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Ordine 24 Mar 2006

Nuova Informazione: "Contestato il bilancio dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia e anche le modalità di votazione"

Per la prima volta, nella più che ventennale storia della reggenza francoabruzziana dell'Ordine lombardo dei giornalisti, il Bilancio non è stato approvato all'unanimità, ma con una consistente espressione di dissenso. 31 voti a favore, 20 contrari e 4 astenuti per il Consuntivo 2005. 35 sì, 21 contrari e 1 astenuto per il Preventivo 2006.

Per la prima volta, nella più che ventennale storia della reggenza francoabruzziana dell'Ordine lombardo dei giornalisti, il Bilancio non è stato approvato all'unanimità, ma con una consistente espressione di dissenso. 31 voti a favore, 20 contrari e 4 astenuti per il Consuntivo 2005. 35 sì, 21 contrari e 1 astenuto per il Preventivo 2006.

Non solo, per la prima volta dopo tanti anni, giovedì 23 marzo 2006 gran parte della platea, riunita al Circolo della stampa di Milano, ha contestato vivacemente le modalità di votazione e l'ordine del giorno dell'Assemblea degli iscritti. Come tradizione, infatti, il presidente Abruzzo aveva unito in un unico appuntamento riconoscimenti, premi, medaglie e votazioni, col risultato di avere la sala stracolma e il pensiero delle persone coinvolte e dei loro amici e parenti rivolto ad altro rispetto all'impegnativo appuntamento di vaglio di due bilanci da oltre tre milioni di euro ciascuno. All'ingresso non era avvenuta nessuna procedura di riconoscimento, né tanto meno veniva consegnato agli aventi diritto alcun elemento di identificazione per il voto (i "cartellini colorati", come fa ogni altro organismo di categoria). Come sempre, la votazione sarebbe dovuta essere un elemento della festa: "chi è d'accordo alzi la mano, chi c'è c'è, tanti auguri e saluti, accomodiamoci al buffet". Ma questa volta l'atmosfera è cambiata: dopo un'accesa contestazione sulle modalità di voto (tali da consentirne l'invalidazione), il presidente Abruzzo ha dovuto far almeno identificare il titolo a votare. E così, solo dopo una lunga attesa, dopo premi, cartigli, foto e abbracci, con la sala oramai decimata nelle presenze, si è passati finalmente ad un'analisi approfondita del Bilancio. Le nostre critiche si sono incentrate su voci di spesa locatarie e gestionali molto elevate, sull’elargizione di notevoli fondi a iniziative non ordinistiche e spesso non lombarde (anziché privilegiare il rafforzamento della cultura deontologica di categoria), sul pesante esborso per il giornale, sulle lievitate spese legali e su quelle per il personale (ben 16 fra dipendenti, 10, e collaboratori)…. Qualche esempio dal consuntivo: affitto da 116mila euro (più: 21mila di pulizie, 25mila di manutenzioni, 42mila poste-tel, ecc), “Tabloid” cartaceo 170mila euro, legali per 62mila euro, “iniziative culturali” 220mila euro… Ma ancora più importanti gli interventi critici, sia di merito che di stile, andati alla decisione di mettere in Bilancio, fra i costi, i 47mila euro e rotti di danni versati per aver diffamato l’Inpgi (in un articolo senza firma su “Tabloid”) così come imposto dal Tribunale di Milano. Una spesa che gli stessi revisori dei conti ritengono debba essere pro tempore (“un costo sopportato direttamente dall’Ordine per l’urgenza… che andrà riconsiderato a conclusione dell’iter giudiziario”). Una spesa che non tocca all’Ordine della Lombardia pagare, come ha ricordato dal palco anche la consigliera Letizia Gonzales, motivando il proprio voto contrario col ribadito convincimento che l’unico a dover sostenere l’intero onere dell’ammenda dovesse, e debba, essere Franco Abruzzo, per la sua veste di direttore di Tabloid e, in quanto presidente dell’Ordine, di rappresentante legale dell’editore. Ci è molto dispiaciuto che colleghi con 50 anni di anzianità e giovani neopraticanti siano stati – nostro malgrado - coinvolti in una discussione anche aspra: i primi hanno certamente saputo comprendere e spesso condividere, grazie alla loro esperienza, lo scrupolo con cui si è voluta giudicare l’utilizzazione dei soldi di tutti gli associati; i secondi hanno sperimentato come la distinzione dei ruoli ed il rispetto delle regole debbano essere guida non solo nella vita civile, ma anche nel cammino da loro intrapreso in una professione bella e difficile.

@fnsisocial

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