebbe al giudizio della magistratura. Una serie di misure che renderebbero i giornalisti sempre più ricattabili, distruggerebbero il ruolo del sindacato e stravolgerebbero gli stessi contenuti di flessibilità del nostro contratto. Esempi clamorosi delle intenzioni delle imprese nel settore dell’informazione, che avrebbero mano libera con la delega governativa, si stanno registrando proprio in queste ore. Da parte di molte aziende aderenti alla Fieg, tra le quali si segnala per i comportamenti antisindacali il Gruppo Riffeser, sono stati presentati o sono previsti piani di riorganizzazione e di crisi che avrebbero pesanti conseguenze. Soprattutto, questi piani tendono a scaricare sull’occupazione dei giornalisti e sull’Istituto di Previdenza di categoria, il costo di sbagliate scelte aziendali utilizzando licenziamenti, cassa integrazione e prepensionamenti. Questa iniziativa di alcuni editori va ad aggiungersi all’attacco aperto che la Fieg ha rivolto di recente all’autonomia dell’Inpgi. Il Sindacato dei Giornalisti, con lo sciopero, intende riaffermare la difesa delle pensioni in essere e di quelle future. La Federazione della Stampa sottolinea che lo sciopero generale è uno strumento di lotta democratico e civile, interno alla dialettica sociale, e non ha nulla a che vedere con il ricorso a qualunque forma di terrorismo o di violenza. Pertanto, il sindacato dei Giornalisti ribadisce la più dura condanna del vile attentato a Marco Biagi, consulente del Ministro del Lavoro. La Giunta della Fnsi invita tutti i giornalisti a partecipare alle proprie manifestazioni nazionali che si svolgeranno domani mattina a Padova e, nel pomeriggio, a Milano ed a quella che si svolgerà a Roma nella mattinata di venerdì 5 aprile. La Fnsi manterrà anche dopo lo sciopero del 16 aprile la mobilitazione dei giornalisti sulle motivazioni dell’astensione dal lavoro. Assemblee in tutte le redazioni, a livello regionale ed interregionale, d’intesa con le Associazioni Regionali di Stampa, si svolgeranno subito dopo la giornata del 16 aprile e proseguiranno fino al raggiungimento dell’obiettivo della modifica radicale delle posizioni del Governo e delle imprese senza escludere ulteriori momenti di lotta autonoma oppure unitaria. Al Nuovo Pignone di Firenze si impedisce ai giornalisti di seguire l’assemblea dei lavoratori Il Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Paolo Serventi Longhi, ha dichiarato: "Giudico un gravissimo errore ed un brutto segnale avere impedito al Nuovo Pignone di Firenze l’ingresso ai giornalisti per assistere all’assemblea dei lavoratori con la partecipazione del Segretario Generale della Uil, Luigi Angeletti. La decisione della direzione di un’azienda che aderisce alla Confindustria la dice lunga sul concetto di libertà di informazione che molte imprese hanno. In questa fase così delicata per la vita sociale e politica del Paese costringere i giornalisti fuori dai cancelli significa anche inasprire il dialogo tra le parti sociali che la stessa Confindustria invece a parole dichiara di voler riaprire. Al contrario, consentire il diritto di cronaca e la libertà di informare sarebbe stato un positivo segnale nei confronti dell’insieme del mondo del lavoro che si sta mobilitando per la riuscita dello sciopero del 16 aprile come raramente è accaduto in passato. Ed è anche per garantire i diritti e le libertà, a cominciare dall’informazione, che i giornalisti si fermeranno insieme a tutti gli altri lavoratori." Queste le modalità dello sciopero dei giornalisti, concordate con le Federazioni di settore dell’informazione di Cgil, Cisl e Uil. · I giornalisti dei giornali quotidiani si asterranno dal lavoro nella giornata di lunedì 15 aprile in modo da impedire l’uscita delle edizioni del mattino di martedì 16 aprile. · I giornalisti delle agenzie di stampa e delle strutture sinergiche nazionali e locali si asterranno dal lavoro dalle ore 07.00 di lunedì 15 aprile alle ore 07.00 di martedì 16 aprile. · I giornali dei service si asterranno dal lavoro in relazione alla periodicità delle testate committenti. · I giornalisti dei giornali telematici, dei siti web e dei portali internet si asterranno dal lavoro dalle ore 06.00 di martedì 16 aprile alle ore 06.00 di mercoledì 17 aprile. · I giornalisti freelance, collaboratori e i corrispondenti di tutte le testate italiane si asterranno dal lavoro nella giornata in cui è previsto lo sciopero delle rispettive redazioni centrali. · I giornalisti degli uffici stampa si asterranno dal lavoro nella giornata di martedì 16 aprile. · I giornalisti di tutti i periodici si asterranno dal lavoro nella giornata di martedì 16 aprile. · I giornalisti dell’emittenza radiotelevisiva pubblica e privata, nazionale e locale, si asterranno dal lavoro nella giornata di martedì 16 aprile. Il Dipartimento Emittenza Nazionale della Fnsi si riunirà martedì 9 aprile per precisare le modalità di attuazione della legge sulla regolamentazione del diritto di sciopero per quanto riguarda il servizio pubblico radiotelevisivo.

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