È Andrea Sparaciari (Metro, Il Fatto) il vincitore del Nuovo Premio Vergani 2023 la cui premiazione si è tenuta lunedì 27 novembre, a Milano, presente il presidente della Fnsi, Vittorio di Trapani, nella sede dell'Istituto dei Ciechi, tradizionale cornice della manifestazione giornalistica.
Sparaciari ha vinto la sezione Carta Stampata con un articolo sulla morte di un lavoratore irregolare di cui non si conosceva l'identità perché quella che aveva era un alias 'comprato' sul mercato nero dei caporali per poter lavorare. Un tema, quello delle morti sul lavoro, di scottante attualità.
Con lui hanno vinto Paolo Maggioni (Rainews) per la sezione Tv con una intervista/viaggio con la senatrice Liliana Segre; Andrea Tortelli (BS News) per la sezione Web&Online, con un'inchiesta che ha contribuito a risolvere un efferato caso di cronaca, il femminicidio di Carol Maltesi, altro tema quanto mai drammatico e attuale a due giorni dalla Giornata contro la violenza sulle donne; Carlo Cozzoli (freelance) per la sezione Foto, con un progetto fotografico imperniato sulla salute mentale del personale sanitario dopo l'epidemia di Covid. Tra i premiati anche Massimo Lapenda, dell'Ansa, per un articolo sull'aumento dei prezzi e in particolare del pane.
Nel corso della manifestazione è stato effettuato un minuto di silenzio per ricordare «la strage di giornalisti in corso in Ucraina e in Palestina» che ha raggiunto ormai numeri inaccettabili e inediti per la storia recente del giornalismo.
«Chiediamo immediatamente alle Nazioni Unite e ai Paesi che stanno cercando di gestire la situazione, oltre a quelli in conflitto, che si garantisca il diritto all'informazione e fermino questo massacro», ha detto Di Trapani, ricordando che il diritto internazionale protegge la sicurezza dei giornalisti, nell'interesse dei cittadini a essere informati.
«I giornalisti che raccontano quello che accade sul campo vengono spesso anche deliberatamente presi di mira - ha affermato Fabrizio Cassinelli, presidente del Gruppo Cronisti lombardi - e questo non solo è inaccettabile, ma è anche un crimine di cui qualcuno dovrà rispondere».