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Osservatorio sui media 02 Lug 2012

Notizie da lsdi.it Libertà di Stampa Diritto all’Informazione

Dig.it, a Firenze il primo convegno nazionale dedicato interamente al giornalismo digitale

Fare il punto sulla situazione dell’ editoria e del giornalismo digitale in Italia analizzando le principali esperienze che hanno segnato gli ultimi 15 anni di storia editoriale del paese e chiamando a confrontarsi i vari protagonisti di questo mondo, sia sul piano istituzionale che su quello del movimento reale - E’ l’ obbiettivo di Dig.it, l’ incontro nazionale organizzato dall’Associazione Stampa Toscana in collaborazione con Lsdi e il gruppo di lavoro sul giornalismo digitale ‘’Digiti’’  in programma  il 4 e il 5 luglio presso l’Auditorium di Santa Apollonia (Via San Gallo 25) - L’ iniziativa ha il patrocinio della Regione Toscana, della Provincia di Firenze e dell’Università degli Studi di Firenze
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Editoria
   
Quotidiani, crollano le vendite ma crescono i lettori. In cerca di giornali ‘sensoriali’ e in 3D

Nel 2011 si sono vendute, in Italia, poco meno di  4 milioni e mezzo di copie di quotidiani. Roba da anni Settanta, visto che dal 1980 in poi non si era mai scesi sotto i 5 milioni. Lontanissime quelle 6.808.501 copie del 1990, il picco di venduto più alto in assoluto registrato in Italia Eppure, nonostante la débacle delle vendite, segnala timidamente il rapporto Asig (l’ associazione degli stampatori), il numero di lettori regolari continua a crescere: 4 milioni in più di lettori sulle edizioni cartacee in dieci anni e, in soli due anni, 1 milione di lettori-navigatori in più sui siti online di testate quotidiane.  Nei due anni compresi tra il 2009 e il 2011, insomma, gli utenti delle edizioni web dei giornali sono aumentati del 47%
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La professione

Il giornalismo italiano e l’ alfabeto digitale, parte un sondaggio

Che grado di confidenza con le tecnologie digitali  hanno i giornalisti italiani? Fino a che punto utilizzano internet come fonte di notizie? E quanto usano strumenti digitali, come Skype, gli aggregatori, i canali di newsfeed nel loro lavoro? Hanno una presenza personale sulla Rete, attraverso blog aziendali o personali? E Facebook, Twitter, Google+? Quanto è penetrata la cultura digitale nelle redazioni ‘’tradizionali’’? - Sono alcune delle domande a cui cerca di rispondere un  sondaggio avviato dal Gruppo di lavoro su ”Qualità dell’ informazione, pubblicità e nuovi media” del Consiglio nazionale dell’ Ordine dei giornalisti
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Open data
   
Big data e scienza: possiamo far dire ai dati tutto quello che vogliamo?

Forse non è del tutto vero, sostiene Rémi Sussan in un interessante articolo su Internetactu, ma i dati hanno un significato solo in un contesto sperimentale ben definito: in ogni caso è ancora lontano il tempo in cui le statistiche rimpiazzeranno la ‘buona scienza’ -Le statistiche sono infatti lontane dall’ essere ‘’ uno strumento facilmente maneggiabile, e le trappole metodologiche non mancano’’, come dimostrano le bufale relative alle ricerche pseudoscientifico secondo cui il cioccolato farebbe dimagrire mentre la carne rossa accorcerebbe la vita
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La Rete
 
La moderna tecnologia sta creando una cultura della distrazione?

I nuovi strumenti e dispositivi digitali che abbiamo a disposizione – dal web e i social media agli smartphone e ai tablet – ci rendono più distratti e  meno capaci di concentrazione? E tutto ciò danneggia la nostra capacità cognitiva e la nostra creatività e quindi, di conseguenza, danneggia l’ intera società? - Si tratta di un problema che viene sollevato sempre più spesso – osserva Mathew Ingram su Gigaom  -  citando ampiamente Joe Kraus, un serio imprenditore partner di Google Ventures che recentemente ha espresso la sua preoccupazione in We’re creating a culture of distraction - Kraus è arrivato a suggerire un concetto alternativo, che ha chiamato ”Slow Tech”. Ma tutto questo davvero è una cosa di cui dovremmo preoccuparci? Ingram è molto scettico: anche il libro, a suo tempo, fu oggetto di critiche feroci e pesanti anatemi, ma alla fine ‘’ha funzionato proprio bene’’
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Facebook potenzia il servizio di riconoscimento dei volti

Facebook ha acquistato, per una cifra sui 55-60 milioni di dollari, Face.com, un’ azienda che fornisce la tecnologia di riconoscimento facciale utilizzata dal maggiore social network per aiutare gli utenti a identificare e a ‘taggare’ le foto - L’ accordo, secondo  Reuters, punta a potenziare uno dei servizi più popolari – la condivisione e la gestione delle foto -, anche se l’ uso che di questa tecnologia fa FB ha provocato parecchie preoccupazioni sul piano della privacy
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Dig.it

L’ engagement del lettore nelle testate giornalistiche, nuove relazioni

Nei media tradizionali il lettore è ai margini dell’attenzione, nelle reti sociali del web ha, invece, acquistato sempre maggiore spazio - Simi afferma che la sfida, per chi fa informazione oggi, sta nel comprendere il nuovo ecosistema, soprattutto, in modo da realizzare nuove relazioni e dinamiche nel ciclo di raccolta e verifica delle notizie. I lettori vanno coinvolti perché riacquistino fiducia
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Riflessioni prima del panel “La rappresentazione delle identità attraverso i motori di ricerca”

Una riflessione di Deborah Bianchi in attesa di parlarne insieme a Dig.it, mercoledì prossimo nel panel “La rappresentazione delle identità individuali e collettive attraverso i motori di ricerca. Il problema della persistenza e il diritto all’oblio”
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A Firenze per un panel su open data e accesso alle informazioni

Il pomeriggio del 4 luglio un panel dedicato a open data, data journalism e accesso alle informazioni della pubblica amministrazione
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