Paolo Borrometi torna nel mirino dei mafiosi: arrivano nuove minacce sulla sua pagina Facebook, ma il giornalista non si lascia intimidire e al suo fianco si schierano sia il mondo della politica che le istituzioni professionali. “Dobbiamo fare quadrato contro questi mezzi uomini. Denunciare sempre – scrive Borrometi – e stare accanto a chi denuncia”. La solidarietà di Fnsi, Unci, Articolo21 e Stampa Romana.
Anche questa volta le minacce sono arrivate via social
network. Minacce di morte rivolte dalla mafia al giornalista siciliano Paolo
Borrometi, 32enne collega dell’Agi, direttore del sito ‘La Spia.it’, già in
passato oggetto delle attenzioni dei malavitosi. La novità è che questa volta a
minacciare Paolo Borrometi è stato Venerando Lauretta, in carcere per
associazione mafiosa, e dal figlio, Riccardo Lauretta.
“Ti acceco con le mie dita. Ho preso la mia decisione, anche se mi arrestano
c'è chi viene a cercarti. Tu morirai. Comunque ti verrò a trovare pure che non
vali i soldi del biglietto, sarò dietro la tua porta. Mi viene da ridere
pensando il giorno che sei tra le mie mani”, recita l’ennesima condanna a morte
recapitata al giornalista.
“Quale sarebbe, stavolta, la mia colpa?”, si chiede Paolo Borrometi. “Quella di
aver denunciato, tra gli altri, anche lui e suo figlio. Per Lauretta, suo
figlio non dovevo denunciarlo... Lui può minacciarmi a seguito di alcuni miei
articoli, loro possono minacciare di morte tranquillamente ma noi non possiamo
denunciare. Eppure chi crede nella giustizia deve denunciare... Sono stanco,
dobbiamo fare quadrato contro questi mezzi uomini. Denunciare sempre e stare
accanto a chi denuncia”.
Al fianco del giornalista si è subito schierata la politica, con il senatore 5
Stelle Michele Giarrusso, catanese, membro della Commissione antimafia, che
assicura che la prossima settimana interverrà in Senato sulla vicenda, ma anche
l’Unci Sicilia, che in una nota del presidente Andrea Tuttoilmondo “esprime solidarietà
al giornalista Paolo Borrometi”, definendo l’episodio “un vile gesto che deve
essere condannato senza appello, a prescindere dal mezzo attraverso il quale
sia stato rivolto”, e l’associazione Articolo21, che chiede una “scorta
mediatica per Paolo Borrometi” e annuncia “pubblicheremo gli articoli che non
piacciono al clan e ci auguriamo che tutti i media vogliano riprendere le
denunce dei cronisti minacciati dalle mafie”.
E anche Stampa Romana, nel ribadire la solidarietà a Borrometi, chiede "che gli inquirenti facciano presto. Coloro i quali hanno minacciato Borrometi in questi mesi possono farlo perchè si trovano a piede libero. Chiediamo al Capo della Polizia ed al Prefetto di Roma di intervenire per rafforzare la tutela al collega Paolo Borrometi. Non si può più perdere tempo. Noi aderiamo all’appello di 'Articolo 21', rilanciandolo, e faremo da 'scorta mediatica' al collega. Siamo con lui".
Al collega vanno infine la vicinanza e la totale solidarietà della Federazione
nazionale della stampa italiana.